IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

1/5 – Qualcosa sulle emozioni per cominciare

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Emozioni-

Emozioni-

di Maurizio Mazzotta

Con questo suo saggio Maurizio Mazzotta ci intratterrà sulla psicofisiologia delle emozioni. Questa sua ricerca, dove questa è la prima parte, si comporrà di cinque capitoli che saranno pubblicati con cadenza settimanale. A tutti una buona lettura.

Tra gli studi sulla psicofisiologia delle emozioni c’è quello  della relazione emozioni – organismo. Frasi come: “Me la faccio sotto dalla paura”, “Mi si rivolta lo stomaco per lo schifo”, “Mi sale il sangue alla testa per la rabbia” e altre non sono metafore, sono frasi reali: reazioni manifeste a determinate emozioni.

Interessante la differenza tra le reazioni interne quando si è felici e quelle quando si è depressi. Nel primo caso tutto il corpo è attivato, la testa e il petto si accendono; nel secondo caso tutto il corpo si raggela, il petto è inerte. Lo hanno dimostrato quei ricercatori che hanno indagato le reazioni psicofisiologiche negli individui per tredici emozioni: amore, ansia, depressione, disgusto, disprezzo, felicità, invidia, orgoglio, paura, rabbia, sorpresa, tristezza, vergogna.

Secondo alcuni scienziati queste emozioni non sarebbero di tutti i mammiferi, sarebbero soltanto degli umani. Altri non sono d’accordo, io nemmeno. Vedo bene quanto mi “invidia” Laus, il pastore tedesco, che data l’altezza spia sempre nel mio piatto, e io – siccome l’invidia non mi è mai piaciuta – finisco sempre per dividere con lui la mia bistecca. Rabbia – paura – tristezza – gioia: queste quattro emozioni le prova anche Laus. La rabbia porta sia lui che il sottoscritto ad essere aggressivi, la paura a scappar via, la tristezza a starsene accucciati e isolati, la gioia a fare salti più o meno mortali.

Risulta, proprio considerando come si manifestano, che queste quattro emozioni sono in realtà due coppie di opposti: attacco e fuga; ripiegamento su se stessi e apertura verso gli altri. A queste si possono aggiungere altre più raffinate emozioni: attesa e sorpresa; accettazione e disgusto. Anche queste sono due coppie che hanno al loro interno una forte relazione. Siamo in attesa e accade qualcosa che ci sorprende: la sorpresa è data proprio da ciò che non si attende. Qualcosa ci attrae e la accettiamo, ne facciamo esperienza, ci disgusta e la rifiutiamo.

Essere insofferenti per tutto o vivere annoiati; avere paura di ogni cosa: anche se la paura è considerata come emozione-salva-vita, a volte sfocia nell’angoscia; sentirsi arrabbiati con se stessi e col mondo; al contrario vivere con apertura verso gli altri, avvertire dentro di sé il bisogno di dare comprensione, affetto, amore. Essere colti di sorpresa per eventi inaspettati, provare tristezza o disgusto per certi accadimenti, disprezzare azioni e persone. Insomma mi sembra proprio necessario imparare a riconoscere e a identificare i propri stati emotivi, si controllerebbe meglio il proprio pensiero, perché i processi emozionali impongono operazioni cognitive e comportamenti, come pure il nostro modo di pensare determina o modifica le emozioni. C’è una relazione tra ciò che pensiamo, ciò che proviamo e ciò che siamo. Pensieri ed emozioni si influenzano reciprocamente e influenzano il comportamento.   

La scuola persegue scopi educativi legati soprattutto all’istruzione e al campo cognitivo; restano I genitori – entrambi – per educare le emozioni.  Questa è un’occasione per i genitori che dovrebbero prepararsi per … fare i genitori. Non si tratta di studiare, significa in qualche modo e misura acquisire quelle competenze necessarie per perseguire gli scopi legati all’affettività e alle emozioni e per questo non sono necessarie grandi conoscenze e abilità particolari. È sufficiente che i genitori siano consapevoli delle problematiche “generali sulle emozioni”, ed è necessario – proprio necessario – avere l’esigenza di trascorrere parte del tempo con i propri figli.

Se in famiglia i bambini hanno l’abitudine di vedere la televisione per molto tempo, un suggerimento potrebbe essere di giocare con loro al “gioco delle emozioni” e di osservare le loro reazioni a ciò che vedono. Lo scopo è di imparare a individuare gli stati emotivi per prenderne coscienza e in qualche modo definirli.

Il prossimo capitolo verrà pubblicato il 30 marzo

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