IL PENSIERO MEDITERRANEO

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11 Maggio 1860 – 11 Maggio 2022: rievocazione dello Sbarco dei Mille al comando del Generale Giuseppe Garibaldi a Marsala

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Sbarco-dei-1000-a-Marsala

Sbarco-dei-1000-a-Marsala

di Giovanni Teresi

L’11 Maggio 2022 si sono svolte nel porto di Marsala le manifestazioni per la ricorrenza dello Sbarco dei Mille. I Mille, al comando del Generale Giuseppe Garibaldi, partirono da Quarto e sbarcarono al porto di Marsala con due navi “Il Piemonte” e “Il Lombardo”.

Alcune notizie dell’evento storico precursore dell’Unità d’Italia tratte dal libro “Garibaldi”di Denis Mack Smith:

 “Prima dello sbarco dell’11 maggio 1860, furono affisse copie di un Proclama alle “cantonate” di Marsala; ne furono mandate altre alle città vicine, ed altre ancora alle squadre che sorvegliavano i monti:

“Siciliani!

Io vi ho condotto un piccolo pugno di valorosi, accorsi alle vostre eroiche grida, avanzi delle battaglie lombarde. Noi siamo qui con voi, ed altro non cerchiamo che di liberare il vostro paese. Se saremo tutti uniti sarà facile il nostro assunto. Dunque, all’armi!

Chi non brandisce un’arma qualunque è un vile o un traditore. A nulla vale il pretesto che manchino le armi. Noi avremo i fucili ma per il momento ogni arma è buona, quando sia maneggiata dalle braccia di un valoroso.

I Comuni avranno cura dei figli, delle donne, dei vecchi che lascerete addietro! La Sicilia mostrerà ancora una volta al mondo come un paese, con l’efficace volontà d’un intero popolo, sappia liberarsi dai suoi oppressori”.

A quei tempi era necessario che la gran voce andasse e infiammasse la rivoluzione già quasi vinta.

Intanto i marinai stavano accovacciati sui due legni per ordine severissimo dei Comandanti, e   guardavano dall’orlo dei parapetti certi monti che dapprima parevano nuvolaglia e che svolgevano via nell’aria vaporosa i loro profili sempre più netti.

Quei monti per quei cuori erano già tutta la Sicilia che si animava, che esultava, che cantava alla loro venuta. E poco dopo, quando cominciò ad apparire una striscia bianca tra mare e terra, si diffuse la voce che là fosse Marsala. Marsala!!.. Che fortuna! Era il grido dei garibaldini mentre i due legni filavano agili, aiutati anche da un po’ di ponente.

Sul ponte della nave “il Piemonte”, che andava sempre avanti, quelli della “Lombardo” vedevano Garibaldi circondato da un gruppo dei suoi, coi cannocchiali all’occhio. Guardavano due legni da guerra bianchi, ancorati nel porto. Ad un tratto la “il Piemonte” rallentò, si fermò quasi, pigliò su qualcuno da una barca peschereccia che veniva da Marsala.

E da colui seppe che quei due legni erano inglesi; che dal porto di Marsala, nella notte, n’erano partiti due napoletani per Sciacca e Girgenti; che in quella mattina stessa delle milizie venute il giorno prima erano tornate via dalla città, dirette a Trapani.

La fortuna, dunque, era proprio tutta dalla parte di Garibaldi!

E la nave “il Piemonte” filava e la “Lombardo” dietro con Bixio, che non conoscendo ciò che Garibaldi sapeva, tempestava i suoi di stare giù, minacciava ira ai marinai se gli avessero sbagliato manovra. Poco dopo  “ il Piemonte” imboccava il porto, e vi si andava a posare in mezzo.

 Allora Bixio lanciò la nave “Lombardo” come un cavallo sfrenato e si fermò fuori del molo destro.

Era il tocco dopo mezzodì dell’11 Maggio 1860”.

Porto di Marsala  11 Maggio 2022 –
Manifestazione commemorativa dello sbarco dei Mille

Un’altra testimonianza dello sbarco dei Mille a Marsala ci giunge dagli scritti di un Garibaldino Baice Giuseppe che descrive il viaggio da Quarto a Marsala come da sua testimonianza a partire dal 05 Maggio 1860. (Giuseppe Caimi “Maestro dei Mille” La nuova Italia nell’epistolario del Generale Giuseppe Garibaldi e dei suoi garibaldini – di Giovanni TERESI –  Ediz. GEDI Gruppo Editoriale S.p.a ILMIOLIBRO, 2018).

Baice Giuseppe di Sebastiano e di Maria Bertoldi, nasce a Magrè (Vicenza) il 7 settembre 1837,

una frazione del comune di Schio.

Baice Giuseppe

Tra le sue carte vi è una rapida descrizione del viaggio Quarto-Marsala:

“Calava la notte del 5 maggio del 1860 allorché due vapori abbando-navano il porto di Quarto poco lungi da Genova, nella riviera di Levante. Su questi bastimenti vi erano Mille prodi, guidati dal prode dei prodi, Garibaldi.

Essi diressero la loro prua alla volta della Sicilia.

I telegrafi annunziarono la partenza di questi Mille!

Quale fu il dolore che soffersero le madri, i parenti, gli amici nel sentire i loro cari arrischiarsi in una così impari lotta!

Quale fu il contento di tutti i cuori italiani nel pensare al rischioso passo che com-mettevano!

E quale sarebbe stato l’onore per l’italo nome il possedere sì prodi giovani, sì prode condottiero che il governo borbonico chiamava filibustiere e pirati i prodi che lo seguirono! Il 6 fermammo a Talamone onde provvederci di armi, d’acqua e carbone indi seguitammo il cammino.

Il borbone che se ne stava in guardia, temendo da un momento all’altro che il prode di Varese e di San Fermo avesse ad entrare nel territorio da lui tiranneggiato, aveva disposto la sua marina in crociera.

Quando videro avanzarsi i bastimenti che issavano la bandiera della libertà, fecero fuoco intimandogli di fermarsi.

Ma Garibaldi, salito sul ponte, e da provetto marinaio ed intrepido soldato, diresse i suoi fuori tiro, indi rafforzando il fuoco, si diresse al porto di Marsala che trovavaglisi di faccia e dove disegnava di tentare uno sbarco.

Allorché giunse sotto il tiro delle artiglierie della cittadella le palle cominciarono sul cassero, le fregate che lo seguivano cominciarono a scaricare le loro bordate al convoglio che conduceva i nostri prodi.

A un tratto cessano le cannonate della cittadella ed i nostri vedono staccarsi dalla riva barche che si dirigono verso alcuni bastimenti colà ancorati.

Nei nostri qualcuno credesi perduto, credendo che i bastimenti colà anco-rati fossero pure dei Borboni, ma Garibaldi li rassicurava indicandogli la bandiera inglese che sovra essi sventolava.

Garibaldi da perito capitano, approfitta del tempo che gli inglesi chiesto avevano per salire a bordo dei loro vascelli ed avvicinarsi al porto.

Tranne qualche ferito, i nostri Mille toccano coi loro piedi la terra dei vulcani.

Quale fu la gioia dei nostri bravi isolani nel veder scendere sul loro suolo colui di cui pronunciare il nome era delitto, quale fu la loro gioia nell’ abbracciare i loro fratelli settentrionali.

Quale fu la loro gioia nell’ammirare i tre colori da essi amati quale simbolo di libertà!

Non calava ancora il sole che i nostri prodi eransi impadroniti della città e che grande quantità di cittadini, armati dei fucili della truppa che due ore prima li tiranneggiava, si mischiarono ai nostri che si dirigevano alla vittoria…La forza cedeva al diritto di libertà”.

Baice Giuseppe muore il 7 giugno 1867.

Sui registri dei morti di Magrè il Parroco accanto al nome e cognome della Camicia Rossa annotò:

“Milite pensionato.

Era uno dei Mille

appellati di Marsala

seguaci di Garibaldi”.

Nel 1878 il Comune fece murare la seguente lapide

A

Baice Giuseppe

di Magré

nato il VII settembre MDCCCXXXVII

morto il XXX giugno MDCCCLXVII

uno dei Mille

Il Municipio

MDCCCLXXVIII 

Giovanni Teresi

Bibliografia:  “Giuseppe Caimi, Maestro dei Mille. La nuova Italia nell’epistolario del Generale Giuseppe Garibaldi e dei suoi garibaldini” – di Giovanni TERESI –  Ediz. GEDI Gruppo Editoriale S.p.a ILMIOLIBRO, 2018 – Il testo storico è catalogato presso la Biblioteca della Società siciliana per la Storia Patria di Palermo.

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