IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

A tò Kalòn a Martano con lo scrittore Ferdinando Scavran una storia di resistenza, di lotta e di passione

di Anna Stomeo

Venerdì 28 Febbraio 2025 alle ore 18.30, a Martano (Lecce) in via Marconi, 28 presso la sede del Centro Culturale tò Kalòn dell’Associazione Itaca Min Fars Hus, condotto da Anna Stomeo e da Paolo Protopapa, si terrà un suggestivo incontro di narrazione, evocazione, storia e passione politica.

Il tutto condensato nelle parole, nelle frasi e nelle immagini di un romanzo dal titolo apparentemente sibillino, Malòn labé. Forza fammi volare, che l’Autore, Ferdinando Scavran, ci presenterà l’affabilità, che già conosciamo e che, insieme alla consueta empatia e al tratto abile e leggero della sua bella scrittura, costituisce l’aspetto più significativo del suo essere un autore di talento e di successo.

Molòn labé è un romanzo “nato due volte”, giacché l’Autore lo scrive e lo pubblica alcuni anni fa, con il titolo Forza fammi volare, che oggi è il sottotitolo, ma non lo presenta mai ufficialmente ai suoi lettori. Decide, inspiegabilmente, di sospenderlo, come in una sorta di incertezza, come se qualcosa dovesse ancora accadere….

Oggi quel qualcosa è evidentemente accaduto, se Ferdinando Scavran ha deciso di far nascere un’altra volta il suo libro, presentandolo in esclusiva a tò Kalòn con ‘spirito nuovo’ e in una ‘veste nuova’, che non tocca i contenuti e la storia, ma ne potenzia gli aspetti intrinseci ed estrinseci, in un gioco di immaginazione emotiva e di innovazione grafica del tutto originale ed inedito. Una ripubblicazione inattesa, un ritorno che non è un ripensamento, ma un richiamo e che apre a infinite possibilità di lettura e di attualizzazione.

Molòn labé è un grido di sfida che ci giunge dal 480 a.c., quando alle Termopili i Greci,superate le loro divisioni, sfidarono i Persiani in una gloriosa battaglia in difesa della patria e a Serse, che chiedeva loro di consegnare le armi ,risposero eroicamente “Vieni a prenderle!” Un grido di orgoglio e di rivolta del popolo ellenico contro la sopraffazione dei potenti invasori, la cui eco non si è mai interrotta e ha attraversato millenni di storia per raggiungere di nuovo la Grecia del 1973, quando gli studenti del Politecnico di Atene grideranno ancora Molòn labé, lottando eroicamente contro la brutale dittatura dei Colonnelli che li massacrerà.

Sempre attento alle sollecitazioni emotive e riflessive che gli provengono dal contesto, Scavran ci propone, con questo romanzo, una storia vera, densa di riferimenti morali e civili e di risvolti psicologici e politici, in cui immergerci con consapevolezza e passione. Una storia lontana nel tempo, ma vicina nelle dinamiche narrative di un tema, quello della lotta per la libertà e la democrazia, che ritorna, inquietante e persistente, attraverso le testimonianze, i documenti, le analogie, i ricordi e gli inevitabili raffronti con il presente .

Fedele alle aspettative dei suoi assidui lettori, che lo seguono da anni, Scavran sa toccare le corde giuste dei sentimenti e delle passioni, ma senza rinunciare mai alla puntuale osservazione e descrizione dei fatti. Scritto in prima persona, attraverso la voce e lo sguardo di Sophia Vitroglou, studentessa di architettura al Politecnico di Atene che vive con i suoi compagni l’esperienza appassionata e dolorosa della resistenza al regime dei colonnelli, questo romanzo vuole essere innanzitutto un omaggio ai valori della libertà e della forza della ribellione giovanile, capace di sovvertire le aspettative del potere in nome e a costo della vita.

Il 21 aprile del 1967 un gruppo di militari di estrema destra, sostenuto dalle forze occidentali, prendeva il potere in Grecia con un brutale colpo e di stato destinato a durare fino al 1974, e finalizzato a ostacolare, con la connivenza del re Costantino, poi però costretto all’esilio, una presunta avanzata del partito comunista, peraltro fuori legge, e a impedire alcune deboli riforme sociali messe in atto dai governi di centro-sinistra. A resistere al colpo di stato, al grido di “pane, istruzione e libertà”, furono soprattutto le studentesse e gli studenti del politecnico di Atene, che furono perciò vittime di una violenta repressione dell’esercito che lasciò sul campo 24 morti.

Una storia di cronaca politica e di resistenza, che l’Autore di questo romanzo, per anni assiduo frequentatore della Grecia, si è sentito raccontare dalla viva voce di alcuni protagonisti superstiti, molti dei quali sono diventati simbolo di eroismo e patriottismo. Scavran ha amato e praticato la Grecia per anni e il suo primo romanzo, nel 1988, Io guerriero di Sparta è stato tradotto in lingua greca. Ha scritto poi diversi romanzi ambientati in Grecia, alcuni dei quali, come Non sono tuo, particolarmente attenti a scavare e comprendere ambienti specifici e situazioni essenziali della società greca.

Una suggestione che continua in questo romanzo e che è ormai connaturata allo stile narrativo dell’Autore, capace di raccontare con leggerezza e profondità, le situazioni psicologiche ed esistenziali più difficili. Uno stile narrativo per così dire ‘immersivo’, che porta subito il lettore in medias res, in un gioco di dialoghi suggestivi e coinvolgenti.

La storia di Sophia e dei suoi compagni, massacrati dalla dittatura, non sembra oggi tanto lontana nel tempo, se solo ci si pone con responsabilità e senso etico, ad ascoltarne l’eco lontana che risuona in tutto il mondo. I personaggi di questa storia non solo sono ‘realmente esistiti’, ma ‘esistono’ ancora nel racconto storico che richiama il presente e nella memoria di tanti cittadini convinti che la liberà vada difesa anche con il sacrificio estremo.

Una narrazione che cattura il lettore in un incastro di fatti e di ragionamenti, una scrittura limpida e decisa che ancora una volta non smentisce la qualità dell’Autore.

Una serata di to Kalòn di quelle da non perdere, perché lasciano il segno nella mente di ciascuno e ci donano occasioni uniche di crescita civile collettiva.
Anna Stomeo

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