A tò Kalòn con il Prof. Giovanni Leuzzi il sogno, la storia e l’illusione della Regione Salento per una rinascita civile
di Anna Stomeo
Venerdì 24 ottobre 2025 alle ore 18.30, a Martano-Lecce, in via Marconi 28, presso il Centro Culturale tò Kalòn dell’Associazione Itaca Min Fars Hus Aps, condotto da Anna Stomeo e da Paolo Protopapa, si parlerà di Regione Salento con il Prof. Giovanni Leuzzi, in veste di storico attento e rigoroso, ma anche di cittadino del Salento impegnato da decenni in battaglie civili di emancipazione politica e culturale. Sarà una Conferenza d’Autore, come ci piace definirla, sia per l’originale approccio teorico del prof. Leuzzi, teso a coniugare storia e narrazione/aspirazione politica, sia per la specificità e la scelta dei contenuti, nell’ambito di un argomento tanto dibattuto quanto, molto spesso, ignorato in tutte le sue implicazioni non solo storiche, ma soprattutto politiche e culturali.
L’interesse del prof. Giovanni Leuzzi per questo tema nasce da un lontano, ma non remoto, impegno politico, speso, già in gioventù, sul piano del confronto democratico in ambito locale, sfidando con intelligenza critica il pregiudizio consolidato dei singoli e l’indifferenza delle istituzioni.
Sotto questo profilo la Regione Salento è stata, ed è ancora, occasione di riflessione civica e di battaglia politica, obiettivo da raggiungere in un contesto di confronto e di scontro, ma anche da abbandonare nel momento in cui quello stesso contesto cambia e gli obiettivi non raggiunti suggeriscono la resa politica, ma non teorica. Un sogno infranto, dunque, quello della Regione Salento, ma che, come tale, rimane vivo, trasformandosi in terreno storico-culturale di dibattito, in pretesto teorico e pratico di realizzazioni concrete e di collaborazioni attive, come attesta il protocollo d’intesa “Terra d’Otranto: dalle radici al futuro” 2021-2027, firmato dalle province di Brindisi, Lecce e Taranto in un clima di cooperazione e di riconoscimento reciproco all’insegna della contemporaneità e delle esigenze del presente, i cui esiti tuttavia non sono sempre evidenti a tutti.
Lavorare intorno all’idea di regione come occasione democratica di emancipazione civica e amministrativa è stato l’impegno costante delle forze politiche costituenti nei primi decenni della Repubblica italiana. Le autonomie regionali finiscono con il coincidere con il nuovo assetto istituzionale e politico che lo Stato italiano del secondo dopoguerra intende darsi nel nuovo contesto europeo, un assetto contrastato e contestato, che implica la declassazione delle province, ma che comporta anche una presa di coscienza operativa e critica all’interno dei partiti.
La “necessità” delle Regioni, che statualmente non erano mai esistite, si fa strada gradualmente all’interno dei partiti politici e favorisce una visione più complessa del futuro che, in quella congerie politica e ideale seguita alla Resistenza e alla liberazione, si voleva costruire. Le regioni, dunque, non come mera scelta burocratica, ma come aspirazione alla autentica autonomia amministrativa, come veicolo di realizzazione di un progetto democratico.
Di qui la storia della Regione Salento come sintesi di aspirazioni politiche determinate alla presa di coscienza collettiva di un’identità plurale e come occasione per analizzare e approfondire il presente nei suoi esiti dal passato e nelle sue contraddizioni: questo lo scopo culturale di quest’incontro con il prof. Giovanni Leuzzi, le cui conoscenze storiche suffragate dalle note doti espositive e argomentative, non mancheranno di illuminare opinioni e visioni, fino ad ora non sempre adeguatamente scandagliate e verificate dai cittadini del Salento. Un’altra occasione che tò Kalòn, grazie al Prof. Giovanni Leuzzi, ci offre per comprendere il presente che ci circonda.
La precisa ricostruzione dei fatti e la profonda delineazione dei personaggi politici, che sostennero o si opposero all’approvazione della Regione Salento in sede di Costituente, è stata, infatti, oggetto delle specifiche ricerche storiche e delle valutazioni storiografiche del prof. Giovanni Leuzzi in specifiche pubblicazioni su giornali e riviste locali, nelle quali l’Autore ha voluto sottolineare e comunicare la complessità di quella che ha definito la “vexata quaestio” della Regione Salento, non certo fine a se stessa, ma legata a «percorsi di più alto profilo giuridico, politico e morale».
La proposta originaria, nel dicembre 1946, avanzata dall’onorevole Giuseppe Codacci Pisanelli, nelle more della discussione della Seconda Sottocommissione, per la costituzione di una Regione Salento, portata avanti insieme al liberale salentino Giuseppe Grassi, assume i connotati di un gesto fondativo, destinato a scontrarsi con opposizioni di varia natura e provenienza, dalla Democrazia Cristiana al Partito Comunista, e a risultare, in un primo momento, vincente, tanto da stimolare gli entusiasmi del deputato socialista Vito Mario Stampacchia, per essere poi sospesa e “scippata” a distanza di un mese, nel gennaio 1947, in sede di revisione e di controllo, tra incertezze, perplessità e rimbalzi di responsabilità. Una parabola breve e lunga nello stesso tempo, di cui Giovanni Leuzzi, nel ricostruire gli eventi che la contraddistinsero, ci parla con cognizione di causa, ma anche con disincanto.
Di Regione Salento non si parla più, nota Leuzzi, non solo perché non è stato possibile realizzarla, ma perché mancano oggi le grandi tensioni ideali che, invece, animavano tutti coloro che, in seno alla Costituente, l’avevano promossa. Il confronto con il passato diventa ingeneroso se solo si riflette, come accade al Prof. Leuzzi, sulla dimensione “alta” della politica, legata alle «grandi questioni ideali, di identità e territoriali» oggi offuscate, dimenticate e barattate in nome di pretese carriere politiche personali, che si ammantano di rivendicazioni spicciole e dei conseguenti cambi di casacca.
La ripresa politica della battaglia per la Regione Salento, avviene, come è noto, nel 2010 con l’imprenditore televisivo Paolo Pagliaro che fonda, con grande clamore politico, il Movimento Regione Salento, con l’intento di ritrovare un’identità salentina dalle «radici ben salde nella storia messapica e magno-greca» e con propositi di indipendenza dal predominio barese, ma anche dai partiti in nome di una proclamata trasversalità. Un Movimento che tuttavia si rivelerà effimero e che, oltre a denunciare le colpe attribuibili ad alcuni costituenti che, come Aldo Moro e Palmiro Togliatti, si sarebbero di fatto alleati per affossare la Regione Salento, non riuscirà a creare una stabile sentimento di appartenenza e di lotta, disperdendo gran parte degli ideali costruiti e alimentati in sede di Costituente.
Di fatto, la questione della Regione Salento, a volerla circoscrivere nella contemporaneità, saltando a piè pari la storica delineazione della Terra d’Otranto e la frammentazione voluta dal fascismo negli anni Venti del Novecento, con la costituzione delle due province autonome di Taranto e di Brindisi, si spalma in un arco di tempo di circa ottant’anni e attraversa la storia dell’Italia del dopoguerra, fino al primo decennio del duemila. Un sogno che si infrange gradualmente, dalla mancata attuazione nella Costituente del 1947 fino all’affossamento formale, concreto e definitivo, nel referendum del 2010 del movimento di Pagliaro, che pone fine ad ogni rivendicazione o possibile progetto politico.
Un caso a dir poco paradigmatico del sentiment politico purtroppo dominante, giacché lo stesso Pagliaro, una volta sconfitto nel Referendum anche per improprietà procedurali e formali, abbandonerà la via larga della trasversalità e della collaborazione politico-culturale ampia e produttiva, aperta alla politica “alta”per imboscarsi nei sentieri ristretti della destra estrema, passando, paradossalmente, per la Lega Nord e approdando, attualmente, al partito dei Fratelli di Giorgia Meloni. Un sogno due volte infranto, dunque, questa volta tra le pieghe del celato sovranismo, autoreferenziale e anti-trasversale, che ci governa.
I sogni, si sa, specialmente quelli politici e civili come questo, richiedono coralità e condivisione, spirito liberale e apertura democratica, rispetto per l’avversario, vicinanza e collaborazione nelle battaglie civili: tutto quello che oggi, in tempi di filo-trumpismo governativo italiano, ci manca e continuerà a mancarci per un po’. In un clima di forti contrapposizioni, che da ideali si fanno ideologiche, può risultare estremamente difficile, se non impossibile, riprendere le fila di un ragionamento lucido e attento ai reali bisogni del cittadino, in clima lontano da pericoli autoritari.
Di qui la necessità di interrogarci su temi apparentemente dimenticati, se non obsoleti, come questo della Regione Salento, e di farlo con esperti ed intellettuali che, come Giovanni Leuzzi, non hanno mai abbandonato, in oltre cinquant’anni di impegno, il campo della riflessione e della consapevolezza civile e politica e che, pertanto, non hanno remore nel denunciare sia il sostanziale fallimento delle politiche regionali, sia l’Autonomia differenziata, sia gli esorbitanti poteri-strascico, che le regioni mantengono e alimentano con logiche clientelari, oltre ogni differenziazione politica e oltre ogni rivendicazione dal basso, oltre ogni controllo preventivo di legittimità costituzionale.
Discutere con il prof. Giovanni Leuzzi, partendo dal sogno infranto della Regione Salento, di questi e di altri temi della nostra storia e del nostro presente, sarà non solo molto interessante, ma contribuirà a stimolare le nostre conoscenze e le nostre coscienze di cittadini.
Non accade tutti i giorni, perciò non mancate.
Anna Stomeo