IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Alla ricerca di una favola. Conclusione di un viaggio tra i sogni e la fantasia.

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Sognare Fantasticare una nuova storia

Sognare Fantasticare una nuova storia

di Pompeo Maritati

A volte il desiderio di scrivere diventa una abitudine, quasi una necessità giornaliera, un’occasione per restare soli con se stessi e ripensare a tutto ciò che ci circonda. Se poi si ha in mente il progetto di scrivere un libro di favole, allora il percorso si fa difficile. È abbastanza facile scrivere su se stessi, sulle proprie esperienze oppure dedicarsi a delle ricerche da riportare  su un saggio che non raramente non leggerà nessuno.

Cimentarsi a “costruire” una favola, credetemi, non è facile, devi andare alla ricerca di una trama che sia credibile. Una ricerca spasmodica del protagonista da incastonare in una storia che abbia dell’originalità, ma che soprattutto, per quanto irreale e fantasiosa, riesca a stare in piedi.

Spesso le favole nascono per caso. Dei piccoli strani eventi, delle coincidenze improbabili, o dei disguidi involontari che generano situazioni particolari di scarsa credibilità. La fantasia ovviamente resta la dote più importante, anche se l’attenzione a ciò che avviene intorno a noi, spesso, può essere interpretato o riportato con un po’ di architettura fantastica da fare restare a bocca aperta i nostri lettori.

Da alcuni anni, dalla nascita del mio primo nipote, mi sono cimentato a trovare nuove storielle da raccontargli, riuscendo di tanto in tanto di percorrere alcuni fantasiosi viottoli, che qualcuno, bontà sua, ha ritenuto essere gradevolmente leggibile. Tutto questo ci porta a sforzarci nella ricerca di nuovi testi originali, inediti, che in questi ultimi tempi scarseggiano, vuoi per colpa di alcuni neuroni pigri, vuoi perché  tante favole sono state già scritte in questi ultimi secoli,  invadendo e intasando tutte le strade della fantasia.

Facendo una breve ricerca su Google mi sono imbattuto in un tale Pompeo Maritati “Favolista”.

Il che mi ha lasciato perplesso in quanto non trattavasi di un mio omonimo. Qualche buontempone, forse leggendo o semplicemente venendo a conoscenza del mio primo libro sulle favole, ha ritenuto appiopparmi l’appellativo di “Favolista”, lo ringrazio, ma lungi da me a ritenermi tale. Scrivere favole, laddove la fantasia me lo consente è la derivazione di un grande affetto verso i miei nipotini, che mi fa piacere intrattenerli con alcuni racconti. Non ha prezzo vederli seduti accanto a me ad ascoltarmi.

Ecco, quanto detto non è altro che la molla che a volte riesce a mettere in moto la fantasia, generando racconti che il più delle volte hanno un contenuto etico, ritendendo importante, soprattutto quando ci si rivolge alle giovani generazioni, incanalare la loro educazione nella condivisione dei veri valori. Non so quanto ci stia riuscendo, io ce la sto mettendo tutta, lascio a voi, o meglio ancora ai vostri nipotini la valutazione.

Infine, sono certo che non pochi di questi racconti possono tornare utili anche a voi, non solo perché le favole sono farmaci prescrivibili dai 3 ai 105 anni, ma perché, qualche volta, ricordare qualche etico suggerimento fa bene a tutti e a tutte le età.

Stralcio dal mio ultimi libro:

ERACLE, ULISSE, ACHILLE OMERO E I MIRMIDONI

Una storia quasi vera

E se Omero si fosse sbagliato?

copertina del libro Eracle, Ulisse, Achille, Omero e i Mirmidoni. Una storia quasi vera
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