IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Antonio Ciccone: Artista tra Puglia, Toscana e Mondo

CIC278189 Gargano, 1980 (acrylic on canvas) by Ciccone, Antonio (Contemporary Artist); 70x100 cm; Private Collection; Italian, in copyright

Di Simone Galgano (storico, consulente culturale, Firenze)

giovedì 17 aprile 2025

Iniziando la mia collaborazione con “Il pensiero Mediterraneo”, ho subito pensato di dedicare questo scritto a un artista che ho conosciuto a Firenze e che ha incarnato un ponte tra Mondo e Mediterraneo. Non desidero fare una mera biografia di Antonio Ciccone, ma attraverso la mia personale esperienza e testimonianza, condividere con voi chi era e che grande carisma avesse.

Ho conosciuto Antonio, così voleva farsi chiamare da chi aveva simpatia e confidenza, parecchi anni fa quando, ancora ragazzo, lavoravo alla ormai scomparsa “Libreria del Porcellino” nel centro di Firenze come commesso libraio. Caso volle che non conoscessi prima Ciccone e quando varcò la soglia del negozio io fossi totalmente all’oscuro di chi fosse. La libreria era famosa all’epoca per gli amanti dell’arte e della storia di Firenze, oltre ad avere tanti cataloghi e libri su artisti e musei. Quando Antonio varcò la soglia, la prima cosa che mi propose fu quella di portare i suoi libri in esposizione e vendita presso di noi, oltre alle sue stampe artistiche.

Mi colpì molto la sua forma minuta, la sua calma e umiltà. In maniera sommessa si presentò solo come artista ed io, ignorantemente, lo scambiai per uno degli artisti di strada che adornano la nostra città con ritratti e paesaggi fatti sul momento. Accolsi comunque calorosamente e mi impegnai, con l’approvazione dei miei datori di lavoro, a mettere in vendita alcune opere e stampe che selezionammo insieme all’artista, più consone per la vendita nella libreria.

Mentre ci scambiavamo i nostri rispettivi riferimenti per risentirci e fissare per le consegne, leggendo il mio cognome mi disse: “Galgano, era forse Pugliese? Sa io provengo del Gargano!” Gli risposi che avevo antenati pugliesi, ma il cognome era più una causalità che un riferimento esplicito alla zona. Appena poi ebbi modo di raccontare i fatti ai miei cari, subito mia sorella mi disse che lo conosceva. Entrò in bottega e mi disse che era famoso e che lei, che lavorava in tipografia, lo conosceva bene e aveva stampato molte cose per lui. Così informai Antonio della nostra conoscenza attraverso mia sorella e si instaurò un legame ancora più forte.

In seguito, direttamente da lui venni a sapere che proveniva da San Giovani Rotondo, nato nel 1939, e che proprio Padre Pio, che fu uno dei primi che ritrasse Antonio, lo instradò verso Firenze per farsi strada nel mondo artistico e per completare i suoi studi di pittura. Da lì Antonio entrò in bottega da Annigoni, uno dei maggiori pittori del dopoguerra, ritrattista di fama mondiale, celebre per il ritratto della giovane regina Elisabetta II. Con tale scuola, il talentuoso Ciccone intraprese la strada che lo avrebbe portato a essere uno dei pittori italiani inseriti al Moma di New York e poi in molti musei del mondo.

Persona schiva, ma mai presuntuosa, amava dipingere ciò che lo affascinava, circondato dall’affetto di sua moglie e di una numerosa famiglia, tra figli suoi e adottati, a cui donava un affetto e una forza da padre ineguagliabile. Mi confessò, durante l’unica e ultima visita che ebbi a fare nel suo studio prima che morisse, che i suoi quadri molto spesso erano sospesi nel tempo. Alcuni erano pronti subito, ad altri ci aveva lavorato tutta la vita. Uno di questi ritratti mi mostrò nella galleria che era il suo studio, pieno di opere e di progetti. Era un ritratto su cui lavorava da parecchi anni e che sentiva di voler finire con calma, quasi che ogni giorno che passava volesse scandirlo con un tratto o un colore.

Un pittore e ritrattista eccezionale, si destreggiava anche sulle figure animali con uno stile che rasentava la perfezione leonardesca. Rimanevo spesso basito nel vedere i suoi cavalli, ma anche animali più umili come pecore e montoni, oltre ai gatti. Il suo segreto? Non fermarsi mai, sempre dedicare ore a perfezionarsi e mantenere attive le sue mani, gli attrezzi del pittore.

Prima di lasciarci, Antonio è riuscito a completare l’affresco per la basilica dei frati di Pietrelcina. È come se Padre Pio lo avesse richiamato a sé per congratularsi con lui per l’ennesimo, ma più grande omaggio. Questo affresco rappresenta la riconoscenza e la grazia che hanno permesso a un ragazzo di umili origini di diventare uno dei grandi pittori italiani del Novecento.

Ecco perché mi è sembrato doveroso, visto che inizio a scrivere per questa rivista online, che nasce in Puglia ma si diffonde in tutto il Mediterraneo parlando di cultura, omaggiare un artista che proprio dalla Puglia è partito alla conquista del Mediterraneo e del mondo, portando la cultura e la bellezza artistica italiana nella sua tradizione più alta.

Per chi volesse approfondire, ecco il link per visionare l’opera e la biografia completa del Maestro Antonio Ciccone:

https://www.antoniociccone.com

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