Ben Machell, Cacciatori di tenebre. I casi di un detective dell’occulto, Iperborea 2025, pag. 334
di Marisa Cecchetti
Questo detective dell’occulto è l’inglese Tony Cornell, classe 1924, un uomo magro, piccolo, che era stato inviato nel 1943 in estremo Oriente, dove era in corso l’avanzata giapponese verso i confini dell’India. Lui non aveva mai creduto agli spiriti, tanto che a quattordici anni aveva trascorso una notte in un cimitero, per dimostrare agli amici di non avere paura.
Succede che in un periodo di licenza raggiunge in treno Ooty, nel sud dell’India, incuriosito dalla fama di un santone sulle montagne Nilgiri. Davanti a lui mantiene uno scettico distacco, ma si sente dire: “Se cerchi la saggezza, guarda la collina”. Alza gli occhi oltre il fiume in fondo alla valle e vede il vecchio proprio sulla sponda opposta: gli ricompare subito accanto senza nemmeno avere i piedi bagnati.
L’interesse per i fenomeni paranormali nasce di lì e dura tutta la vita, a fianco del suo lavoro in una azienda di forniture agricole, di consigliere comunale, impieghi che non gli consentivano grandi guadagni: passerà tutto il tempo libero e parecchie notti nello scantinato della sua abitazione di Cambridge, quasi dimentico della famiglia, a studiare i casi di poltergeist e di spiritismo per cui era stato chiamato a intervenire come detective.
L’interesse per lo spiritismo risale alla metà del milleottocento: “Tutto ebbe inizio nel 1847, quando un contadino canadese di nome John Fox si trasferì con la sua famiglia a sud, in un villaggio chiamato Hydesville”. Con lui c’erano la moglie e tre figlie adolescenti a cui i bambini del posto, forse per gioco, dissero che la loro casa era infestata dagli spettri: un anno dopo forti colpi iniziarono a provenire dalle pareti della casa fino a far tremare le assi di legno e i mobili. Era un essere in cerca di attenzione? Le sorelle gli dettero un nome, Mr. Splitfoot, cominciarono a rispondere ai colpi e divennero sorelle famose per la loro capacità di comunicare con l’aldilà. Sembrava una risposta alla grande domanda, che cosa c’è dopo la morte?
La credenza nello spiritismo si diffuse per tutto il secolo e anche in quello successivo, soprattutto dopo che molti avevano perso i propri cari nella Grande Guerra, e cercavano disperatamente qualche rassicurazione.
In Inghilterra il fenomeno trova terreno fertile, tanto che nel 1882 viene fondata la SPR, Society for Psychical Research, con sede a Londra ma radici a Cambridge, a cui aderisce Cornell nel 1952, spinto da un bisogno compulsivo di capire, infatti la SPR non voleva sbugiardare migliaia di medium, ma valutare in modo obiettivo. Cornell voleva indagare questi fenomeni in modo razionale, ma senza preconcetti; del resto, se avesse avuto preconcetti non avrebbe attraversato l’Inghilterra in lungo e in largo, partendo anche di notte dopo una segnalazione: ce n’erano tra sessanta e settanta ogni anno. Negli anni duemila sono pressoché scomparse, forse per l’inquinamento elettronico dovuto all’uso dei telefonini, forse perché il tragico undici settembre 2001 ha spostato l’attenzione su altre paure, forse “perché non passiamo più il nostro tempo in sintonia con il mondo esterno”, ed è diminuita la nostra percezione di certi fenomeni.
A Cornell lo aveva detto il bibliotecario della SPR, Eric Dingwill, che la parapsicologa richiede uno studio arduo e frustante, con un impegno e una dedizione che vengono ripagati raramente. L’investigatore psichico “deve imparare a camminare su una linea sottile, mantenendo buoni rapporti con i medium, e testare e sondare ciò che accade”.
Ma che cosa accadeva? Rumori e tonfi improvvisi nella notte, acqua che continuava ad allagare le stanze senza che ci fossero danni idraulici, oggetti che si muovevano e cadevano, figure umane che si componevano davanti a sguardi atterriti, incendi improvvisi, elettrodomestici che si accendevano e si spegnevano da soli, tavoli che levitavano alla presenza di un medium, parole che si componevano come messaggi dall’aldilà sulla tavola ouija, lo strumento di comunicazioni medianiche. Non mancavano i casi di crisi, cioè sentire e vedere una persona nel momento in cui stava per morire.
Che cosa faceva Cornell nella casa infestata? Osservava, ascoltava, esaminava ogni movimento e ogni particolare, interrogava le persone di famiglia e i vicini, alla ricerca di traumi pregressi, di problemi, di paure, di stress. Rimaneva sul posto, vi tornava senza stancarsi. E non ha mai visto fantasmi. Ha scoperto bambini creativi in cerca di attenzione, ha sbugiardato medium che parlavano con i morti in una linga che dicevano di non conoscere, ha trovato la causa di ferite e graffi sul corpo di un pescatore che lamentava di essere assalito da un cane nero invisibile…L’elenco dei casi riportati risponde a ogni curiosità.
Non ha agito sempre da solo, ma insieme a investigatori del suo calibro, come Bernard Carr che studiava Fisica a Cambridge: tutte persone razionali, capaci di smascherarne altre troppo compiacenti.
Qualche volta Cornell ha avuto paura? Forse. Ma il metodo di indagine è stato quello giusto, e le truffe sono venute a galla.
Ci sono persone che hanno percezioni extrasensoriali, cioè la capacità della mente di vedere e percepire ciò che gli occhi e le orecchie non sono in grado di cogliere? Sono persone disturbate, emotivamente esaltate, che producono una sorta di energia, una psicocinesi spontanea di cui non sono consapevoli? Ci sono comunque personalità “orientate alla fantasia”, che non percepiscono la realtà.
Gli esorcismi non potevano bastare a tacitare i fenomeni di poltergeist, fenomeni anche incompatibili con le leggi della fisica. Del resto “non basta portare all’attenzione cose strambe e intriganti. Bisogna presentare una teoria capace di spiegarle che non sia in contraddizione con la nostra attuale comprensione della fisica e della realtà”.
Nonostante la “pulsione a indagare”, nonostante il grande numero di casi esaminati, Cornell, questo straordinario detective dell’occulto di cui si sono interessati giornali e programmi TV, non è riuscito a dare la risposta alla grande domanda: che cosa succede quando moriamo?
Chi ha il dono della fede può trovare solo lì una risposta. Da verificare al momento, e solo a livello individuale!