C’era una volta un mare ventoso

di Paolo Protopapa
I frangiflutti di Otranto hanno arato il mare. Lo hanno addomesticato e recintato come i Romani quando procedevano alla ‘rinaturalizzazione’ delle terre conquistate. Certo che la civiltà, con i pedissequi e coerenti processi di colonizzazione e di ‘reductio ad legem’, è questa millenaria trasformazione territoriale e, simmetricamente, sociale, giuridica, militare, fiscale, antropologica, ideologica e culturale.
Roma fu il più formidabile e prepotente bulldozer della storia. Solo i Francesi le sono stati alla testa. Gli Italiani molto meno e, tuttavia, strade, porti, montagne e coste – invasi da pale eoliche e pannelli fotovoltaici e cabine e torri energetiche e alberghi-ristoranti sulla battigia – continuano a modellare un’immagine travolgente di artefatti e manufatti inediti e, in moltissimi casi, devastanti.
Ora, quelle linee geometricamente perfette di conci informi, allineati come soldatini (e ce ne sono lungo tutto l’Adriatico ‘fu’ selvaggio), illudono l’occhio e lo confortano verso la figurina ordinata di un uniforme paesaggio. Verso le Marche, ma specialmente nel litorale romagnolo-emiliano e veneto, il binomio albergo-spiaggia è un tutt’uno. Bella soluzione di saccheggio morfologico del Paese marittimo (e marinaro) più bello e ricco e variegato e – almeno in una grande misura – più selvaggio d’Europa. Eppure la bella famigliola piccolo-borghese, ma ancora di più i Tedeschi, gli Svizzeri, gli Inglesi, gli Austriaci e gli Americani del Nord esigono le pietre levigate e i pesci senza spine. Perché scandalizzarsi?
Otranto, sino alla metà degli anni Sessanta del secolo scorso, disperata e gentile, dietro gli archi del porto puzzava di piscio. E i cefali del molo, non ancora insabbiato dalle graziose dighe foranee, sapevano di nafta. E li pescavano oscenamente, quei poco più di 50 pescatori, tra cui molti discendenti di Turchi e Idruntini (regolarmente sposati e con prole dopo decenni dal 1480!) che facevano i verdurai nella Valle dell’Idro confuso di Memorie e di preti.
Lo sviluppo, non di rado confuso con il progresso, ha inventato accanto al genio di Pantaleone bottegai raffinati come parigini. E sui Martiri decollati non si getti il blasfemo sospetto di una probabile manipolazione storiografica di quanti attirano turisti a frotte.
Che c’è di male? San Bed/Breakfast seduce almeno quanto il sacro Colle della Minerva e fàscina come la Madonna dell’Altomare nel settembre riposato.
Sotto il Fascio, dietro questo nome sinistro di una destra resuscitata e cafona, i frangiflutti otrantini in fila per due sembrano soldati del duce impettiti all’ora dello stagnante tramonto meridiano. Bello e infuocato, profumato di sale, senza ormai i miasmi dei Limini sofferti dalla sofisticata Ross.