IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Conosci te stesso!

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Il colonnello Piergiorgio Farina

di Tiziana Leopizzi

Lo scolpirono i Greci sul frontone del tempio a Delfi e troppo  pochi ne fanno  tesoro …

Qualcuno c’è, come il  Colonnello  Piergiorgio Farina,  utopista e militare di carriera. 

Possono andare d’accordo questi due aspetti cosi all’opposto tra loro, nella stessa persona?

Parliamone con lui.

D. Ciao Colonnello. Da piccolo pensavi di diventare militare di carriera?

R. No di certo. Il cielo però mi affascinava. Tout court. 

Forse due esperienze contribuirono a farmi immaginare di scegliere la  carriera militare come lavoro.

La prima: mio papà che era stato in Aeronautica durante la guerra, un giorno mi condusse a Grottaglie 

per assistere ad una esibizione delle Frecce Tricolori.

Ero sul tetto della sua macchina. Venni letteralmente rapito da quelle ali, dal tricolore più veloce del mondo e dal rombo dei G91 Fiat! 

Avevo 10 anni. Due anni dopo  l’incanto si ripeterà con l’Apollo 11 … passai la notte a guardarle la luna dalla finestra, ascoltando Enrico Medi, Tito Stagno e Ruggero Orlando.

Mia madre non voleva che diventassi pilota militare ma  entrai comunque  in A.M. Durante gli studi di ingegneria, si aprirono inaspettatamente le porte del “mio cielo” in divisa azzurra. Lascia l’Università perché mi chiamarono a  ‘far volare’ i piloti (divenni controllore del traffico aereo militare) e poi via via, altre mansioni, anche in zone di crisi (per PeaceKeeping in Kosowo e Afghanistan) fino al comando di una base logistica della A.M. Per ben tre volte si presentò l’occasione di conseguire il brevetto di volo, ma per una serie di circostanze la mia vita è sempre rimasta felicemente ancorata alla madre terra, e il volo resta uno dei sogni con cui convivo.

D. Che messaggio ti sei portato dalla tua infanzia?

R. Tanti. Non uno soltanto. Ho sempre desiderato fare di più rispetto a quello che offriva il mio contesto. Nell’adolescenza, mentre frequentavo il liceo scientifico, svolsi una frenetica attività in associazioni, in gruppi, comunque nel sociale. Tantissime belle esperienze, per la salvaguardia dell’ambiente (ante litteram), devo proprio riconoscere che fummo lungimiranti, nella promozione dei valori cristiani, nella musica, suonando in gruppi e complessini pur non avendo  potuto studiare musica (nel mio paese non c’erano insegnanti di chitarra ma solo… una banda). Mi considero fortunato per aver fatto quelle esperienze di socialità e creatività.

Se  mi porto dietro ancora una certa sensibilità, se sono come sono nel bene e nel male lo devo alla mia gioventù trascorsa  a fare cose con gli altri. Così a Torino all’Università ero parte di un gruppo molto attivo, ci inventavano cose insieme, compreso l’ annoiarsi proficuamente o imparare ad ascoltare fino a capire che questo è il fondamento delle e nelle relazioni.

D. La tua vita ė stata facile o complicata come quella della maggior parte degli esseri umani? 

R. È stata difficile. Tante lacrime, delusioni, tradimenti brucianti perché perpetrati da chi credevo amico. Ero particolarmente sensibile e caratterialmente un po’ serioso e questo non piaceva tanto, soprattutto alle ragazzine che amavano di più i “ganzi”, gli “splendidi’”.

Eppure non rimpiango nulla di quel che di piacevole o spiacevole mi è capitato: tutto è servito a forgiarmi e ho imparato a ringraziare la Vita per la sua bellezza in sé.

D. Hai qualche professore o qualcuno in particolare che è stato fondamentale nella tua formazione?

R. No. Il contrario casomai. Fa eccezione solo il mio maestro elementare, purtroppo molto severo, che però a fine anno trattenne  tutti i miei quaderni di bella copia. Perché gli piacevano (!). Proprio per aver incontrato sulla mia strada maestri difficili da definire tali, ed aver visto la stessa cosa accadere anche a mio figlio Davide, appena ho potuto ho svolto studi specifici in pedagogia e formazione. Le “coscienze in crescita”, come le chiamo io, sono il bene più prezioso di cui tutta una comunità deve sentirsi responsabile.

D. Il giocare ti è stato utile ? 

R. Eccome! Ci piaceva fare esplorazioni, passeggiate in bici o a piedi, partite di pallone negli spiazzi e tra le stradine, nascondino… poco o nulla in casa. Tutti giochi che mi hanno dato molto… son preoccupato per  i ragazzi di oggi che ne sono stati privati. 

D. Eri creativo o riflessivo?

R. Entrambe le cose. La creatività è ossigeno per me. Anche il lavoro o il compito più ripetitivo ho cercato di svolgerlo con creatività.

Da piccolo mi dicevano che “pensavo troppo”.

D. Sei stato vittima di un “fermo macchina”. Un uomo vitale come te bloccato sulla sedia a rotelle ha avuto la forza di ripartire. 

5 cents per il tuo segreto! 

R. Volevo tornare assolutamente in servizio. Sarebbe stato l’ultimo della mia carriera militare. Non potevo certo immaginare che  si rivelasse un nuovo inizio.

Ricominciai a studiare e posso dire che riprendere gli studi e dare gli esami da  adulto per me è stata un’esperienza stupenda !

Ogni esame é stato super studiato e super amato. Profondamente. Un percorso meraviglioso di conoscenza e consapevolezza…. Sentivo che tante cose le avevo già dentro e questo è stato veramente entusiasmante!

Ho studiato anche ingegneria e sociologia, ciclo che non ho completato per motivi familiari e di lavoro ma arrivai alla laurea come già accennato, in Scienze della Formazione ed Educazione. Scrissi la mia tesi di laurea  con fatica e passione, e con la laurea finalmente colmai quello iato che si era aperto tanti anni prima.

Un percorso che per me si è rivelato utilissimo, e spero vivamente che possa servire ai miei figli e ai giovani perché li’ dentro c’è tutto quello che ho capito di più importante. 

Che cosa diresti ai bambini e ai giovani oggi?

Sognate, sognate, sognate, e poi aprite gli occhi e fate di tutto per realizzare i vostri sogni! Agite, cercate, lavorate per far diventare i bei sogni realta’. State attenti però state molto attenti perché ogni strada è zeppa di insidie, Lucignoli e Mangiafuoco! Avete degli alleati preziosi, che vegliano su di voi. Voi sapete bene chi sono, lo sentite dentro di voi, anche se li criticate… sono gli “adulti” : i vostri genitori, nonni, zii, insegnanti educatori… quello buoni. Loro ci son passati prima di voi, i problemi della vita sono sempre gli stessi, da millenni! Cambia solo il contesto, l’emotività è la stessa. Sono i piccolissimi sono saggi e noi dovremmo imparare da loro. Loro ci son passati prima di voi, la sua email 📧 i problemi della vita sono sempre gli stessi, da millenni! Cambia solo la tecnologia. Piccoli! Ma il mio “servizio” scritto per i giovani risale al 2013. Allorché mi rialzai dalla sedia a rotelli e ripresi il cammino (con qualcosa in meno).

Tornai in servizio per l’ultima sfida della mia vita di lavoro (che poi era un “inizio”.

Discussi una tesi di laurea, che scrissi con fatica e passione, che pensai essere una sorta di mio testamento spirituale che lasciavo ai miei figli e ai ragazzi tutti.

Ecco, li’ dentro c’è tutto quello che di più importante avevo capito.

Quanti sacrifici però… e anche per i miei, a cui ho tolto e tolgo tantissimo tempo anche perché opere nel sociale, ma lo rifarei senza problemi.

Tizleo

Il Col. Pier Giorgio Farina, CV

nasce a Crispiano (Ta) il 21.02.57.  Gli anni dell’adolescenza sono caratterizzati da intensa attività in vari gruppi associativi che gli consentono di coltivare la passione per la musica e la valorizzazione del proprio territorio.

Dopo il diploma al liceo scientifico frequenta ingegneria meccanica presso il

Politecnico di Torino e a 23 anni indossa la divisa di Ufficiale dell’Aeronautica Militare. 

Compirà studi di Sociologia e si laurea in Scienza della Formazione con una tesi sulla Metacognizione nei vari campi della conoscenza. 

Ricoprirà vari incarichi professionali e parteciperà ad alcune missioni di pace NATO in Kosovo e in Afghanistan. 

Sarà comandante di una base logistica presso Taranto dal 2013 al 2017. Cessato il servizio attivo, è attualmente impegnato nella tutela e valorizzazione di quello stesso luogo, dismesso nel 2018, affinché venga riconosciuto “bene comune” di inestimabile bellezza e trovi una degna destinazione. E’ impegnato con il “L.L.I.F.E. Project Team”, nella promozione dell’Agenda 2030 dell’ONU, che in Italia è sostenuta dall’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile. 

E’ sposato e ha due figli.

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