IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Conversazione con Luciano Panama. Tra “piramidi” di musica e sinergie artistiche gauguiniane.

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Luciano Panama

Luciano Panama

di Antonella Buttazzo

Luciano Panama

Il 6 aprile, alle ore 21:00, presso il circolo Arci Bellezza a Milano, Luciano Panama, musicista siciliano di adozione lombarda, presenterà un live set ispirato all’opera di Paul Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

L’evento sarà una riflessione sull’esistenza umana fatta di canzoni, pittura, stati d’animo, e punti di vista. Tutto sarà magicamente accompagnato dall’esecuzione di brani al pianoforte e alla chitarra acustica, tratti da Piramidi, l’ultimo album dell’artista, da cover, dalla sua esperienza con gli Entourage – Enter in our age e ancora, da altri in editi pronti ad essere pubblicati nel corso di questo nuovo anno.

Inoltre, attraverso un vivido itinerario di parole, Panama racconterà cosa lo ha affascinato del quadro, tra sensibili messaggi di parole e segmenti iconografici, il messaggio che esso contiene e come quest’opera abbia dato impulso alla sua personalissima visione dell’arte della musica nel mondo che oggi conosciamo, l’influenza del rock’n’roll nel 1890 (un tempo apparentemente anacronistico ma che sarà parte integrante del set), quasi a simulare il ciclo della vita, ripercorrendo le più importanti domande esistenziali di sempre, prospettate anche dal pittore francese post-impressionista.

Luciano Panama

Noi de Il pensiero mediterraneo abbiamo avuto il piacere di conversare con l’artista Luciano Panama.

1) Cosa ti ha spinto a dare vita a questo progetto?

La mia immaginazione ha giocato un ruolo fondamentale. L’idea è nata qualche settimana dopo che ho ubicato nel salone di casa mia una copia di quest’opera. Osservandola per giorni con attenzione si è stabilito un dialogo, Gauguin e il suo operato mi hanno posto delle domande (oltre quelle che danno il titolo alla tela) su cui nel tempo abbiamo dibattuto… ripeto la mia immaginazione ha giocato un ruolo fondamentale.

L’epilogo è stato la costruzione di un set in cui l’opera e il suo autore stanno al centro del senso di questo concerto e mi aiutano a disquisire su alcuni temi che mi affascinano da sempre. Ho già fatto dei concerti da solo con chitarra acustica pianoforte e voce, tante date per il mio ultimo album Piramidi, lì ho capito che voglio sviluppare un altro modo di stare sul palco, amo i live con la band al completo dove i volumi e certe sonorità prendono il predominio, ma crescendo sto iniziando ad amare anche dei set con delle canzoni e degli argomenti che approfondisco. Capolavori come questo o altri nella pittura, per me, sono i migliori compagni di viaggio, forse i più inusuali per un musicista, di solito ci si affida alla letteratura o alla poesia ma io nei colori nelle linee e nelle forme mi trovo a mio agio, portare dei quadri sul palco e parlarne suonando le canzoni che scrivo mi affascina molto e a mia memoria non ricordo qualcosa di simile, per cui mi imbatterò sempre più spesso in questo esperimento, mi sembra anche una forma nuova per parlare d’ arte.

2) Scegliere Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? è stato di grande effetto. Oltre a chiederti come mai la scelta è ricaduta su quest’opera, ci sono altre opere che nomineresti per rispondere ad ogni singola domanda posta nel titolo di Gauguin?

Come la scelta sia ricaduta su questo quadro ne ho parlato sopra, mentre se penso adesso a un’opera che potrebbe rispondere almeno in parte alle domande di Gauguin mi sorge in mente Così parlò Zarathustra è una lettura che ho fatto qualche anno fa e che mi ha colpito profondamente. Adesso mi viene in mente questa ma ce ne saranno sicuramente delle altre.

3) Molti artisti, nel senso più ampio del termine, lamentano di quanto, in questo periodo storico, si stia facendo poco per l’arte. Tu cosa ne pensi a riguardo?

Credo che ogni artista, o aspirante tale, può fare il suo piccolo gesto per l’arte, per quello che lui stesso ritiene arte e senso di fare l’artista…  Io vengo dalla scuola Do It Yourself dove fai tutto da solo o quasi perché hai una necessità e secondo me è giusto così, anzi è la strada migliore, aspettare gli altri non mi è mai piaciuto.

4) Secondo te, si può sfruttare questa crisi culturale per “cicatrizzare” quindi, la rottura tra la concezione dell’arte passata e futura?

Per cicatrizzare intendi avere un nuovo mondo culturale? Una nuova corrente artistica? Penso siano cicli quindi un cambiamento arriverà, quindi si, un nuovo ciclo inizierà, come è già successo in passato, ma anche negli ultimi vent’anni ho visto dei cambiamenti netti, speriamo questa volta si torni a pensare alla musica come cultura e non solo come fenomeno di costume o intrattenimento per quanto io rispetti ogni approccio amo collocare la musica in un mondo che ci fa pensare e ci erudisce. Quindi spero che l’arte futura sia sempre più vicino alla mia concezione.

Credo anche che, con il trascorrere del tempo i valori debbano cambiare, ma solo con dei nuovi valori che abbiano un senso ancora più forte e per trovare questo senso bisogna attraversare anche una fase di “nonsense”, quindi affrontarla, portando comunque il meglio di se stessi al mondo.

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