di Pompeo Maritati
Il fenomeno del trumpismo rappresenta una delle espressioni più complesse e controverse della politica contemporanea, una corrente ideologica che non si esaurisce nella figura di Donald Trump, ma che incarna un modello di leadership populista, nazionalista e fortemente polarizzante. Il suo impatto non si limita agli Stati Uniti, ma si estende a livello globale, influenzando movimenti e leader che vedono nella sua retorica un punto di riferimento. Uno degli aspetti più preoccupanti del trumpismo è la sua capacità di delegittimare le istituzioni democratiche, sovvertendo le regole del gioco e spostando il potere decisionale da organi tradizionali verso figure che operano al di fuori delle strutture governative. In questo contesto, emergono soggetti come Elon Musk, la cui influenza sul panorama politico ed economico si è ampliata in maniera esponenziale. Musk, grazie al controllo su piattaforme di comunicazione di massa come X (ex Twitter), ha acquisito un potere che, di fatto, gli consente di condizionare il dibattito pubblico e influenzare la politica internazionale senza essere sottoposto ad alcun vincolo democratico.
La connessione tra trumpismo e l’ascesa di magnati come Musk è il sintomo di una trasformazione profonda della democrazia, che sembra regredire a dinamiche più simili a quelle del Medioevo che non a quelle della modernità. In epoca medievale, il potere era concentrato nelle mani di pochi signori feudali, che governavano territori vasti senza un reale controllo da parte dei governati. Allo stesso modo, oggi assistiamo a un trasferimento di potere verso individui che, grazie al controllo delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione, possono plasmare la realtà secondo le loro visioni personali, senza che vi sia una reale possibilità di contrasto da parte delle istituzioni tradizionali. Un altro aspetto critico è la reazione delle masse di fronte a questa concentrazione di potere. Se in passato le rivoluzioni e le proteste popolari hanno rappresentato un argine ai soprusi delle élite, oggi si assiste a una crescente ignavia, una sorta di chiusura in se stessi da parte della popolazione. La capacità di indignarsi e reagire sembra affievolita, forse a causa di una rassegnazione generalizzata o della frammentazione dell’opinione pubblica, orchestrata da algoritmi che limitano l’accesso a informazioni critiche e privilegiano la polarizzazione.
In conclusione, il trumpismo e l’ascesa di figure come Elon Musk sono due facce della stessa medaglia: un mutamento epocale in cui la democrazia rischia di essere svuotata dall’interno. La sfida più grande non è solo comprendere questo fenomeno, ma trovare strumenti efficaci per contrastarlo, risvegliando nelle persone quel senso di partecipazione e responsabilità collettiva che ha sempre rappresentato il motore del progresso democratico.