Dall’Antologia poetica “Tramonti di parole” un poeta al giorno: Maria Rita Bozzetti
a cura di Pompeo Maritati
Con l’Antologia Poetica Tramonti di Parole abbiamo dato voce a un coro di sensibilità, visioni ed emozioni che meritano di essere ascoltate una per una, con attenzione e gratitudine. Da oggi, o quasi ogni giorno, proponiamo una recensione dedicata a uno dei componimenti pubblicati, non come esercizio critico, ma come gesto di riconoscenza verso chi ha donato la propria parola a questo progetto collettivo. Ogni poesia è un tramonto diverso, un frammento di luce che si posa sul cuore e sulla mente. Rileggerle, commentarle, farle risuonare è il nostro modo di dire grazie a tutti gli autori e le autrici che hanno reso possibile questa iniziativa, trasformando un’idea in un orizzonte condiviso.
Cosciente
di Maria Rita Bozzetti
Un manto rosso di cielo
copre la terra e il mare
nell’ora che inizia l’incontro
dell’ultima luce con il suo buio.
È colore che scioglie dubbi,
livella asperità, scende profondo
dove il Nulla tace
sommerso da un giorno,
indaffarato e caotico,
in attesa di riprendere scettro di padrone
che smorza speranze.
Lento è il cammino verso la notte
e spesso si alimentano pensieri
vivi che incoraggiano il cuore.
Sono, questi, schizzi di sogni,
palline di gioco infinito,
suoni vibrati da pietre,
ricami e trafori di parole su orizzonte,
che cadendo nell’oscurità
colmano il Vuoto,
gli negano materico senso,
lo relegano ad un silenzio
che lo assenta.
Sono le schegge d’emozione
a riempire di cosciente gioia d’essere
il tempo del corpo,
in un tramonto d’estate.
Maria Rita Bozzetti e il tramonto della coscienza
Riflessione su una poesia che attraversa il Vuoto e lo trasforma
La poesia Cosciente di Maria Rita Bozzetti è un viaggio lirico che si muove tra cielo e mare, tra luce e buio, tra il caos del giorno e il silenzio della notte. Fin dai primi versi, l’autrice ci immerge in un’atmosfera sospesa, dove il rosso del cielo non è solo colore, ma segnale di passaggio, di confine, di incontro tra opposti. È in quell’ora che la luce incontra il suo buio, e la coscienza si fa vigile, pronta a cogliere ciò che resta quando il giorno si ritira.
Maria Rita non descrive semplicemente un tramonto: lo trasfigura in simbolo, in manto che copre e avvolge, che scioglie dubbi e livella asperità. Il rosso diventa balsamo, profondità, immersione nel silenzio del Nulla, che non è assenza ma spazio da interrogare. Il giorno, indaffarato e caotico, si ritira, e con esso le speranze che il tempo spesso smorza. Ma proprio in quel ritiro, in quel lento cammino verso la notte, si accendono pensieri vivi, capaci di incoraggiare il cuore.
La poesia si fa allora resistenza, non opposizione al buio, ma attraversamento consapevole. I pensieri diventano schizzi di sogni, palline di gioco infinito, suoni vibrati da pietre, immagini che uniscono leggerezza e profondità, che ricamano l’orizzonte con parole capaci di colmare il Vuoto. E quel Vuoto, negato nel suo materico senso, viene relegato a un silenzio che lo priva di potere. È la parola poetica, in tutta la sua forza evocativa, a compiere questo gesto: non gridare contro l’oscurità, ma riempirla di senso, di emozione, di presenza.
Bozzetti ci conduce così in un tramonto d’estate che non è solo paesaggio ma tempo del corpo, tempo dell’essere. Le schegge d’emozione diventano materia viva, gioia consapevole, coscienza che non teme il passaggio, ma lo abita. La poesia non è rifugio, è atto di esistenza, è gesto che trasforma il silenzio in spazio abitabile, il buio in occasione di ascolto, il Vuoto in luogo di pienezza.
Cosciente è una poesia che non cerca risposte, ma accoglie il mistero, che non teme la dissolvenza, ma la trasforma in canto. È un invito a restare presenti, a sentire, a riconoscere nella bellezza del tramonto non la fine, ma la possibilità di un nuovo inizio, dove la coscienza si fa luce che non si spegne.