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Due mostre in un bel pomeriggio di sole: personale di Gianni Caravaggio e di Lena Shaposhnikova

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Di Serena Rossi

Due mostre molto belle in location differenti ma vicine a piediIl sole che filtra tra le foglie” personale di Gianni Caravaggio alla galleria Kaufmann Repetto fino al 9 aprile via di Porta Tenaglia 7 zona Moscova-Lanza e “Gli occhi hanno paura ma le mani fanno” personale di Lena Shaposhnikova alla Galleria Amy-d fino al 10 aprile via Lovanio 6 zona Moscova-Brera

Passando un bel pomeriggio di primavera per mostre a gallerie, girando in bicicletta, Milano sembra vivibile e si respira aria d’arte. Anche se una grande preoccupazione va all’aria realmente inquinata, non piove da parecchio.

Nella prima galleria, la Kaufmann Repetto, di respiro internazionale che ha una sede anche nel centro di New York, ho trovato la personale di Gianni Caravaggio, artista italiano nato in provincia di Chieti nel 1968 che oggi vive e lavora tra Milano e Stoccarda. Il suo Curriculum segna grandi partecipazioni anche all’estero e notevoli riconoscimenti. Avevo già visto qui una sua personale qualche anno fa e mi aveva già colpita per essenzialità di linguaggio e pulizia del discorso. Oggi quello che più mi ha affascinato è il gioco della luce che riverbera sulle sue opere, con questa mostra segnala il concetto di non permanenza.

Gianni Caravaggio: il sole che filtra tra le foglie – The sun filtering through the leaves, 2022

La caducità della natura viene riportata dalla sua scultura ottenuta con fusione a cera persa di foglie di Palma vere poi bruciate usate come stampo reale, queste sculture di bronzo sono installate abbracciate a grandi foglie vere, verdi, ariose e spaziano nella stanza. In un grande abbraccio risolve il nostro rapporto con la natura, ci sono anche dei disegni di medie dimensioni a grafite appesi che ritraggono pochi tratti di mani e foglie, oppure sfumature ed evanescenze, forse gli ariosi studi delle opere scultoree.

Installation view, Kaufamm repetto, Milan

Nell’altra grande stanza si trova un blocco di marmo Verde Guatemala con mancanti pezzi di foglie e su di esso inciso un bassorilievo di una grande foglia di palma, maestosamente scolpita.

Discorso lindo, essenziale che trova il suo apice in due segmenti di onice esposti in due piccoli spazi della galleria, l’Artista dice che rappresentano l’alba. Gianni Caravaggio dice…Continuo a pensare ai raggi di sole che hanno fatto incantare il mio pensiero immaginandoli come dei raggi di onice giallo. Un blocchetto lungo e rettangolare è suddiviso in nove bastoncini con cui disegnare il sole per ogni mattina. Immagino di poter estendere i raggi di onice giallo in vari modi lungo una linea orizzontale. I gesti che compongono la figura aurorale non sono fissi, sono liberi e vivi. Questo dà l’impressione che la figura sia fugace ricordando comunque il corpo del blocco iniziale.

Come sempre, non è una novità, in questa bella galleria di Milano si possono trovare opere che sono eccellenze del panorama artistico contemporaneo internazionale.

Gianni Caravaggio (1968, Rocca San Giovanni, Italy) vive e lavora a Milano. Le più recenti mostre personali dell’artista includono: Als Natur jung war / When Nature was Young, Kunstmuseum Reutlingen (2021); Iniziare un Tempo, Museo Novecento, Firenze (2018); Sostanza Incerta, The Open Box, Milano (2017); About Things Bigger Than Us, Galerie De Expeditie, Amsterdam (2016); Finalmente Solo / Enfin Seul, Musée d’art moderne et contemporain de Saint-Etienne Métropole, Saint-Etienne (2014); MA*GA, Gallarate, (2014); e Scenario, Collezione Maramotti, Reggio Emilia (2008). Le sue opere sono state esposte in numerose mostre collettive, tra le quali: MASI – Museo d’Arte della Svizzera Italiana, Lugano (2018); Collezione Acacia, Museo del Novecento, Milano (2016); Avviso di garanzia, Fuori Uso, ex tribunale di Pescara (2016); Il Pane e le Rose, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano (2015); Ritratto dell’artista da giovane, Castello di Rivoli, Torino (2014). Tra gli altri, l’artista è stato riconosciuto con il Premio Acacia, Milano (2013); il Castello di Rivoli Prize, Torino (2008); e lo Special Fund Prize, MoMa PS1, New York (2002)

Passando alla seconda mostra alla Galleria Amy-d sono stata trasportata in un altro mondo fatto di guerra, movimento, scoppi e cani arrabbiati e spazzature.

Courtesy of the artist and Kaufmann repetto Milano / New Yoork

Qui la pittrice siberiana Lena Shaposhnikova, giovane artista di 32 anni che vive e lavora a Firenze, con grandi tele dipinte interamente ad olio e piccoli libri d’arte contenenti tanti acquarelli e disegni a matita rappresenta la realtà della guerra, voluta da Putin in Siberia, la repressione della libertà di stampa e di pensiero. Mi ha colpito per assonanza con la mia ricerca pittorica sugli animali arrabbiati la grande tela che rappresenta appunto dei cani arrabbiati e molto affamati intorno ad un grande sacco di spazzatura dal titolo Neve gialla, 100×105 cm olio su tela. 

Sono visioni dell’immaginario in sequenze oniriche e irreali, la pittura di questa giovane artista fa incontrare il presente con la storia, il privato con il politico, l’individuo con la memoria collettiva e il reale con la finzione. Caratteristica del lavoro pittorico è l’anonimità dei volti, il colore e la figura ritratta vengono de-individuato e denaturalizzati assumendo un forte valore simbolico. Dal testo critico di Evfrosiniya Bumazhnova.   

L’Artista ritrae poliziotti, automobili e scene di gente deportata, spostamenti di corpi come sacchi vuoti.

Si tratta di una potente pittura figurativa evocativa e lirica che tende all’astrattismo, con punti e piccoli inserimenti di bianco ad indicare un altro piano e un ulteriore spazio aperto, che sia un nuovo punto di vista? Una nuova spiegazione di fenomeni ingiusti ed insondabili come le guerre?

Bella mostra dove gli spazi sono ben attribuiti e le grandi opere respirano e dialogano con lo spettatore il nuovo linguaggio delle arti contemporanee.

Elena Shaposhnikova è nata a Irkutsk (Federazione Russa) nel 1990. Si diploma presso il Collegio d’Arte Statale di Irkutsk, e nel 2013 si laurea all’Università tecnica Statale di Irkutsk presso la facoltà di Architettura. Nel 2014 inizia il suo studio all’Accademia di Belle Arti di Firenze presso la scuola del prof. Adriano Bimbi, che conclude nel 2018 con il massimo di voti.

Espone in Italia e all’estero. Nella sua arte si uniscono la tradizione artistica italiana, vista la formazione pittorica svolta in Italia, e lo spirito siberiano, che l’artista porta con sé. Attualmente vive e lavora a Firenze.

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