Due uomini…due mariti…due padri… Due lavori afferenti al volo aereo.
Il Comandante François Roux, che vive a Parigi, nel Quartier Latin… E il Professore americano di Ingegneria Aerospaziale della “George Washington University”, Tom Sutton…Non si conoscono.
L’esistenza del primo dovrebbe essere invidiabile, appagante e serena…L’uomo dovrebbe perennemente entusiasmarsi, godere e compiacersi del fascino e della monumentalità dell’azzurro, terso e cristallino cielo, possente e vigoroso simbolo di libertà e di avventura, che alimenta il desiderio di esplorare nuovi orizzonti, evocando appassionanti ed infinite possibilità e suscitando entusiasmanti emozioni. A dispetto della bellezza che lo circonda quotidianamente, tuttavia, il Comandante Roux non è affatto felice, anche se in passato lo è stato molto. Il suo orizzonte, ora, è divenuto buio…tenebroso…oscuro…Da quando sua moglie Heather e suo figlio Jeff lo hanno abbandonato per sempre per andare a vivere a Washington, è completamente chiuso nel suo mondo. È una monade solitaria. Nulla, dall’esterno, può entrare nel suo piccolo cosmo. Niente e nessuno possono scalfire la pesante corazza che si è costruito da sé. La sua casa è divenuta troppo grande per lui soltanto…è triste…vuota…desolata…La sua vita si è trasformata in un deserto di lacrime, di rimpianti e di dolore inenarrabili, anche se ogni giorno tenta con tutte le sue forze di non darlo a vedere a nessuno, soprattutto sul luogo di lavoro. Ora, però, le sue energie si stanno consumando del tutto. Apparentemente, il Capitano Roux è equilibrato e stabile… Esteriormente, sembra “stare bene” … Ma, in realtà, non brama altro che mettere la parola “fine” alle sue sofferenze. Si prepara con accuratezza e precisione certosine per questo. E lo fa servendosi del simulatore di volo che ha appositamente acquistato e che ha sistemato nella camera degli ospiti della sua abitazione.
Il Professor Sutton, dal canto suo, è un uomo fidente…realizzato…pienamente soddisfatto della sua esistenza ed orgoglioso della famiglia che ha costruito. Il suo orizzonte è luminoso…fulgido…pieno di speranze e di fiducia nell’avvenire. Il futuro che vede dinanzi a sé è roseo…lieto…prospero. Nella sua pittoresca casa a schiera collocata lungo “Indipendence Avenue”, a “Capitol Hill”, aspetta, impaziente, il ritorno dei “due grandi amori della sua vita”: sua moglie Manon e sua figlia Lèa, di quattro anni, che si sono recate a Parigi per far visita ai suoi suoceri. L’attesa di Tom, purtroppo, è vana…Manon e Lèa non solcheranno più la porta di casa loro. Dalla televisione apprende che il “volo AF 1519”, proveniente da Parigi e diretto a Washington, sul quale si erano imbarcate poche ore prima, è improvvisamente ed inspiegabilmente scomparso dai radar. Il primo pilota di quell’aereo era proprio il Capitano François Roux. È l’inizio del dramma…della catastrofe…dell’angoscia…del dolore profondo e sordo…del vuoto…del silenzio…del lutto…I buoni auspici per un avvenire radioso crollano tutti inesorabilmente…ad uno ad uno.
Due uomini…Due mariti…Due padri…Due estranei, accomunati inconsapevolmente dal loro impiego. Due diversi modi di affrontare, considerare, e vivere, l’esistenza. Le loro vite, così distanti e sinora svoltesi su due linee parallele, ad un certo punto si sono intersecate in un tragico avvenimento… Quali scelte faranno i due uomini? Riusciranno a recuperare la fiducia e la speranza nella vita e nell’avvenire, o si lasceranno andare per sempre allo sconforto e alla disperazione? Si faranno travolgere e vincere dal dolore o riprenderanno in mano, con coraggio, il loro stesso essere, la loro esistenza e il loro futuro? E con quali esiti?
Quale sarà il definitivo epilogo di questa storia?
Tom Sutton e François Roux incarnano ogni essere umano. Ognuno di noi fissa l’orizzonte. Quel luogo dal quale l’occhio può spaziare in tutte le direzioni. Ma quale di queste direzioni prendere? L’esistenza, più o meno felice, che abbiamo condotto, quanto ci può influenzare in questa scelta? Le difficoltà…i problemi…le tragedie…i lutti di diverso genere che costellano la nostra vita, possono riuscire a mutare il nostro modo di scrutare l’orizzonte? E fino a che punto?
Tom Sutton, malgrado tutto ciò che era avvenuto, decide che il “suo orizzonte” non sarebbe mai cambiato. Non lo avrebbe permesso: non esiste buio…oscurità…da cui non si possa uscire. Tom sarebbe rimasto lo stesso di prima. Sarebbe diventato un “cacciatore di orizzonti” fausti e propizi…di nuovi desideri…di nuove passioni ed aspirazioni. L’orizzonte da lui scrutato sarebbe stato sempre connotato di positività…di prospettive ottimistiche…di curiosità per le cose e voglia di esplorare e di fare nuove scoperte…di gioia, vitalità e creatività…di plurimi e variegati slanci ed interessi… di voglia di stare con gli altri ed aiutarli in caso di necessità, proprio come gli altri avevano fatto con lui quando ne aveva avuto maggiormente bisogno. Grato della fortuna che aveva avuto in precedenza, avrebbe ricambiato tutto il bene ricevuto. E ne avrebbe elargito agli altri in grande quantità, senza chiedere nulla in cambio. Avrebbe accettato di buon grado la vita e l’amore, così come gli si sarebbero presentati. Senza “se” e senza “ma”. Li voleva accogliere entrambi nel migliore dei modi. Voleva dire “sì” alla vita ed arginare i “no”. Un orizzonte amorevole… di valori e di principi solidi…un orizzonte paziente…generoso…umano…Di brama di condivisione e di rispetto…di amicizie…di buone speranze…di costante voglia di costruire cose belle.
L’orizzonte della sua esistenza sarebbe rimasto lo stesso di prima…Bellissimo…! Fantastico…Affascinante…Il “suo” orizzonte…
Giunto quasi alla “fine”, anche François Roux, in realtà, si era ravveduto, riscoprendo la speranza…L’amore per la vita, per quanto difficile, amara e complessa fosse…Il desiderio di “guardare” …scandagliare…penetrare l’orizzonte con fede e ottimismo aveva miracolosamente ed inaspettatamente ripreso il sopravvento su di lui.
L’orizzonte…Non è solo il tratto di cielo a noi visibile…È l’insieme delle prospettive che si aprono all’azione umana ed all’evolversi delle situazioni…Ogni essere umano ne ha uno…Gli appartiene…È “suo” …Soltanto “suo” … Ed è diverso da quello di tutti gli altri.