di Antonio Pistillo
Con l’estate alle porte, il sistema ricettivo e ristorativo del nostro territorio è in fermento.
Le città costiere si preparano a intercettare l’ondata di visitatori, forti di un’offerta balneare consolidata, ma anche i nostri borghi dell’entroterra e le aree rurali delle Murge stanno affinando strategie di accoglienza che puntano su autenticità, qualità e sostenibilità.
Masserie, agriturismi, cantine, piccoli ristoranti e produttori locali rappresentano un patrimonio straordinario di ospitalità e cultura enogastronomica.
Qui l’esperienza turistica si intreccia con il vissuto contadino, con il paesaggio modellato dagli ulivi e dai muretti a secco, con la lentezza di una vita che ancora sa ascoltare i ritmi della natura.
Tuttavia, se vogliamo veramente intercettare il turismo di qualità, quello che genera ricchezza diffusa e duratura, dobbiamo avere il coraggio di superare vecchie logiche campanilistiche.
L’overtourism – che congestiona alcune zone lasciandone altre ai margini – si combatte solo con una visione sistemica e condivisa del territorio.
Serve costruire percorsi itineranti di accoglienza, capaci di mettere in rete le eccellenze delle città d’arte, dei borghi rurali e delle aree interne. Solo così sarà possibile distribuire i flussi turistici, valorizzare l’intera offerta territoriale e, soprattutto, offrire ai visitatori un’esperienza ricca, autentica e indimenticabile.
È il momento di ragionare in termini di territorio diffuso, dove ogni comune, ogni operatore, ogni evento sia parte di un racconto corale. Le Murge non sono una periferia, ma un cuore pulsante di cultura, tradizioni e sapori. Abbiamo tutto per essere protagonisti, a patto di esserlo insieme.
L’estate che sta arrivando può e deve essere l’occasione per dimostrare che l’unione fa la forza, anche nel turismo. Lavorare in sinergia significa offrire di più, meglio, e per tutti.