IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Giuseppe Candido il vescovo scienziato

4 min read
Candido-Gioseppe

Candido-Gioseppe

di Giorgio Mantovano

La sera del 14 gennaio 1859 Padre Miozzi, docente del Liceo classico che verrà poi intitolato a Giuseppe Palmieri, fu il primo ad illuminare elettricamente l’atrio della Prefettura, all’arrivo in Lecce di Re Ferdinando II.Giuseppe Candido, brillante studente di quel Liceo, fu uno dei suoi discepoli prediletti ed in breve superò il maestro, dedicandosi a quel ramo della fisica, allora poco esplorato industrialmente, dell’elettricità.

Cosimo De Giorgi nutrì enorme stima nei confronti dello scienziato Giuseppe Candido. “Nelle sue mani”, scrisse, “l’elettricità, come docile ancella, ubbidiva ai desideri ed ai comandi del suo padrone”.Ed aggiunse: “Lo si vedeva trascorrere per le vie della città, alto e smilzo della persona, dalla faccia aperta e franca, dalla fronte alta, dall’occhio pieno di vita, di bontà e d’intelligenza, dal passo concitato e frettoloso.

Sgusciava non visto tra la folla, taciturno come un velocipede, non avvertito da nessuno e spesso accompagnato da me e dal meccanico Cesare Macchia, al quale affidò fin d’allora la cura degli orologi elettrici, e seguito con lena affannosa da uno o due artigiani leccesi. E correva dal Seggio municipale, in piazza S. Oronzo, al Liceo Palmieri, da questo all’Ospedale civico, dall’Ospedale alla Prefettura, da questa alle officine del meccanico Romano o del fabbro Giancane. Che cosa mulinava pel capo, che cosa faceva? Egli aveva già ideato e fatto costruire nel 1871 in Napoli dal meccanico Augusto Bernard un tipo di orologio elettromagnetico mosso esclusivamente dalla corrente elettrica; ora doveva trasmettere la segnalazione delle ore ai diversi quadranti dei nostri orologi pubblici”.Un giorno, annotò il De Giorgi, “chiesi al Prof. Candido un suo ricordo autografo per un mio album di memorie.

Egli sulle prime si schermì; ma avendolo pregato di segnarmi ciò che egli stesso pensava sull’utilità pratica dei suoi orologi elettrici, vi scrisse queste parole: Ho dimandato spesso a me medesimo che cosa fanno e che cosa sono gli orologi elettrici in un paese. Dopo averne ideato e collocato parecchi in questa città, mi sembra che sieno dei veri telegrafi elettrici che dispensano gratuitamente e simultaneamente a migliaia di cittadini 1533 dispacci al giorno per far sapere a ciascuno il suo momento di tempo. Lecce 10 gennaio 1871″.Per questa applicazione dell’elettricità ai nostri orologi pubblici, egli rifiutò qualsiasi compenso dall’Amministrazione Comunale, da quella provinciale e dalla Congregazione di Carità.

Separatore di testo
Rivista online Il Pensiero Mediterraneo - Redazioni all'estero: Atene - Parigi - America Latina. Redazioni in Italia: Ancona - BAT - Catania - Cuneo - Firenze - Genova - Lecce - Marsala - Milano - Palermo - Roma - Trieste. Copyright © All rights reserved. | Newsphere by AF themes.