Il 26 febbraio in Paraguay si celebra l’omaggio all’immigrato, argomento scottante di questi tempi ma non in questo Paese

di Tiziana Leopizzi
Come ben sappiamo la “scoperta” di Colombo aprí il Nuovo Mondo e a torto o a ragione questa é la storia.
Dalla fine dell’’800, le rotte furono battute più che per motivi di conquista come in precedenza, per cercare in realtà di allontanarsi dalla miseria, dalla fame e dai flagelli del Novecento, il cosiddetto “secolo breve”. Tanti disperati decisero cosí di lasciare l’Italia scegliendo di sfidare l’ignoto, confidando nella buona sorte.
Nonostante le condizioni proibitive, pensiamo un attimo cosa poteva significare stivarsi, perché di questo si trattava, a bordo di quei “legni” per affrontare la traversata dell’Atlantico… Incoscienti, coraggiosi, disperati, sagaci ma i sopravvissuti si radicarono sul territorio.
Il Paraguay, grande più o meno come la Germania, é sulle rive dell’omonimo lunghissimo fiume, linfa vitale di questo Paese che confina 3 giganti come Argentina, Bolivia e Brasile. Ha subito sofferenze atroci, tanto da arrivare ad essere praticamente spopolato, gli uomini soprattutto furono il bersaglio preferito, proprio per i numerosi conflitti che lo afflissero dal 1870 alla metà del Novecento. Non é certo questa la sede per raccontarne la storia.
Qui ora si fa festa. La giornata del 26 febbraio è una giornata dedicata alla figura giustamente mitica dell’immigrato che in parecchi casi ha contribuito alla fortuna di questo Paese, e per questo i paraguaiani, che hanno sempre un nonno o un bisnonno europeo, fanno a gara per testimoniarne le virtù.
A Plaza Italia, il nostro Ambasciatore Marcello Fondi ha accolto un pubblico folto e partecipe, dando inizio al programma con il presidente del Com.it.es,
Il Comitato degli Italiani all’estero, il Cavaliere Jose Alfredo Zanotti Cavazzoni che è anche presidente del Circolo degli Italiani.
Prima gli Inni di entrambi i Paesi, quindi é stata la volta dei musicisti in erba della Dante Alighieri che ha una particolare attenzione alla formazione musicale.
Quindi appuntamento al Porto, sul fiume Paraguay, recentemente riportato agli onori del mondo e vitale nonostante non sia più l’approdo, per rendere omaggio a una scultura-simbolo dell’infanzia, non certo dorata, dedicata a tutti i bambini al seguito delle loro famiglie.
Una “regia” assolutamente speciale ci ha presentato un magnifico arcobaleno che completava la sorpresa degli astanti già incantati alla vista del meraviglioso organo ad acqua. La Farmacia Catedral ci aspettava per finire la serata e che proprio il 26 febbraio compiva 120 anni di attività e che per l’occasione ha anche aperto la porta del suo significativo Museo.

Si deve proprio agli avi di Zanotti Cavazzoni questa importante attività che lo stesso presidente ci ha presentato. Ha voluto ricordare le significative parole con cui suo nonno concludeva il tradizionale pranzo della domenica, tassativamente come ora dedicato alla famiglia : “ringraziamo il Cielo, anche oggi abbiamo mangiato”, cosa non cosi scontata né nell’ Italia da cui erano scappati, né in Paraguay.
Avvocato e imprenditore, Zanotti è grato senza alcuna retorica al suo bisnonno per il coraggio e le capacità dimostrate, ed è giustamente orgoglioso
della famiglia che, nel corso del tempo ha dato vita a diverse attività, di cui probabilmente la più importante é proprio la farmacia Catedral il cui testimone è passato saldamente in mano degli eredi che fedeli alle consegne hanno dato ulteriore impulso e che oggi sono alla guida di uno stabilimento d’eccezione di prodotti farmaceutici a livello internazionale.
Un danzatrice d’eccezione, la professoressa Isabela Calcena della Dante, ha salutato gli ospiti tra gli applausi.


