Il Brasillach di Pierfranco Bruni in tragico d’infinito. Un libro profondo e affascinante per l’editore Solfanelli

Pierfranco Bruni ritorna a un suo “amore” antico. A Robert Brasillach. Fucilato nel 1945 accusato di “intelligenza con il nemico”. Ma Pierfranco Bruni va oltre in questo splendido e profondo racconto nel quale crea una stretta comparazione anche con Albert Camus e Cesare Pavese. Il mondo intellettuale di anni che hanno firmato una storia di umanità.
Un titolo molto suggestivo: “Robert Brasillach. In tragico d’infinito”, collana Micromegas, edito da Solfanelli, pp. 134, euro 11.00. Un percorso affascinante. Introduzione di Franca De Santis con un saggio inedito di Pino Tosca e breve antologia.Robert Brasillach. Un poeta, uno scrittore, un giornalista nella Francia tra rivolta, conflitti, contraddizioni e tentativi di rivoluzione. Una Francia la sua, che aveva superato “l’epica” dell’Illuminismo e si era inserita, già dal primo Novecento, attraverso una cultura delle innovazioni e delle arti, in una visione esistenzialista più umbratile.
Le radici di questa “decadenza” affondavano in Baudelaire e Apollinaire e scavavano una dimensione tra l’onirico e il tragico, di cui anche la politica risentiva. Un tempo questo che vedrà forte l’impegno e le sperimentazioni artistiche.
In una tale temperie, in cui la considerazione dell’antipolitica si era aperta a uno spiraglio dialettico, il politico e letterato Brasillach si pone al centro con le sue discussioni, con i suoi saggi e articoli giornalistici e soprattutto con un narrare che ha come riferimento la “confessione”.
In questo libro di Pierfranco Bruni si sottolinea l’importanza del Brasillach religioso e cattolico, del poeta che ripercorre il cammino del Cristo in Croce e la sua Passione in una visione ontologica e metafisica. Emerge l’uomo di fede che interpreta la storia e i fatti come elementi fenomenologici in una complessità di letture, la cui direzione è restare coerente sino alla fine.
[ISBN-978-88-3305-649-4]
Pagg. 134 – € 11,00