Il Femminile nell’ opera di J. R. R. Tolkien tra Apollineo e Dionisiaco ( Ungoliant, Shelob, Thuringwethil e Galadriel)

di Fabrizio Manco
Parte prima:
Introduzione. Il Femminile oscuro nelle opere di J. R. R. Tolkien ( 1892 – 1973 ) e il tema della Donna/ Ragno nell’immaginario della cultura Pop contemporanea.
Nel vasto universo della Terra di Mezzo di Tolkien le figure femminili anche se non tantissime sono però molto presenti e molto delineate nei loro tratti caratteristici. Tuttavia, il Femminile nelle opere di J. R. R. Tolkien ( 1892 – 1973 ) , come Il Silmarillion e Il Signore degli Anelli, non è un Femminile omogeneo e ad unica dimensione, ma bensì è rappresentato nei due Opposti che regolano il mondo e l’ universo: nel lato Apollineo e Dionisiaco.
Le figure femminili Dionisiache o Ctonie nell’opera di Tolkien sono le creature aracniformi Shelob e Ungoliant. Mentre per quanto riguarda il Femminile Apollineo, esso è rappresentato principalmente dalla figura della regina degli Elfi Galadriel.
Il tema della Donna/ ragno è particolarmente presente nell’immaginario della cultura Pop contemporaneo, ma non soltanto. La Donna/ Ragno/ Regina Oscura l’ho trovata ad esempio in molte opere fumettistiche, narrative e fantascientifiche. Questa immagine è molto presente infatti nelle opere Fantasy e fantascientifiche come il racconto Horror di Niel Gaiman Coraline , dal quale è stato tratto nel 2009 un bellissimo film del regista Henry Sileck realizzato con la tecnica dello Stop/ motion. In questo racconto ( e successivamente nel film), un essere di nome Beldam , un mostro muta forma di genere femminile, rapisce i bambini con un inganno diabolico: quello di assumere le sembianze delle loro madri. Fa così anche con Coraline, la ragazzina protagonista del racconto e del film. Nel corso della storia il mostro di nome Beldam si rivela una creatura Aracniforme , una sorta di Regina degli Inferi Oscura e tenebrosa che si nutriva delle anime e dei desideri dei bambini.
Un altro film dove è possibile rintracciare il Femminile aracniforme è La covata malefica ( The Brodo, 1979 ), del regista David Cronenberg, nel quale una donna mostruosa proprio come un ragno femmina cova i suoi bambini, che ovviamente non sono altro che dei piccoli mostri. E qualcosa del genere la si trova raccontata anche in un racconto Horror dello scrittore Francese Guy De – Moupassant ( 1850 – 1893 ) in un racconto intitolato La madre dei mostri. La mitologia , il cinema, la letteratura, la poesia e l’arte in generale hanno quindi da sempre rappresentato il lato oscuro e tenebroso del Femminile. Nel cinema in particolare compare anche il tema della Donna/ Androide oscura e tenebrosa: il film capolavoro del regista Tedesco Fritz Lang ( 1890 – 1976 ) Metropolis del 1925 , rappresenta la prima donna androide o Cyborg della storia del cinema. Anche il romanzo fantascientifico Eva futura ( L’ Eve future, 1886 ) di Auguste De Villiers de lisle – Adam ( 1838 – 1889 ) , racconta la storia della prima donna/ Cyborg della letteratura fantascientifica, creata dalla mente di Edison nei sotterranei di New York. Il tema oscuro del femminile artificiale lo troviamo in molti video musicali di cantanti Pop contemporanee : Lady Gaga, Bayonce , Katy Parry ….
Ciò che raccontano tutti questi video che ho analizzato è sempre la stessa tematica del Femminile oscuro , tossico e tenebroso. La maggior parte dei video di Lady Gaga seguono infatti quasi tutti questo filone con numerosi richiami ad una certa simbologia Esoterica oscura. Nel video originale del brano Bloody Mary, Lady Gaga incarna la Regina delle Tenebre , una sorta di parodia oscura della Regina Celeste ( Vergine Maria). Ad un certo punto nel video la Regina delle Tenebre si fonde con una sorta di androide femmina, e il risultato di questa fusione è la Vergine feconda delle Tenebre o Vergine Oscura Regina degli Inferi, un essere femminile tenebroso e oscuro che viene partorito dalla vagina delle Tenebre in una specie di Parto tenebroso.
In alcuni concerti di Bayonce viene eseguito lo stesso filone. In alcuni concerti musicali e video di Bayonce, il Femminile oscuro si unisce al Transumanesimo, così come in Lady Gaga. Il tema del Femminile unito al Transumanesimo lo abbiamo visto accennato nel romanzo fantascientifico Eva futura e nel film Metropolis, mentre nel pensiero ideologico Femminista il testo manifesto di questa immagine è Manifesto Cyborg della filosofa Donna Haraway, pubblicato nel 1985.
In uno dei concerti di Bayonce viene proiettata una grande immagine di un androide dalle sembianze femminili. Il messaggio è chiaro: attraverso la musica commerciale , la letteratura, la filosofia e il cinema si vuole comunicare alle masse che attraverso le arti e il pensiero ideologico sì sta creando un essere artificiale femmina di intelligenza artificiale e fare in modo che la coscienza delle Masse venga ingoiata e inglobata al suo interno come una sorta di Software dentro l’ androide. Non a caso nello stesso concerto viene proiettata l’immagine di una sorta di vagina che sembra ingoiare come una specie di Entità diabolica la massa delle persone al concerto.
Il tema della Donna ragno e della Donna Androide compare in molte cantanti della scena Pop : Katy Parry, Beyoncé, Lady Gaga, Christina Aguilera, Megan Fox, Taylor Swift …. Per citarne soltanto alcune!…
Recentemente , alcuni mesi fa nella città di Tolosa, situata in Francia nella regione dell’Acquitania, un tempo culla del Cristianesimo, è stata organizzata una strana processione con tre giganteschi e mostruosi androidi , due dei quali di fattezze femminili: il primo androide raffigura la Dea Lilith , il secondo il Minotauro e il terzo una inquietante Donna Ragno o Donna scorpione. Ci troviamo di fronte ancora una volta alla stessa tematica, ed è la medesima ovunque: il Femminile mostruoso mutaforma aracniforme che viene sempre di più rappresentato in maniera pervasiva nella cultura contemporanea, sia Pop che letteraria.
La Dea Lilith personalmente la collego al lato oscuro del Femminile; un Femminile quindi oscuro e tossico. La donna e il Femminile sono più materiali e materialisti rispetto all’uomo e al maschile: l’origine della parola Madre è infatti Materia , dal quale derivano le parole Matrimonio , Materia, Maternità e Materialismo. Le tradizioni Esoteriche a mio avviso in maniera erronea, tramandano la concezione che sia il Femminile più vicino al Sacro e allo Spirituale, ma a mio avviso è una credenza errata perché è il Maschile, inteso come Principio Universale, ad essere più vicino al mondo del Sacro e alla dimensione Spirituale. Il pensiero Femminista di matrice Neognostica e pagana tramanda ancora questa errata credenza. Per quanto riguarda il termine Dionisiaco associato al Femminile oscuro lo prendo in prestito dalla filosofia del filosofo Tedesco Friedrich Nietzsche, che nella sua opera la nascita della tragedia ( 1874 ) delinea i contorni di un mondo diviso tra un lato Apollineo e un lato Dionisiaco. Il mondo si regge su questi due opposti : da una parte c’è la luce ( lato Apollineo) e da una parte c’è l’oscurità ( lato Dionisiaco e ctonio). J. R. R. Tolkien nelle sue opere tratteggia un Femminile ambivalente nel caso di Galadriel ( sia Apollineo che Dionisiaco) , e un Femminile totalmente oscuro e tenebroso rappresentato dalle creature aracniformi come Shelob e Ungoliant.
Nonostante nell’immaginario comune l’immagine della donna è sempre Idilliaca e Apollinea, questa è un’immagine molto lontana dalla vera essenza del femminile: perché esso è oscuro e tenebroso.
Parte seconda / primo quadro: Ungoliant e Shelob . Il mostruoso Femminile aracniforme
Nelle opere di J. R. R. Tolkien queste creature aracniformi compaiono essenzialmente in tre scritti: nel Silmarillion, nello Hobbit e nel Signore degli Anelli. La prima vera creatura Aracniforme che compare nella Terra di Mezzo è la gigantesca e mostruosa Ungoliant.
Essa è alleata di Morgoth, con il quale collabora per l’ oscuramento di Valinor. Questa terrificante creatura Aracniforme compare fin dai primi abbozzi e stesure del Silmarillion. Ungoliant incarna perfettamente gli archetipi dell’ oscurità divorante , della morte e della distruzione. Ecco come la descrive J. R. R. Tolkien nel Silmarillion:
“ In un burrone viveva, e assumeva la forma di ragno dall’ aspetto mostruoso, tessendo le sue tele nere in un crepaccio tra i monti. Qui, succhiava tutta la luce che riusciva a trovare , e poi la filava in oscure reti di soffocante tetraggine , finché nessun altra luce riusciva a penetrare nella sua dimora ; e allora era colta da fame “…..
La gigantesca creatura Aracniforme può simboleggiare quindi la metafora della voracità delle tenebre che tutto avvolgono con la loro oscurità; proprio come una gigantesca ragnatela, la quale avvolge il mondo facendolo sprofondare nelle Tenebre.
In un altro passaggio J. R. R. Tolkien descrive Ungoliant con queste parole:
“ …. Andando poi di albero in albero , Ungoliant accostò poi il suo nero becco alle ferite, fino a essiccarli affatto; e il veleno della Morte che era dentro di lei penetrò fin dentro i loro tessuti e li imbozzacchi; radici, rami e foglie, ed essi morirono “…
In un altro passaggio ancora tratto sempre dal Corpus delle storie del Silmarillion, dal capitolo l’ oscuramento di Valinor, leggiamo la seguente descrizione dell’immensa e pericolosa voracità del mostruoso ragno femmina:
“ … e proprio in quell’ ora Melkor e Ungoliant venivano di fretta sopra i campi di Valinor, così come l’ombra di una negra nube portata dal vento scivola sulla terra soleggiata ; giunsero davanti al tumulo di Ezellohar. Poi il buio di Ungoliant sali fino alle radici e Melkor sul tumulo ; e con la sua nera spada percosse fino al midollo ambo gli alberi , li ferì a fondo e la linfa sgorgò quasi fosse sangue, e si sparse sul terreno. Ma Ungoliant la succhio tutta e andando poi di albero in albero pose il suo nero becco alle loro ferite fino a essiccarli affatto; e il veleno di Morte che era dentro di lei penetrò fin dentro i tessuti e li imbozzacchi ; radici, rami , foglie ; ed essi morirono. Ma la sete di Ungoliant non era ancora saziata ed essa andò ai Pozzi di Varda e li prosciugò ; e mentre beveva eruttava nei vapori, gonfiandosi fino a raggiungere una forma così vasta e orrenda che Melkor ne fu spaventato “….
Melkor stesso quindi fu preso da terrore di fronte alle dimensioni immense raggiunte da Ungoliant. Questo passaggio del Silmarillion è a mio avviso molto importante perché descrive tutto l’orrore e l’aspetto ctonio di questa creatura e quindi della natura stessa, la quale voracità e distruttività sembrano non avere limiti. Ma la voracità e l’ ingordigia di Ungoliant non si fermano certo qui. Infatti in un altro capitolo del Silmarillion, la fuga di Noldor, si narra che Ungoliant bramava di divorare anche le gemme che Melkor aveva rubato, ma non i gioielli del Silmarill, i quali erano custoditi in uno scrigno tenuto nel pugno della mano di Melkor. Ungoliant dopo aver in seguito divorato le gemme divenne talmente grande da fare impallidire Melkor. Così continua Tolkien nel capitolo la fuga di Noldor:
“ …. Ma Ungoliant era diventata grande, ed egli ( Melkor) si era rimpicciolito per via del potere che aveva ceduto; ed essa gli si levò contro; e la sua nube gli serrò attorno , e Ungoliant lo avvolse in una serie di corregge avvinghianti con l’intento di strangolarlo . Allora Morgoth diede un terribile urlo e ne riecheggiarono i monti “….
Saranno in seguito i Balrog a salvare Morgoth dalle grinfie di Ungoliant. Queste creature, i Balrog, sono dei demoni di fuoco al servizio dell’ Oscuro Signore ( Sauron).
Per quanto riguarda le origini di Ungoliant, non sappiamo con certezza si trattava all’inizio di un demone femminile che successivamente si incarna in questa forma o nasce già dalla forma di un ragno. Tuttavia il videogioco ispirato al mondo della Terra di Mezzo La Terra di Mezzo: l’ ombra della guerra del 2017, la discendente di Ungoliant, Shelob , è in origine una donna mutaforma aracniforme che scelse la forma di ragno per nascondersi e vivere meglio all’interno delle montagne di Cirith Ungol . Di queste presunte origini ovviamente non c’è traccia nelle parole di J. R. R. Tolkien ma ovviamente è un’ottima ipotesi.
Per quanto riguarda le origini del nome, Ungoliant nel linguaggio Sindarin dovrebbe significare Grande Demone Ragno, mentre nel linguaggio Quenya il nome Ungweliante significa Ragno orrido della notte, termine che si riferisce alle abitudini oscure di Ungoliant.
I discendenti di Ungoliant si sono sparpagliati successivamente nella Terra di Mezzo andando ad abitare i luoghi più nascosti dei boschi e delle montagne. Nello Hobbit, i ragni che Bilbo e la sua compagnia di Nani incontrano a Boscoatro o Boscoscuro sono molto probabilmente i discendenti di Ungoliant. Non appena i Nani entrano nella foresta i ragni li avvolgono nelle loro tele. E soltanto grazie a Bilbo che i Nani vengono liberati, il quale con la sua spada Pungolo riesce a spezzare tutte le ragnatele.
Nel Signore degli Anelli troviamo un’altra discendente di Ungoliant: Shelob. Questa creatura abita le oscure caverne della Terra di Mezzo da innumerevoli anni. Nella seconda parte del Signore degli Anelli, le due Torri, Frodo e Sam sono ingannati da Gollum che racconta loro una menzogna: ossia che l’unico modo per arrivare sul Monte Fato è attraversare le montagne di Cirith Ungol. In realtà Gollum è in combutta con Shelob per farli divorare da lei e prendersi così il tanto bramato Unico Anello. Così Frodo e Sam ingannati da Gollum entrano per sbaglio nella caverna dove dimora Shelob situata all’interno delle montagne di Cirith Ungol. Nel capitolo la tana di Shelob nella seconda parte del Signore degli Anelli intitolato le due Torri, la discendente di Ungoliant viene presentata con queste parole:
“ …. Eppure era ancora in quel luogo, colei che vi era arrivata prima di Sauron, prima che fosse posta la prima pietra di Barad – Dur ; e non serviva altri che se stessa, bevendo avidamente il sangue degli Elfi e degli Uomini, grassa e gonfia per via dell’ interminabile rimuginare i suoi banchetti, tessendo ragnatele d’ombra ; ogni essere vivente era il suo cibo e il suo vomito è oscurità …. “
Come si intuisce subito da questa descrizione, Shelob è praticamente come Ungoliant: enorme, avida , vorace terribile. Dopo aver immobilizzato Frodo con le sue malefiche ragnatele sarà Sam che cercherà di affrontarla il quale grazie all’ aiuto della luce della fiala regalata da Galadriel a Sam durante la sosta nei reami di Lothlorien, riesce a ricacciare il mostruoso essere Aracniforme nel buio dei suoi anfratti.
Nel Signore degli Anelli Shelob come detto prima, compare nella seconda parte della trilogia ( Le due Torri), mentre nella trasposizione cinematografica di Peter Jackson Shelob viene presentata nella prima parte del terzo film Il ritorno del Re, il quale incorpora anche le parti delle Due Torri del romanzo originale di Tolkien.
L’origine del nome Shelob si trova nel pronome Inglese She, che significa Lei , e nel termine Lob, che nell’ Inglese arcaico dovrebbe indicare la ragnatela e le tele dei ragni. E proprio dalle tele dei ragni e dalla tessitura si può risalire alle origini di questo archetipo presente nelle opere di J. R. R. Tolkien.
In un’opera scritta originariamente nel 1930, Il Lai di Aoutrou e Itrou, pubblicata nella rivista Inglese Welsh Review e in formato libro soltanto nel 2024 dalla Bompiani per quanto riguarda l’ edizione Italiana, possiamo comprendere che la presenza dei ragni e delle ragnatele nell’immaginazione di Tolkien è sempre stata una presenza costante, sia a livello metaforico che simbolico.
Il Lai di Atrou e Itrou narra la soria di una coppia che non può avere figli. Atrou decide quindi di rivolgersi ad una fata malvagia che quale si rivela essere una strega, la quale le consegna una pozione da fare bere a sua moglie. Itrou rimane così incinta di due bellissimi gemelli, un maschietto e una femminuccia. Subito dopo Atrou va a recarsi nel regno dove dimora la strega , la quale gli propone di amarla e di stare sempre con lei , ma Atrou rifiuta. Per vendetta la strega lancia un terribile incantesimo su di lui.
Il Lai di Aoutrou e Itrou è un’opera decisamente affascinante ma un po diversa rispetto alle altre opere più leggere come Mr. Bliss, Roverandom e le Lettere di Babbo Natale. Generato dalla parte più oscura e decisamente più Horror di Tolkien, l’opera si segnala per la presenza della tessitura della tela da parte dei ragni. L’ ispirazione per il Lai potrebbe essere arrivata a Tolkien tramite la conoscenza di numerose favole e fiabe di origine Scandinava, Irlandese e Bretone le quali narrano più o meno storie simili con pozioni magiche date da streghe e con bambini concepiti e nati in circostanze magiche. Comunque sia, il passo del Lai dove si trova il richiamo simbolico del Femminile oscuro legato al ragno e alla ragnatela è il seguente:
“ …. V’ era una strega che poteva tessere tele a derubar il cuore e intrappolar la mente/ bui incanti filava , pari a destro ragno/ e mentre si filava essa rideva / approvava una pozione di forza e di spavento/ per i vivi legare e rianimare i morti/ viveva in una grotta e la i pipistrelli si riparavamo volando , e i gufi e i gatti andavano dopo la caccia nottivaghi con occhi acuti “…
Questo passaggio dimostra che nella psiche di Tolkien l’immagine del ragno e della tela sono sempre stati presenti ben prima della creazione di Shelob.
Anche in J. R. R. Tolkien quindi il lato oscuro del Femminile è associato al ragno e alla tela. Le associazioni simboliche del ragno e della tela con il Femminile oscuro sono molto diffuse sia in molte culture che in molti generi letterari, come il genere Fantasy e Horror. La figura della Femme Fatale e la Donna Vampiro sono i due archetipi più diffusi nella letteratura. Il fascino stregonesco della Femme Fatale intrappola con le sue spire e ragnatele gli uomini che cadono si suoi piedi. È come una sorta di mostro Aracniforme che intrappola le prede con le sue ragnatele. In due poemi meno conosciuti del poeta Inglese William Blake ( 1757 – 1827 ), dal titolo The Crystal Cabinet e Il viaggiatore mentale, ho individuato gli archetipi della Donna/ ragno che intrappola l’uomo nelle sue ragnatele. Sia nel poemetto Il viaggiatore mentale , contenuto nella raccolta I canti dell’ Innocenza e dell’ esperienza ( 1794) che il poemetto The Crystal Cabinet, la figura maschile viene catturato e imprigionata nelle tele simboliche di una donna malvagia che come un ragno crea la sua trappola attraverso la tela. Abbiamo quindi il tema del femminile oscuro e ctonio che intrappola il maschile Apollineo. E lo stesso tema è presente nel Lai di Aoutrou e Itrou nella figura della strega malvagia che tesse la sua tela.
La Donna/ ragno è la predatrice del maschile e del femminile; la Donna/ ragno è la tessitrice di ragnatele nella notte oscura e Dionisiaca; la Donna / ragno aspetta la sua preda nascosta nella sua ragnatela; Ella è la guardiana e la regina della Notte oscura e Dionisiaca : la Grande Madre terribile custode della Notte.
Altre figure di Donne/ ragno o perlomeno di Donne/ Vampiro nella letteratura Inglese sono la figura di Matilde del romanzo il Monaco di Matthew Gregory Lewis ( 1775 – 1818 ) , romanzo capolavoro del genere Horror e Gotico, e la figura femminile di La Belle Dam sens Merci ( 1819 ), ballata del poeta Inglese John Keats ( 1795 – 1821 ). In entrambe le opere troviamo l’archetipo della Donna/ ragno che tesse le sue velenose ragnatele. Nel romanzo Il Monaco la strega Matilde nei confronti del monaco Ambrosio, nel caso della ballata La Belle Dam sens Merci una dama malvagia che si diverte a succhiare la linfa vitale agli uomini che incontra.
Sia nelle creature aracniformi della Terra di Mezzo , sia la strega malvagia del Lai di Atrou e Itrou che le due figure femminili del Il Monaco che della ballata La Belle Dam sens Merci, le tre parole / immagini chiave per descrivere questa tipologia di Femminile sono tre: tela, tessitura e inganno.
Thuringwethil : la Donna/ Vampira.
All’interno della storia di Beren e Luthien , originariamente contenuta nel corpus del Silmarillion, compare una donna/ vampiro : il suo nome è Thuringwethil. Si tratta di un’altra creatua che incarna ancora una volta il Femminile oscuro e ctonio. Può assumere le sembianze di un pipistrello ed è una delle più fedeli messaggere di Sauron. Nella storia di Beren e Luthien, Luthien si traveste per potere entrare nella fortezza di Angband. Il nome Thuringwethil nella lingua Sindarin significa “ Donna delle Ombre e la sua rappresentazione immaginifica la ritrae con la forma di un pipistrello , quindi la sua immagine è associata al volo. Non si sa anche in questo caso come per l’origine di Ungoliant e di Shelob, non si sa se all’origine di questa donna/ Vampiro ci sia una donna vera e propria oppure sia nata già con le sembianze di un pipistrello antropomorfo.
Nel Lay of Beleriand si afferma che:
“ …. Thuringwethil io sono, il quale gettò un’ombra sul volto atterrito della luna giallastra là, nella terra condannata del rabbrividente Beleriand …..”
Parte seconda / secondo quadro: Il Femminile Apollineo e ambiguo : Dama Galadriel e la tentazione dell’ Unico Anello.
Dama Galadriel compare negli scritti di R. R. J. Tolkien incominciando dai Racconti Incompiuti, successivamente nel Silmarillion e nel Signore degli Anelli ; oltre che nelle relative Appendici. Nei Racconti incompiuti, nel racconto intitolato La storia di Galadriel , di Celeborn e di Amorth re del Lorien, Galadriel viene descritta come la ragazza più alta e più austera del suo regno e con i capelli più dorati , biondi e lucenti del regno degli Elfi.
Nel Signore degli Anelli compare nel capitolo Lothlorien, sesto capitolo della Compagnia dell’ Anello, primo libro della trilogia, dove insieme a Celeborn ospita la Compagnia dell’ Anello composta da Frodo, Sam, Aragorn, Legolas, Gimli, Boromir, Merry e Pipino. Con loro in quel momento non era presente Gandalf Il Grigio, in quanto era stato trascinato nel burrone di Barad – Dur durante il combattimento contro un Balrog.
Oltre che di una bellezza straordinaria Galadriel è ancora una fata molto potente dotata di poteri magici. Galadriel è quindi una potente maga che grazie al suo potente anello Nenya, forgiato da Celembrimbor nella Seconda Era e facente parte dei Tre Anelli Elfici, può ampliare maggiormente i suoi poteri magici, con i quali può difendersi dalle forze del male e difendere il regno di Lothlorien.
Nello Specchio di Galadriel, settimo capitolo della Compagnia dell’ Anello, sia Frodo che Sam guardano dentro lo Specchio d’acqua di Galadriel. Lo Specchio d’acqua di Galadriel riflette le immagini interiori e inconsci di coloro che guardano dentro lo Specchio. Nella storia originale di Tolkien Sam dentro lo specchio d’acqua osserva la Contea distrutta dalle forze di Sauron qualora non avesse portato a termine la sua missione. Quando invece guarda Frodo, lo Specchio inizialmente riflette le figure di Biblo e di Gandalf, ma successivamente l’acqua dello specchio comincia a diventare oscura e appare una grande pupilla di un occhio terribile senza palpebre che guarda minacciosamente Frodo, il quale avverte allo stesso momento il peso della catena che tiene l’anello farsi sempre più pesante. Il grande occhio senza palpebre è ovviamente Sauron, l’ Oscuro Signore.
Da quello che scrive Tolkien lo Specchio di Galadriel è uno strumento di divinazione, una sorta di specchio dei maghi e sfera di cristallo di maghi e streghe che lo usavano fin dalle epoche preistoriche per i rituali di divinazione. Gli antichi Egizi ad esempio utilizzano ad esempio nelle loro pratiche magiche gli specchi ovali con i quali osservano le loro divinazioni. Questo è dal punto di vista magico e divinatorio. Ma dal punto di vista della psicologia del profondo lo specchio di Galadriel può simboleggiare l’inconscio dell’ Essere umano collegato all’ immagine delle acque.
L’acqua contiene molti significati a livello , biologico psicologico e simbolico. Ma anche a livello alchemico ed esoterico. A livello biologico l’acqua è ovviamente collegata alle acque primordiali come culla della vita e l’ evoluzione degli esseri viventi che vanno dai pesci fino ai primi vertebrati tetrapodi, inoltre essa è collegata al liquido amniotico contenuto nella placenta dei mammiferi placentari. Dal punto di vista della psicologia del Profondo l’ acqua è collegata al lato ctonio e oscuro del Femminile. A livello psicoanalitico e simbolico le acque simboleggiano le paludi ancestrali ctonie dove pullulano le forme di vita più oscure. L’ acqua è quindi la dimora dell’ Inconscio nei suoi aspetti più nascosti. Ciò che osservano Frodo e Sam nello Specchio di Galadriel sono infatti le loro immagini più profonde e inconsce.
Alla luce di queste considerazioni sulla simbologia dell’acqua e sul suo significato possiamo affermare che sia normale che l’immaginario simbolico di Tolkien abbia unito la figura di Galadriel con le acque. Anche se l’ispirazione per questa figura femminile Tolkien l’ha presa da uno dei racconti più famosi di H. Ryder Hoggard: She , tradotto in Italiano con Lei : la donna eterna, pubblicato originariamente a puntate nella rivista Inglese The Graphics tra il 1886 e il 1887. Il romanzo che ebbdun successo straordinario all’epoca narra la storia di una regina leggendaria che viveva nel suo regno in un luogo immaginario dell’ Africa cebtdal. Donna dotata di una bellezza straordinaria ma con un carattere crudele, era anche una maga molto potente. Come Galadriel ha infatti una bacinella di roccia piena d’acqua nella quale osserva il passato, il presente e il futuro. È sicuro che Tolkien si sia ispirato a questo romanzo per delineare la figura di Galadriel. Infatti in un intervista con Henry Resnick del 1967 Tolkien disse che da giovane il romanzo di H. Ryder Hoggard, Lei , lo ha interessato più di ogni altra cosa di quel periodo. Ciò che ha affascinato Tolkien di questa storia è l’immagine di un antico regno governato da una donna antichissima e potente. E molto probabilmente il racconto di Haggard ha influenzato anche la figura di Saruman.
Ciò però non significa che la protagonista del racconto di Haggard sia l’unica fonte per la personalità di Galadriel. Molto probabilmente anche la materia Celtica di Bretagna come le leggende di Avalon e della Fata Morgana, la Guardiana della fontana sacra sono una fonte di ispirazione per il reame di Lothlorien, visto la conoscenza in merito di J. R. R. Tolkien. Si è compreso che nello specchio di Galadriel è possibile osservare il futuro, il presente e il passato. Oppure situazioni alternative al presente o futuri alternativi. Galadriel quindi, in quanto caratterizzata dal lato Apollineo, sembra essere la padrona delle acque. Tuttavia è lecito sottolineare che Galadriel ha anche un lato Dionisiaco e ctonio tenuto bene nascosto, ma che tuttavia se provocato può uscire allo scoperto. E l’occasione per provocare il lato Dionisiaco di Galadriel viene presentata da Frodo quando gli mostra l’ Unico Anello di Sauron. Infatti non appena Frodo Baggins mostra l’ Unico Anello a Galadriel, la regina degli Elfi subisce una repentina metamorfosi. Come un mare apparentemente tranquillo e cristallino diventa improvvisamente tempestoso e burrascoso, Galadriel subendo il fascino tenebroso dell’ Unico Anello tira fuori il suo lato più oscuro e tenebroso. Ecco cosa dice Galadriel non appena Frodo le mostra l’ Unico Anello di Sauron :
“ …. Me lo mostri di tua iniziativa? ! non nego che il mio cuore lo abbia desiderato a lungo ! al posto dell’ Oscuro Signore tu avresti una regina! Non Oscura ma bellissima e terribile come l’ alba , infida come il mare , più forte delle fondamenta della terra ! e tutti mi ameranno disperandosi!…. “
Questo passaggio è di notevole importanza in quanto si trovano concentrati gli elementi del Femminile oscuro e delle acque. Galadriel in quel momento è come il mare tempestoso e furioso. Le frasi “ bellissima e terribile come l’alba “ e “ tutti mi ameranno disperandosi “ rappresentano la Grande Madre Cibele mentre la frase più forte delle fondamenta della terra descrive la potenza ctonia e tellurica del Femminile e la potenza spaventosa delle acque tempestose.
Nella trasposizione cinematografica di Peter Jackson ( Il Signore degli anelli: la compagnia dell’ anello), la trasformazione di Galadriel viene realizzata in maniera splendida e Galadriel viene raffigurata con colori scuri e spettrali mentre la voce viene deformata con un suono che sembra provenire dal mondo degli Inferi.
Galadriel nelle arti : disegno, cinema e musica.
Nel 1978 il film di animazione Il signore degli anelli diretto da Ralph Bakshi ha portato sullo schermo molto probabilmente per la prima volta la figura di Galadriel, la quale viene raffigurata con capelli biondi fino alle spalle e con un diadema, mentre il vestito è di colore bianco e azzurro lungo fino ai piedi. Nelle illustrazioni di Alan Lee, uno degli artisti più Tolkeniani di sempre, Galadriel è ritratta con dei capelli color argento lunghissimi fino alla schiena e a tratti con dei riccioli. Ed è questa illustrazione che ha ispirato la Galadriel del film di Peter Jackson, che viene interpretata dall’attrice Cate Blanchett , la quale indossa un lungo vestito bianco con capelli lunghissimi a tratti ondulati fino alla schiena.
Nella musica invece Galadriel si trova ritratta in un bellissimo brano del chitarrista Inglese Steve Hackett, storico chitarrista del gruppo Rock/ Progressive Genesis, dal titolo Galadriel. Il brano è un tipico pezzo di musica classica nel quale la chitarra classica e il pianoforte di Marco Li Muscio creano un’atmosfera onirica divisa tra la musica Celtica e la musica Iberica. Il brano Galadriel è tratto dall’ album di Steve Hackett e Marco Lo Muscio intitolato The Book of Bilbo e Gandalf : Visions of Tolkien’ s World ( 2010 / 2013 ).
Questa è la quinta tappa di analisi del mondo della Terra di Mezzo la quale è dedicata alle figure femminili del mondo di Tolkien , ma ovviamente seguiranno successivamente molti altri studi e analisi.
Fabrizio Manco.
Nota biografica :
Fabrizio Manco è un ricercatore del Sapere, studioso e appassionato di Cultura in ogni sua forma ed espressione. Come attività lavorativa si occupa principalmente di turismo e accompagna i turisti e le scuole alla scoperta dei luoghi artistici e archeologci della sua città. La passione per la scrittura lo porta a collaborare con alcune riviste, tra le quali “ Il pensiero Mediterraneo “, con la quale scrive mensilmente saggi e articoli che spaziano dalla filosofia alla psicologa, dalla storia dell’arte al Cinema fino alla letteratura. Crede nell’importanza della Conoscenza slegata da qualsiasi condizionamento Ideologico.
Bibliografia e fonti bibliografiche :
J. R. R. Tolkien: Il Silmarillion
J. R. R. Tolkien : Racconti incompiuti.
J. R. R. Tolkien: Il Signore degli Anelli.
Ralph Bakshi: Il Signore degli Anelli ( The Lord of the Rings) ; Fantasy film 1978.
Peter Jackson: Il Signore degli anelli ( Trilogia) : La compagnia dell’ Anello, le due Torri, il ritorno del Re/ The Lord of the Rings; New Line Cinema 2002, 2003, 2004.
Alan Lee: Illustrazioni per il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien.
Steve Hackett e Marco Lo Muscio: The Book of Bilbo and Gandalf : Visions of Tolkien’ s World ( 2010/ 2013) ; Drycastle 035.
Citazioni tratte da :
Il Signore degli Anelli: la compagnia dell’ anello, capitolo 7 : lo specchio di Galadriel.
Il Signore degli Anelli: le due Torri , capitolo: la tana di Shelob.
Il Silmarillion: capitoli: l’ oscuramento di Valinor e la fuga di Noldor.
Racconti incompiuti: la storia di Galadriel, di Celeborn e di Amorth re del Lorien.
Beren e Luthien ( Il Silmarillion).
Il Lai di Atrou e Itrou.
Storia della Terra di Mezzo volume 3 : Il Lai di Beleriand, The Lay of Leithisian, canto 13 VV. 3954- 3957 .
H. Ryder Hoggard: Lei, la donna eterna.