IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Il linguaggio pre-psicotico di Cipriano Gentilino

Teoria delle Stringhe e Dimensioni Extra_ La Fisica

Il linguaggio, per il suo intrinseco rapporto con l’Io e l’identità , rappresenta uno dei più significativi indicatori della condizione mentale umana e del rapporto con la realtà esterna. Lo è dalla quotidiana vita comune fino alle espressioni artistico-letterarie ed ha quindi in ambito diagnostico-psicopatologico un ruolo fondamentale nello studio e nella prevenzione delle sofferenze mentali pre-psicotiche e psicotiche. Tutte le scuole psichiatriche e/o psicologiche si sono occupate di linguaggio dando ciascuna un contributo specifico alla comprensione umanistica e clinico diagnostica. Quello che in termini di prevenzione sembra sicuramente utile ed immediatamente comprensibile è il c.d. approccio fenomenologico sviluppato da Ludwig Binswanger e dalla sua scuola.

Ludwig Binswanger ha sviluppato un approccio innovativo alla psichiatria che integra la fenomenologia filosofica con la pratica clinica. Nato nel 1881 a Kreuzlingen, Svizzera, in una famiglia di psichiatri, ha ereditato e diretto il prestigioso sanatorio Bellevue fondato dal nonno.

Per la psichiatria moderna è stato fondamentale il suo tentativo di superare il dualismo cartesiano mente-corpo che, a suo giudizio, erano ancora presente nella psicoanalisi freudiana.

Non considerò quindi i disturbi mentali come disfunzioni psichiche o biologiche ma li interpretò come modi peculiari di “essere-nel-mondo”. Una moderna visione olistica che considera la persona nella sua totalità esistenziale, nei suoi rapporti con sé stessa, con gli altri e con il mondo. Un approccio esistenziale che si concentra sulla esperienza soggettiva e sulla autenticità della esperienza umana .

Influenzato dalla filosofia di Husserl e Heidegger diede alla analisi della esistenza un rilievo clinico preminente nel rapporto tra l’Io e l’altro, tra l’Io e la realtà sociale e tra l’io terapeuta e l’ Io paziente.

Rapporto che non può che essere basato sulla accoglienza e principalmente sulla empatia dove il linguaggio non è solo strumento di comunicazione ma anche e principalmente manifestazione fondamentale dell’essere-nel-mondo (In-der-Welt-sein).

L’eredità di Binswanger resta vitale ancora oggi, sia per la sua insistenza sulla necessità di considerare il paziente come una persona nella sua interezza esistenziale, non riducibile a sintomi o diagnosi sia per i suoi studi sul linguaggio.

Il linguaggio diventa con il suo pensiero espressione della modalità esistenziale dell’individuo, del suo modo di abitare il mondo e di relazionarsi con esso. Per quanto attiene le persone sofferenti di psicosi il linguaggio quindi non è semplicemente un sintomo di malattia mentale  ma anche una modalità di essere-nel-mondo unico ed irripetibile come unica ed irripetibile può essere l’esistenza di un individuo sia sofferente che  no.  La  schizofrenia e altre forme di psicosi rappresentano allora modi unici ed irripetibili di rispondere all’esistenza ed il  linguaggio  psicotico diventa  un tentativo di comunicare un’esperienza esistenziale profonda e spesso dolorosa.

Ma come si com-prende il linguaggio psicotico?  Fondamentalmente abbandonando il dualismo tra soggetto ed oggetto e, in un setting empatico, cercando di vedere il mondo attraverso le categorie interpretative del paziente.

Un setting nel quale lo psicologo si pone oltre l’”uomo natura”, oltre le pulsioni e le strutture della mente e oltre i preconcetti e le illusioni verso nuove visioni di un sé non sofferente nel mondo

Fondamentale è il lavoro sulla ricostruzione dei ponti comunicativi e il recupero graduale della condivisione dei significati. lo studio del linguaggio psicotico è importante per la terapia ma più importante ancora per una corretta presa in carico e una prevenzione secondaria efficace.

Nel periodo pre-psicotico, il linguaggio inizia a manifestare sottili alterazioni che riflettono un progressivo distacco dalla comune esperienza inter-soggettiva.

Emerge una progressiva perdita delle sfumature contestuali e una minore capacità di considerare la prospettiva dell’interlocutore. In particolare, compaiono sfumati elementi autoreferenziali che possono diventare il nucleo per una strutturazione delirante successiva.

Il linguaggio francamente psicotico evidenzia una frammentazione della struttura linguistica con neologismi e dissoluzione dei nessi logico-grammaticali.

Si può cogliere altresì una alterazione del tempo e dello spazio vissuti con distorsioni come una accelerazione o rallentamento temporale o come sentirsi bloccato in un luogo.

Alterazioni o difformità del linguaggio che possiamo ritrovare negli sperimentalismi di correnti culturali principalmente letterarie e che, se artatamente costruiti, non ci debbono far pensare ad un disturbo mentale, ma piuttosto ad una creatività che supera la norma, un trasgredire per conoscere se stessi e se stessi nel mondo, un passo verso la dissoluzione delle strutture linguistiche convenzionali. Nelle correnti letterarie moderne, questo si esprime attraverso diversi elementi caratteristici: la perdita completa della linearità temporale, la fusione tra realtà e allucinazione, e l’emergere di un linguaggio che segue una logica tutta interna, spesso incomprensibile secondo i parametri della razionalità comune.

Nelle correnti letterarie del Novecento, possiamo identificare diversi movimenti che hanno fatto ampio uso di questi linguaggi. Il Surrealismo, per esempio, ha abbracciato deliberatamente tecniche come la scrittura automatica per accedere all’inconscio, producendo testi che mimano il processo del pensiero pre-psicotico.

Anche la Beat Generation ha poi portato avanti queste esplorazioni di linguaggi che in definitiva  non sono semplicemente esperimenti stilistici, ma riflettano spesso sia una profonda critica della razionalità occidentale e delle sue strutture logico-sintattiche sia un tentativo di esplorare e rappresentare stati di coscienza alterati, traumi psichici e la complessità della mente umana in modi che il linguaggio convenzionale non permetterebbe. Questo ha portato a una profonda innovazione nelle forme narrative e poetiche, influenzando significativamente l’evoluzione della letteratura contemporanea.

Talora invece il linguaggio poetico è espressioni di psicosi in artisti per i quali è stata posta diagnosi di psicosi e di grave sofferenza mentale come per una figura notevolissima nelle letteratura italiana del dopoguerra quale è stata la scrittice e poetessa Amalia Rosselli, paziente del prof. Binswanger e figlia di Carlo Rosselli, esponente del Socialismo Liberale, vittima del fascismo . Amalia, della quale consiglio il volume Rosselli – Le poesie – Editore Garzanti, mori suicida l’11 febbraio del 1996 . Tra un mese quindi ne ricorrerà l’anniversario in occasione del quale proporrò una compilazione di poesie con una nota di  lettura .


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