IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Il Punto della Situazione Internazionale. Rubrica settimanale – Numero 2 – dal 30 giugno al 6 luglio 2025

Il punto della situazione internazionale

a cura di Pompeo Maritati

Il Punto della Situazione Internazionale – Numero 2

Settimana dal 30 giugno al 6 luglio 2025

Il secondo numero della nostra rubrica si apre in un clima globale che definire “complesso” sarebbe riduttivo. Il mondo sembra vivere un’accelerazione continua di tensioni, fenomeni, contraddizioni e scosse geopolitiche, economiche, sociali e simboliche, che rendono la riflessione un atto necessario e urgente. In questi ultimi sette giorni, dal 30 giugno al 6 luglio, si sono succeduti eventi che, se isolati, sembrano circoscritti, ma che letti insieme offrono un quadro rivelatore della direzione che l’umanità sta imboccando.

🌐 GEOPOLITICA E GUERRE: ESCALATION A PIÙ LIVELLI

Medio Oriente: Hezbollah, Israele e la guerra che può deflagrare

Gli scontri al confine tra Israele e Libano si sono intensificati. Gli attacchi reciproci tra Hezbollah e l’esercito israeliano, che fino a qualche settimana fa sembravano manovre di pressione, stanno ora assumendo il carattere di un conflitto a bassa intensità ma costante. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione: un allargamento del conflitto coinvolgerebbe inevitabilmente l’Iran e provocherebbe un’escalation su scala regionale.
Il rischio più grande non è tanto nella forza degli attori quanto nella debolezza delle mediazioni: l’ONU resta paralizzata dai veti incrociati, gli Stati Uniti sono sempre meno credibili come arbitro, e l’Europa è assente. L’impatto globale? Instabilità energetica, radicalizzazione religiosa, migrazioni forzate e ulteriore erosione della fiducia nella diplomazia internazionale.

Ucraina e Russia: il fronte del Donbas si infiamma

In Ucraina, la settimana ha visto un’intensificazione degli scontri nel Donetsk e un nuovo bombardamento russo su infrastrutture civili. Il Cremlino ha annunciato una nuova fase offensiva, con la creazione di una zona cuscinetto a est del Dnipro.
L’Occidente risponde aumentando il supporto militare, ma senza una visione politica d’insieme. La guerra ucraina si sta cronicizzando, e la sua durata sta fiaccando il sostegno delle opinioni pubbliche europee.
Il vero pericolo è la “normalizzazione” della guerra: sta diventando rumore di fondo, mentre le sue conseguenze economiche (gas, grano, logistica) e culturali (diffidenza, polarizzazione, militarizzazione) si radicano in profondità.

Mar Cinese Meridionale: USA e Cina sempre più vicine al confronto

Nel Pacifico, gli Stati Uniti hanno intensificato le esercitazioni navali con Giappone e Filippine a ridosso delle acque contese nel Mar Cinese Meridionale. La Cina ha risposto con un’escalation di manovre aeree e con una nuova legge interna che autorizza la Guardia costiera a usare le armi contro “imbarcazioni straniere ostili”.
Il rischio è elevatissimo: un incidente navale potrebbe trasformarsi in uno scontro diretto tra due superpotenze. Non è solo una questione di mari o isole: è una sfida per l’egemonia tecnologica, commerciale e strategica del XXI secolo.

📈 ECONOMIA E FINANZA: STAGNAZIONE MASCHERATA DA STABILITÀ

I dati macroeconomici europei: il paradosso della stabilità debole

L’Eurostat ha pubblicato questa settimana dati apparentemente incoraggianti: inflazione sotto il 2%, disoccupazione stabile e fiducia dei mercati in ripresa. Tuttavia, una lettura attenta rivela crepe preoccupanti. La crescita è quasi nulla, l’industria tedesca in recessione tecnica e i consumi stagnanti.
Siamo di fronte a una stabilità solo apparente, frutto di tagli alla spesa pubblica e contrazione dei redditi reali. L’impatto sociale è profondo: aumento del lavoro precario, calo del potere d’acquisto, e crescita delle disuguaglianze intergenerazionali.
Le politiche monetarie restrittive hanno contenuto l’inflazione, ma al prezzo di sacrificare la crescita.

Crisi nei mercati emergenti: l’Argentina sull’orlo del default

Il peso argentino ha perso oltre il 15% in cinque giorni. La fuga di capitali e la crescita dei tassi d’interesse hanno spinto il Paese verso un nuovo rischio default. Il governo tenta un accordo in extremis con il FMI, ma la popolazione è esasperata.
Le proteste sociali esplose a Buenos Aires riflettono un disagio che va oltre l’economia: è una crisi di fiducia verso le istituzioni, il mercato e la politica. L’Argentina, come altri paesi dell’America Latina, mostra quanto il debito estero e la dipendenza dalle esportazioni rendano fragili le democrazie locali.

🤔 TECNOLOGIA, CULTURA E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L’IA nel giornalismo: la BBC e Le Monde adottano modelli generativi

Due colossi dell’informazione, la BBC e Le Monde, hanno annunciato l’integrazione di modelli di IA generativa per la redazione automatica di notizie economiche e sportive. La notizia ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato si celebra l’innovazione, dall’altro si teme un futuro in cui il giornalismo umano venga soppiantato.
Il rischio non è solo occupazionale, ma epistemologico: chi controlla l’informazione automatica? Come verificare l’affidabilità delle fonti quando il contenuto è generato da un algoritmo?
L’intelligenza artificiale sta ridefinendo il concetto stesso di verità, e con esso il ruolo del sapere nella società.

Cultura globale: crollo dei finanziamenti pubblici alla cultura in Europa

In Francia, Germania, Italia e Spagna si moltiplicano i tagli ai teatri, ai musei, alle fondazioni. Il dibattito è acceso: è giusto tagliare la cultura in tempo di crisi?
La risposta è drammaticamente chiara: senza cultura, una società si impoverisce spiritualmente. I tagli non solo compromettono il lavoro di migliaia di operatori, ma delegittimano l’idea stessa di bene comune immateriale. L’arte, la letteratura, il teatro non sono “ornamenti”: sono anticorpi contro la barbarie del presente.

👥 SOCIETÀ E TRASFORMAZIONI SOCIALI

L’ondata migratoria africana e la crisi europea della solidarietà

Tra il 1° e il 5 luglio, più di 6.000 persone sono sbarcate sulle coste italiane, greche e spagnole. In gran parte provenienti dal Sahel e dal Corno d’Africa, fuggono da conflitti dimenticati, desertificazione e collasso economico.
La risposta europea resta quella della chiusura: respingimenti, accordi opachi con regimi autoritari, e scarso coordinamento interno.
Il problema non è solo umanitario, ma politico: l’assenza di una politica migratoria comune rivela la crisi di identità dell’Unione Europea. I muri non risolvono il futuro: lo rinviano.

America e polarizzazione ideologica: la società sotto stress

Negli Stati Uniti, la settimana ha visto nuove tensioni sociali dopo che un giudice della Corte Suprema ha emesso un parere favorevole alla riduzione delle tutele sindacali nel settore privato.
La polarizzazione sociale cresce: da un lato movimenti progressisti pro-diritti, dall’altro blocchi reazionari che invocano sicurezza e ordine. Il paese è diviso su tutto: lavoro, genere, razza, religione, libertà d’espressione.
È una democrazia in tensione permanente.

🌍 AMBIENTE E CRISI ECOLOGICA

Ondate di calore: clima fuori controllo in tre continenti

Temperature record sono state registrate in India, Spagna e California. A Nuova Delhi si sono sfiorati i 50°C. A Malaga 47°C. A Sacramento 46°C.
I morti per colpo di calore aumentano, le infrastrutture collassano, le reti elettriche vanno in tilt.
Non si tratta più di emergenze isolate, ma di un nuovo paradigma climatico. Eppure, i negoziati sul clima sono in stallo, e i grandi inquinatori (Cina, USA, India, Russia) si accusano a vicenda senza agire.
Il costo ambientale della paralisi politica sarà pagato dalle generazioni future.

🔚 CONCLUSIONI: UN MONDO CHE DIVERGE, UN’UMANITÀ CHE CERCA UN SENSO

Questa seconda settimana di osservazione globale ci conferma una verità amara: il mondo non è solo in crisi, è in fase di divergenza. Le potenze si separano, le società si polarizzano, la fiducia crolla, il clima si surriscalda, la cultura si ritrae.
Ma dentro questa frammentazione, restano scintille di senso: un libro letto, una protesta nonviolenta, una decisione di cooperazione, un artista che resiste.
Il Punto della Situazione Internazionale continuerà ad ascoltare, osservare, leggere, interpretare. Non per insegnare, ma per capire insieme. Perché solo capendo possiamo scegliere. E solo scegliendo possiamo cambiare.

Pompeo Maritati


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