IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Il Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma

Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma

di Vincenzo Fiaschitello

Il 6 e il 13 ottobre 2025 hanno avuto luogo due importanti iniziative che confermano la fervente attività della ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), presieduta dalla prof.ssa Donatella Schürzel, e dalla Associazione per la cultura fiumana istriana e dalmata nel Lazio, presieduta dal dottor Marino Micich, direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume, entrambe sorte per la tutela della identità culturale e della memoria dell’esodo dei giuliano-dalmati dall’Istria, da Fiume e da Zara, tra il 1943 e il 1958.

La prima è stata la cerimonia tenuta presso la panchina con i colori della nostra bandiera nazionale per Norma Cossetto, medaglia d’oro al merito civile alla memoria. Alla cerimonia, organizzata da tutte le associazioni del Coordinamento del Quartier G. Dalmata, svolta dinanzi alle autorità civili e militari e a un folto gruppo di esuli, erano presenti il senatore Andrea De Priamo, la prof.ssa D. Schürzel, il dottor M. Micich,  G.Marsan, il Ten. Col. E. Buzzoni, il vice presidente del IX Municipio, S. Lauri, don M. Mesolella, la prof.ssa S. Fiaschitello, la dott.ssa Masi, la dott.ssa Spezzone del MIM.

E’ una panchina simbolo che intende onorare la memoria della studentessa istriana Norma Cossetto, nata il 17 maggio 1920, seviziata e violentata dai partigiani slavi e barbaramente gettata in una foiba il 4/9/1943.

A tener viva la memoria di tutti coloro che subirono la terribile, barbara e atroce sorte delle foibe, affinché le nuove generazioni, bambini ragazzi adolescenti, e cittadini riflettano su tali drammatici eventi e sulle gravi e inevitabili conseguenze cui la cieca violenza sempre conduce, viene ricordata anche la figura di Giuseppe Tosi, ispettore scolastico a Pola, che subì lo stesso martirio nel maggio del 1945, al quale è intitolata la scuola elementare di via dei Corazzieri, facente parte del vicino Istituto Comprensivo (dirigente scolastica Stefania Fiaschitello), nello stesso quartiere a poca distanza dalla panchina.

La seconda iniziativa che ha avuto una vasta eco nel quartiere è stata la collocazione, presso la chiesa parrocchiale di San Marco Evangelista, della Pala d’altare “La Madonna dell’Esilio”, opera in olio del pittore da Fossombrone, restaurata a cura della ANVGD, donata dalla famiglia  Bracco, presente alla cerimonia religiosa officiata da S.E. Baldassare Reina, cardinale vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, assistito dal parroco don Mario Mesolella. Erano anche presenti: la presidente della ANVGD, prof.ssa Schürzel, il dottor Micich, Simonetta Lauri, presidente della A.S. Giuliana, alcuni Consiglieri regionali e comunali, nonché il Presidente del IX Municipio Titti De Salvo, il Ten. Col. Emilio Buzzoni del comando del Comprensorio “Cecchignola”, la dirigente scolastica Stefania Fiaschitello dell’I.C. Montanelli, molti esuli giuliano-dalmati che vivono nel quartiere e numerosi parrocchiani della chiesa San Marco Evangelista. Presente la stampa, ADNKRONOS e Rete Sole.

Non c’è dubbio che l’impegno delle varie associazioni coordinate dai rispettivi consigli direttivi e dai loro dirigenti sia particolarmente lodevole per i risultati ottenuti in favore della memoria di quelle numerose vittime delle foibe e del ricordo drammatico dell’esodo biblico (trecentocinquantamila) di istriani, fiumani e dalmati che, volontariamente o comunque costretti da un contesto storico-politico del tutto avverso e carico di odio nei confronti della cultura italiana, dovettero abbandonare le loro case e le loro terre e fuggire.

E’ noto che tali accadimenti per lungo tempo sono stati colpevolmente coperti dal silenzio. Fino a poco tempo fa in nessun testo scolastico gli studenti trovavano un benché minimo accenno: la vicenda giuliano-dalmata era del tutto ignorata. I motivi, soprattutto politici, che ovviamente ben conosciamo sono diversi. Se non è possibile discuterne in questa sede, possiamo tuttavia gioire per tutte quelle iniziative, come quelle sopra descritte, perché con viva soddisfazione si avverte che da qualche tempo un cambiamento di notevole rilievo è già in marcia. Basti pensare per esempio a due significativi segnali che ritengo molto positivi.

Il primo riguarda la visita del quartiere giuliano-dalmata, il 27 gennaio 2004, di un importante politico, esponente della Sinistra come Luciano Violante, il quale con tale gesto aprì la strada verso la riappacificazione e il riconoscimento della tragedia sofferta da una vasta fascia di popolazione innocente.

Il secondo attiene alla istituzione del “Giorno del ricordo”, in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata (L. 30/03/2004 n.92)

In relazione a tale istituzione ritengo che la contestazione di alcuni che la videro in antitesi al “Giorno della memoria” degli ebrei, fu una presa di posizione puramente provocatoria e inconsistente, allo stesso modo sono del parere di respingere senza esitazione il tentativo di declassare l’esodo dei giuliani-dalmati a livello di semplice emigrazione, quando invece è inoppugnabile il fatto che si trattò di una fuga obbligata da un regime che con la violenza, le torture e le uccisioni indiscriminate intendeva procedere a una pulizia etnica.

Ma oggi i tempi sono maturi perché si metta da parte qualsiasi strascico di polemiche, perché si guardi con fiducia e ottimismo al consolidamento di una cultura inclusiva nell’interesse comune di una Europa, purtroppo attraversata da una insistente voce di declino, se non di tramonto, come Oswald Spengler profeticamente scriveva già all’inizio del Novecento.

E’ la cultura inclusiva sulla quale puntare che può cambiare il destino del futuro europeo. Di qui l’urgente necessità di allargare lo spazio geo-politico parallelamente a una rinascita spirituale che allontani definitivamente qualsiasi tipo di rivendicazione, di ottuso nazionalismo etnico, di richieste puramente ideologiche, di impedimenti alla costruzione di una cooperazione sincera e fruttuosa, volta a creare le basi per rafforzare la pace e la giustizia sociale.


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