IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Il tempo passa, ma certe idee restano ferme

bambini a scuola

di Riccardo Rescio

La modernità ci ha imbandito una tavola infinita, un simposio digitale dove ogni problema, dal più insignificante al più complesso, trova una possibile soluzione già sperimentata, già servita in qualche angolo del globo.
La tecnologia è la grande tessitrice che ha unito i fili sparsi del sapere umano, creando un arazzo in cui ogni nodo racconta una risposta, ogni intreccio sussurra un’idea pronta per essere colta.
Non siamo più costretti a vagare nel buio alla ricerca di soluzioni quando possiamo accendere una luce con un click, illuminando le esperienze di chi, prima di noi, ha già tracciato un sentiero.
La globalizzazione, spesso demonizzata come forza omologante e spietata, è in realtà una biblioteca aperta, un archivio vivente di tentativi, errori e successi.
Se abbandoniamo l’orgoglio dell’originalità a tutti i costi, scopriamo che copiare non è un furto, ma un atto di intelligenza collettiva. Come un fiume che prende acqua da mille affluenti, le nostre società possono crescere solo se permettono alle idee di fluire, di contaminarsi, di adattarsi a nuovi contesti.
Un brevetto non utilizzato è un seme che marcisce nel cassetto, mentre un’idea condivisa può diventare una foresta.
Dai gesti più semplici come organizzare una dispensa seguendo un tutorial asiatico fino alle sfide epiche del lavoro, dell’housing o dell’export, esiste già una mappa di possibilità. C’è chi ha trasformato baraccopoli in eco-villaggi, chi ha rivoluzionato la logistica con un’app, chi ha reso il turismo un’esperienza iper-personalizzata.
Sta a noi avere l’umiltà di riconoscere che qualcuno, da qualche parte, potrebbe aver già trovato la chiave che cerchiamo.

La differenza tra stagnazione e progresso sta nella volontà di guardare oltre il recinto del “qui si è sempre fatto così”.

Il vero crimine non è copiare, ma ignorare. Non è rubare un’idea, ma lasciarla marcire nell’indifferenza.
La tecnologia ci ha dato gli strumenti per diventare artigiani del futuro, plasmandolo con le mani degli altri e aggiungendo il nostro tocco.

Come viaggiatori in un mercato delle spezie, possiamo assaggiare, miscelare e portare a casa ciò che funziona.
Il mondo è ormai un laboratorio a cielo aperto, e l’innovazione più audace potrebbe nascondersi nel gesto più semplice basta saperlo riconoscere.
Riccardo Rescio

“Copiare non è un reato” è un invito a sedersi a quel banchetto, perché il futuro non si costruisce partendo da zero, ma riassemblando i mattoni che altri hanno già cotto.


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“Copiare non è reato” di Riccardo Rescio

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