IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Itinerari e beni nel Salento della XXX ediz. delle “Giornate FAI di primavera”

39 min read

LE VIE DEL TABACCO

ISTITUTO PRESTA COLUMELLA (APERTURA FUORI PROGRAMMA)
Lecce, Via San Pietro in Lama

Cosimo De Giorgi, nel 1879, nei suoi Bozzetti descrive la Valle della Cupa. Il fascino di quel paesaggio, sebbene oggi tagliato dalla lunga cicatrice della tangenziale ovest, continua ad essere inalterato e circonda l’edificio storico dell’Istituto Agrario “G. Presta” di Lecce sorto sui resti del Convento dei Frati Cappuccini di Rugge, chiuso con la soppressione napoleonica nel 1809 e passato al demanio nel 1811 e dal 1871 sede della scuola agraria.

Siamo sulla strada provinciale che da Lecce va a San Pietro in Lama all’interno della Valle della Cupa, cioè di una vasta depressione di origine carsica compresa nella cosiddetta “piana messapica “salentina. Il termine Cupa, di origine greca, indica, nei principali dialetti salentini e meridionali in generale, qualcosa d’incassato, affondato, concavo. L’edificio si compone di un corpo di fabbrica che è il risultato di vari rimaneggiamenti ed ampliamenti a partire dal nucleo cinquecentesco. Già prima del 1879 il fabbricato conventuale aveva subito delle trasformazioni ingrandendosi verso oriente e verso settentrione con nuove costruzioni, in modo da essere adatto a magazzino per tabacchi.
Nel 1879, in seguito ad un’ispezione ministeriale, fu firmato da Umberto I il decreto di trasformazione in Regia Scuola pratica di agricoltura e così l’istituto passava da una gestione provinciale alle dirette dipendenze del Ministero dell’Agricoltura. La scuola ben presto cominciò ad esercitare un’influenza positiva sull’agricoltura locale suscitando il crescente interesse da parte di agricoltori e proprietari incrementando notevolmente il numero di iscritti.

Nel corso di questi 150 anni l’Istituto ha sempre esercitato una forte interazione con il territorio, incrementando l’economia agricola salentina, in particolare per quanto riguarda l’olivicoltura, la viticoltura e la tabacchicoltura. In quest’ultimo settore la scuola dal 1933 ottenne la specializzazione che mantenne fino agli anni ’70, come testimonia l’archivio fotografico e documentale.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Nelle GFP gli alunni dell’Istituto “Presta-Columella” racconteranno la storia dell’edificio illustrando anche le numerose testimonianze fotografiche delle attività svolte negli ultimi due secoli, con particolare attenzione alle diverse colture e lavorazione del tabacco.

Venerdì 25 Marzo 2022
dalle 09:00 alle 13:00 (partenza ultima visita alle 12:30), Visite riservate alle Classi Amiche FAI
dalle 16:00 alle 17:00 (partenza ultima visita alle 16:30), Visite su prenotazione
dalle 17:00 alle 20:00 gli Esperti raccontano Le Vie del tabacco, Incontri a numero chiuso e su prenotazione. Seguirà aperitivo offerto dall’Istituto Presta – Columella
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni IISS Presta Columella di Lecce

MAGAZZINO CONCENTRAMENTO TABACCHI

Lecce, Via Dalmazio Birago

Il grandioso magazzino Concentramento Tabacchi. All’inizio del Novecento (1901) per incrementare la produzione di tabacco lo Stato Italiano in regime di monopolio su questo prodotto decise di demandare quella che era una sua prerogativa ad altri soggetti dando in concessione sia la fase agricola che industriale della lavorazione del tabacco.
Alle concessioni di manifesto nate per trasferire al privato la sola fase agricola si aggiunsero le concessioni speciali; per ottenere la concessione speciale il soggetto richiedente (il concessionario) doveva avere un tabacchificio e il terreno richiesto, la concessione durava 3 anni. Le numerose concessioni speciali assegnate diedero vita nel Salento ad una vivacità industriale senza precedenti nella storia della produzione del tabacco da fumo e già nei primi anni 30 del ‘900 la Puglia diventa prima regione produttrice di tabacco.

Per collocare e concentrare questa notevole produzione l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato decise di costruire un Magazzino Concentramento Tabacchi greggi nelle vicinanze della manifattura di Lecce nei pressi di Porta Rudiae.
Il magazzino venne realizzato a Lecce dalla ditta Nervi e Nebbiosi di Roma tra gli anni 1929-31 in 600 giorni e con 130 operai. L’inaugurazione avvenne il 22 novembre 1931 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III. Il complesso presentava tre blocchi paralleli raccordati frontalmente da un quarto fabbricato di uguali dimensioni di circa 115 metri, con sei piani ciascuno collegati da sei vani scala con montacarichi; all’esterno di ogni fabbricato una pensilina proteggeva il piano caricatore presso il relativo binario in diretta comunicazione con la via ferroviaria.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Nelle GFP la visita guidata dagli Apprendisti Ciceroni evidenzierà la diversità dei singoli piani di una delle strutture. Sarà l’occasione unica per ammirare l’intera città di Lecce dalla terrazza del fabbricato.

Sabato 26 Marzo 2022 e Domenica 27 Marzo 2022, dalle 09:00 alle 17:00 (partenza ultima visita alle 16:30)
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni Liceo C. De Giorgi di Lecce

LA FABBRICA, MUSEO DELLE TABACCHINE

Campi Salentina, Via Luca Rosati 5

Si entra da un bel giardino, da cui si può vedere tutta l’intera costruzione dei primi anni del ‘900, progettata dall’ Ingegnere Salvatore Cosentino. Adiacente c’è l’edificio destinato negli anni venti a fabbrica di tabacchi. In una stanza ci sono ancora i vecchi tiraletti, con le foglie di tabacco.
Qui con delle proiezioni di documentari si racconta il mondo della tabacchicoltura di quegli anni e il lavoro svolto dalle donne.
Si accede nella fabbrica da un androne dove ci sono oggetti del mondo contadino, che raccontano il lavoro nei campi. All’interno della fabbrica sono evidenziate le zone in cui c’erano le tabacchine cernitrici che sceglievano le foglie, le spianavano e le imballavano. Ci sono due vecchie stufe in ghisa, necessarie per mantenere la giusta temperatura, in modo tale che le foglie non subissero ulteriori deterioramenti. Un soppalco accoglieva le foglie ormai raccolte nei sacchi di iuta. Alle grandi finestre sono apposte delle grate a maglia stretta, volute dal monopolio perché non potesse disperdersi alcuna foglia.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Nelle giornate si avrà la possibilità di conoscere tutti gli attrezzi che venivano impiegati per la lavorazione del tabacco: tiraletti…cuceddhre…nzerte…ed anche di sentire il profumo delle foglie di tabacco essiccate. Molto interessanti sono 4 antichi estintori che servivano per garantire la sicurezza del luogo. Sono presenti tutti i libretti di lavoro di oltre 100 donne che hanno lavorato dal 1923 al 1945 oltre alle Licenze intestate al concessionario ed altri documenti di notevole importanza.

Sabato 26 Marzo 2022 e Domenica 27 Marzo 2022, dalle 16:00 alle 20:00 (partenza ultima visita alle 19:30)
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni IISS Presta Columella di Lecce

VILLAGGIO CARDIGLIANO

Specchia, Strada provinciale Miggiano Taurisano (3 km dopo Miggiano sulla sinistra arco con scritta Cardigliano)

La vasta azienda agricola di Cardigliano, ricadente nel comune di Specchia, sorge sull’ultima propaggine delle cosiddette Serre Salentine insolitamente alte fino a raggiungere i 171 metri sul livello del mare. Più di ogni altro elemento naturale è la pietra a raccontare la storia di questo ampio e solitario comprensorio, esempio di colonizzazione agraria, realizzato nel periodo fascista soprattutto per la coltivazione del tabacco levantino.
Intorno al 1922 il risanamento agro-fondiario cominciò con lo spietramento di circa 300 ettari di terreno e proseguì con la realizzazione del villaggio nel quale vivevano 50 famiglie coloniche, che ricevevano un’abitazione di due stanze ed un appezzamento di terreno da coltivare a tabacco per un numero complessivo di 300 elementi circa. A differenza di altre situazioni, a Cardigliano i proprietari abitavano nel complesso rurale. Ciò permetteva di instaurare un clima di familiarità con gran parte delle operaie e di collaborazione con le cosiddette ” maestre” addette alla sorveglianza. Per favorire l’insediamento l’azienda di Cardigliano fu fornita dei servizi indispensabili: acqua, energia elettrica oltre alle macchine agricole necessarie alla coltivazione del tabacco e non solo; ed ancor più importante fu la creazione di infrastrutture come l’acquedotto, l’edificio scolastico, il refettorio, il gabinetto medico (l’assistenza sanitaria era garantita da visite periodiche di un medico che controllava soprattutto lo stato di salute dei polmoni delle operaie ), il dopolavoro aziendale, un forno, il mulino.
Le famiglie di coloni residenti provenivano da Specchia, Ruffano, Taurisano; mentre le operaie tabacchine dal comune vicino di Specchia raggiungevano a piedi Cardigliano.

Testimonianze della vita di questa azienda autonoma e autosufficiente sono le abitazioni padronali, la vasta piazza dove si disponevano i telaietti per l’essiccamento al sole delle foglie di tabacco, la “villa” ossia il giardino pubblico con la fontana centrale, dove i coloni piantavano più ortaggi che fiori, i magazzini capaci di ospitare centinaia di operaie spianatrici e cernitrici di foglie, e infine la chiesetta riecheggiante l’architettura sudamericana, nella quale tutte le domeniche i monaci di Alessano celebravano la Santa Messa.
Nel forno del villaggio il 7 dicembre, vigilia della festa della Madonna Immacolata, si cuocevano le “pucce” (caratteristiche pagnotte) che nel rispetto del tradizionale digiuno si distribuivano alle operaie in sostituzione del pranzo.

Sabato 26 Marzo 2022 e Domenica 27 Marzo 2022, dalle 09:30 alle 13:30 (partenza ultima visita alle 13:00)
Visite a cura dei Volontari FAI e degli Eredi di Giovanni Greco

PERLE MEDIEVALI

CHIESA DEI SANTI NICCOLÒ E CATALDO E CIMITERO MONUMENTALE

Lecce, Viale San Nicola

La Chiesa fa parte di un complesso monastico benedettino, costruito nel 1180 fuori dalle mura urbiche, da Tancredi, conte di Lecce, incoronato poi re di Sicilia.

Gli Olivetani, subentrati ai Benedettini nel 1494 per volontà regia, trasformano radicalmente la struttura del cenobio con la sola parziale eccezione della chiesa.
Quando anche a Lecce a metà ‘800, in seguito all’editto napoleonico di Saint-Cloud, si costruisce un Cimitero fuori dalle mura urbane, si sceglie proprio l’area antistante il “tempio di Tancredi”.
Attualmente la chiesa, restituita alla fruizione della collettività grazie all’intervento del FAI, e il monastero, sede dell’Università degli Studi del Salento, rappresentano un bene vivo del nostro patrimonio culturale.

Il complesso monumentale dei SS. Niccolò e Cataldo rappresenta una memoria storica importante, che attraversa circa sei secoli dalla fine del XII fino a tutto il XVIII secolo. Voluto da Tancredi, come ex voto, è dedicato a S. Nicola, vescovo di Myra.
Gli Olivetani in età moderna attuano gran parte degli interventi successivi, affidandoli alle maestranze più significative dell’epoca. A Gabriele Riccardi si devono le due eleganti acquasantiere, modellate nelle semicolonne all’ingresso della chiesa; la grande statua di S. Nicola; l’abbattimento dell’abside centrale e la costruzione del Nuovo Coro; la progettazione del Chiostro con al centro il pozzo-baldacchino, l’elemento architettonico più pregevole del monastero.
A Giuseppe Cino è attribuito il rifacimento della facciata completata nel 1716, come documenta l’iscrizione posta sul fastigio.
La chiesa, gioiello del Romanico pugliese, è una significativa testimonianza del gusto architettonico dell’epoca in cui confluiscono istanze culturali nordiche, bizantine, arabo-islamiche. Nella facciata perfetto è l’equilibrio tra il passato medievale, rappresentato dal portale incorniciato da fregi vegetali cesellati nella pietra locale, e il gusto barocco, espresso in una sovrabbondanza decorativa. Preziose fonti documentarie sono le iscrizioni della facciata e del portale meridionale. L’interno a struttura absidale ha il braccio longitudinale, diviso in tre navate, che incrocia quello trasversale al centro dell’impianto; all’incrocio l’altissimo tamburo ottagonale della cupola. La veste pittorica conserva poche tracce dell’età tancrediana, lacerti di affreschi quattrocenteschi e una decorazione delle volte completata nel 1600.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

L’apertura nelle giornate FAI prevede oltre alla visita della Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, bene promosso dai Volontari della Delegazione di Lecce, eccezionalmente la visita del Cimitero Monumentale della città.

Sabato 26 Marzo 2022 dalle 09:30 alle 12:30 (partenza ultima visita alle 12:00)
Visite a cura dei Volontari FAI, degli studenti Università del Salento e degli Apprendisti Ciceroni Liceo Virgilio-Redi di Lecce

INSEDIAMENTO RUPESTRE DI MACURANO

Alessano, SP 210

Macurano si trova nell’estremo sud del Salento, a pochi chilometri dalla Marina di Novaglie, nell’attuale comune di Alessano (Le). Il sito è collocato in un punto strategico lungo un’antica strada romana che collegava Otranto al Capo di Leuca. Il paesaggio rurale è quello tipico salentino, con gli oliveti recintati da muretti a secco e le pajare, edificate con le pietre ricavate dal dissodamento dei terreni circostanti della serra.
Fin dal Medioevo l’agricoltura e l’allevamento erano infatti praticabili grazie alla presenza dell’acqua di scolo proveniente dalla vicina collina di Montesardo e delle cavità, usate come depositi o ricoveri per gli animali.

Le origini di Macurano sono incerte. Nella zona sono state ritrovate tracce della presenza dell’uomo già a partire dall’epoca messapica e romana (tombe e piccoli tratti di strada carraia scavati nella roccia). In età bizantina alcuni studiosi pensano che il sito sia stato invece occupato dai monaci basiliani, che si stanziarono lì in seguito alla lotta iconoclasta. Abbandonato forse durante la crisi agraria avvenuta in seguito alla peste del 1348, fu ancora riutilizzato a scopo agricolo in seguito, come dimostrano le masserie e la Cappella di Santo Stefano del Curano, costruite tra il XVI e XVII secolo.
Particolarmente rilevanti sono le 31 grotte (solo in parte visitabili), che hanno un’ampiezza variabile a seconda della loro destinazione d’uso: frantoio ipogeo, mangiatoie, pollai o magazzini. Ve ne sono alcune pavimentate, adibite ad abitazioni, altre scavate in profondità, che servivano per la conservazione del ghiaccio (neviere) e infine delle cisterne. Sulle pareti di pietra si trovano incise croci e iscrizioni.
Il sito comprende inoltre la chiesetta di Santo Stefano e ben cinque masserie dotate di aie, cisterne e piccionaie: tre ristrutturate e due semidistrutte, di cui solo una visitabile.
Sul banco di roccia rimangono infine piccoli tratti della cosiddetta “Via Salentina”, e tracce di un’antica necropoli medievale.

Sabato 26 Marzo 2022, dalle 15:00 alle 18:00 (partenza ultima visita alle 17:30)
Domenica 27 Marzo 2022, dalle 09:30 alle 13:30 (partenza ultima visita alle 13:00)
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni IISS G. Salvemini di Alessano

CHIESA DI SANTA BARBARA

Alessano, Montesardo (Frazione di Alessano), Via Santa Barbara

La chiesa di Santa Barbara sorge in piena campagna a circa un chilometro dal centro di Montesardo, una frazione di Alessano, poco più di 50 km a Sud di Lecce, lungo la via che collega questo paese a San Dana piccola frazione di Gagliano del Capo.
Il paese di Montesardo ha origine in età messapica ed ebbe una lunga storia feudale, passando forse anche alla famiglia Del Balzo che alla fine del Quattrocento edificò alla sommità dell’altura un castello. Attualmente il borgo antico è caratterizzato da un disegno circolare stabilito dal circuito murario intorno alla vetta dell’altura, avvenuto con ogni probabilità nel corso del tardo Quattrocento quando in terra d’Otranto nascono nuovi borghi fortificati.
La chiesa di Santa Barbara apparteneva all’omonimo convento femminile ormai scomparso, la cui esistenza è testimoniata dai documenti del 1324 e 1325, riguardanti le decime pontificie. Attiva in età angioina, l’abbazia fu abbandonata dalle religiose prima del 1590, ma continuò ad essere luogo di culto fino al ‘700 e a beneficiare di cospicue rendite, che andavano al Duca di Alessano, che ne aveva il patronato. Successivamente fu abbandonata e, utilizzata negli ultimi decenni come fienile da una famiglia privata che ne era proprietaria, nel 1996 è stata acquisita dall’amministrazione comunale alessanese che provvide ai primi lavori di restauro, portando alla luce degli affreschi angioini e post-giotteschi, che la rendono un esempio d’arte medievale di estrema importanza.
Il prezioso monumento religioso medievale, dopo anni di oblio e degrado, ora è stato restituito alla comunità che la utilizza per eventi culturali, soprattutto nella giornata del 5 Dicembre dedicata ai festeggiamenti in onore di Santa Barbara.
La chiesa di Santa Barbara, che nei secoli ha subito alcuni interventi di restauro, ultimo dei quali fra il 2014 e il 2015, riprende il modello dell’architettura romanica del ‘300: conserva un impianto a navata unica rettangolare che termina con un’abside semicircolare. Sulla facciata, esposta ad Ovest, è presente un rosoncino, al di sotto del quale vi è una porta d’accesso con architrave monolitico, sormontato da una lunetta. Una piccola porta è presente sul prospetto Nord che fungeva da ingresso secondario, forse collegato agli attigui ambienti monastici, mentre ad Est troviamo l’abside. La copertura della chiesa, un tempo costituita da capriata lignea, è stata sostituita con una volta quasi ogivale in muratura. All’interno, sulle pareti sono presenti i resti di una serie di affreschi, fra cui un’immagine che rappresenta Santa Barbara, con il canonico attributo iconografico della torre che ha nella mano destra, e quella di San Bernardino da Siena.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Durante le giornate FAI verrà raccontata la storia di Santa Barbara e della Chiesetta, esempio equilibrato di arte bizantina con influssi gotici immerso nelle campagne del basso Salento. La visione del tempietto, normalmente non visibile al pubblico, invita a riflettere sulla ricchezza storica di questo territorio. L’ampio spazio esterno alla chiesa permetterà ai visitatori di gustare un momento di quiete all’aria aperta e di condivisione del percorso storico-culturale offerto dalla narrazione degli Apprendisti Ciceroni.

Sabato 26 Marzo 2022, dalle 15:00 alle 18:00 (partenza ultima visita alle 17:30)
Domenica 27 Marzo 2022, dalle 09:30 alle 13:30 (partenza ultima visita alle 13:00)
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni Liceo G. Stampacchia di Tricase.
A disposizione dei visitatori ci sarà una navetta tra la Chiesa di Santa Barbara e il Villaggio rupestre di Macurano, e viceversa.
La distanza tra i due siti è di circa 1 km, ma la possibilità di parcheggio è nei pressi di Macurano.

LA SETTIMANA SANTA DI GALLIPOLI

CONFRATERNITA DEL CARMINE E ORATORIO CONFRATERNALE DELLA CHIESA DI S. MARIA
DEL MONTE CARMELO E DELLA MISERICORDIA

Gallipoli, Via Carmine Fonto’, 2

La Chiesa del Carmine, sede della Confraternita di Maria Ss.ma del Monte Carmelo e della Misericordia, è ubicata all’interno della bellissima Isola del Centro Storico di Gallipoli, percorrendo l’arteria principale di Via Antonietta De Pace, a ridosso del Museo della Diocesi di Nardò-Gallipoli.
Originariamente erano due gli Oratori in cui officiavano due diversi Sodalizi: la Confraternita della Misericordia, di antica origine, con sede nel vano inferiore dedicato alla Madonna della Pietà e la Confraternita della B. V. Maria del Monte Carmelo nella chiesa superiore.
I due Sodalizi furono unificati sotto un’unica Regola nel 1770, in occasione della riforma di tutte le aggregazioni laicali. Nel 1836 i due Oratori, in rovina per l’usura del tempo, furono demoliti per fare posto all’attuale chiesa del Carmine di stile neoclassico, aperta al culto il 5 aprile 1838, vigilia della Memoria dei Dolori di Maria Santissima.

Mentre nelle altre Confraternite della Città si associavano fratelli secondo corporazioni di mestiere, in questa del Carmine i confratelli vi aderivano perché animati da devozione verso la Vergine Santissima e, solo per il particolare culto a S. Crispino, vi confluivano alcuni “artigiani calzolai”. Infatti, da un verbale redatto il 1º aprile 1824 si rileva che nella Confraternita erano ben rappresentati i tre ceti sociali: “Galantuomini, Civili e Arteggiani”. Ed è proprio dal patriziato gallipolitano che provengono molti degli oggetti sacri più preziosi di cui oggi la Confraternita dispone.

Il semplice prospetto presenta un unico portale d’accesso con timpano spezzato. L’interno, ad una sola navata quadrata coperta da una volta sorretta da quattro robuste colonne, apre al presbiterio fiancheggiato dal coro ligneo per i confratelli. Sulla parete di fondo dell’altare maggiore si ammira una pala raffigurante la scena del “Compianto di Gesù morto”, tradizionalmente attribuita ad Antonio Ribera, ma dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico della Puglia catalogata come del napoletano Girolamo Imparato, del XVII secolo. Sulla parete destra della chiesa si trova l’altare marmoreo con tela policroma, dedicato alla Vergine Maria del Monte Carmelo. Sulla parete sinistra si trova l’altare con dipinto raffigurante l’Immacolata e Santa Lucia.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Con le GFP saremo proprio a ridosso della Settimana Santa 2022 ed avremo l’opportunità unica di poter vivere gli ambienti dei confratelli e la fremente atmosfera preparatoria. Nelle settimane di Quaresima che precedono l’appuntamento dell’intera Città di Gallipoli con la Solenne Processione dell’Addolorata (nell’ultimo venerdì prima della Domenica delle Palme), i locali della Confraternita sono pressoche’ inaccessibili, perché i devoti sono molto occupati, non solo nelle pratiche religiose ma in tutte le attività pratiche necessarie per la buona riuscita dell’Evento tanto atteso e partecipato dal suo popolo. Avremo il privilegio di scoprire i veri motivi di questa devozione per la Vergine, che è particolarmente viva in tutti i periodi dell’anno. Ma durante la Quaresima qualcosa di ancora più misterioso ed affascinante lega la popolazione alla Madre di Dio. Inoltre, ci sono stati annunciati dal Priore e dai confratelli altri momenti, al momento top secret, a ma che certamente susciteranno grande interesse, curiosità ed anche – siamo certi grande emozione.

Sabato 26 Marzo 2022 e Domenica 27 Marzo 2022, dalle 10:00 alle 13:00 (ultima visita alle 12:40) e dalle 15:00 alle 18:00 (ultima visita alle 17:40)
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni IISS A. Vespucci di Gallipoli


CONFRATERNITA E CHIESA DI S. MARIA DEGLI ANGELI

Gallipoli, Riviera Nazario Sauro, 123

La Chiesa di Santa Maria degli Angeli, sede dell’omonima Confraternita, è ubicata all’interno della bellissima Isola del Centro Storico di Gallipoli, sulla riviera di ponente. È sita esattamente sulla cinta muraria, facente parte di un complesso di altri notevoli edifici religiosi, quali l’Oratorio confraternale del SS. Crocifisso, la Chiesa del Rosario e l’annesso Chiostro dei Domenicani.

Di fronte alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli è presente uno degli slarghi più panoramici del borgo antico, con una vista unica della Baia di Gallipoli, con i due isolotti del Campo e dei Piccioni e con l’Isola di Sant’Andrea che fa bella mostra di sé e attende di replicare il rito quotidiano di un tramonto mozzafiato.

La Chiesa di Santa Maria degli Angeli fu edificata nella seconda metà del seicento (1663). La chiesa venne affidata all’omonima Confraternita precedentemente sotto il titolo di Santa Maria di Carpignano. La Confraternita organizza, assieme alla Confraternita del SS. Crocifisso, la processione del Venerdì Santo (“L’Urnia”), partecipandovi con la statua della Madonna Addolorata.

Il semplice prospetto, che termina con un basso frontone in carparo, presenta due portali d’accesso timpanati. Al centro è posizionato un grande pannello in maiolica che ritrae la “Madonna Assunta in Cielo” (1942) con lo sfondo del Faro dell’Isola di Sant’Andrea e degli scogli del Campo e dei Piccioni. L’interno, il cui ingresso è sormontato dal settecentesco organo della controfacciata, è costituito da un’unica navata, voltata a stella. Ospita grandi tele settecentesche poste lungo le pareti laterali. Opera del pittore Diego Oronzo Bianchi, originario di Manduria, le tele de “La distribuzione dei pani”, “Le nozze di Cana”, “La moltiplicazione dei pani e dei pesci”, “La disputa tra i dottori nel Tempio”, sono databili al XVIII secolo.
L’altare in pietra leccese dipinto con finti marmi policromi, opera di Luigi Schiavone di Monopoli del 1876, è arricchito da nicchie con statue dei Santi e della Madonna. Ai lati nelle rispettive nicchie, le quattro statue lignee policrome ricavate da un tronco d’albero dei protettori della confraternita: Sant’Andrea, protettore dei pescatori; sant’Isidoro, patrono dei contadini; San Giuseppe, protettore degli artigiani e San Giovanni Battista, la cui presenza è legata alle origini dell’oratorio. In una nicchia è possibile ammirare la statua della Madonna Addolorata, condotta in processione in occasione dei riti della Settimana Santa. Lungo le pareti si possono ammirare gli stalli, con cornici dorate, finti marmi policromi e motivi floreali, dove siedono i confratelli e le consorelle, e il pancone dell’Amministrazione.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Con le GFP saremo proprio a ridosso della Settimana Santa 2022 ed avremo l’opportunità unica di poter “vivere” gli ambienti dei confratelli e la fremente atmosfera preparatoria. Nelle settimane di Quaresima che precedono l’appuntamento dell’intera Città di Gallipoli con la Solenne Processione dell’Urnia, i locali della Confraternita sono pressoché inaccessibili, perché i devoti sono molto occupati, non solo nelle pratiche religiose (la confraternita organizza, infatti, dei momenti di preghiera durante i mercoledì di Quaresima) ma in tutte le attività pratiche e organizzative necessarie per la buona riuscita dell’Evento, così tanto atteso dalla sua gente. Avremo il privilegio di entrare ed essere accompagnati in sacrestia, e di conoscere i particolari di una giornata speciale per le donne della Confraternita: la vestizione della Madonna Addolorata prima dell’uscita per la Processione del Venerdì Santo. Inoltre, ci sono stati annunciati dal Priore e dai confratelli altri momenti, al momento top secret, ma che certamente susciteranno tra i nostri visitatori grande interesse, curiosità e – siamo certi – anche tanta emozione.

Sabato 26 Marzo 2022 e Domenica 27 Marzo 2022, dalle 10:00 alle 13:00 (ultima visita alle 12:40) e dalle 15:00 alle 18:00 (ultima visita alle 17:40).
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni ICS Sofia Stevens di Gallipoli


CONFRATERNITA E ORATORIO DEL SS. CROCIFISSO

Gallipoli, Riviera Nazario Sauro, 133

La Chiesa del SS. Crocifisso, sede dell’omonima Confraternita, è ubicata all’interno della bellissima Isola del Centro Storico di Gallipoli, sulla riviera di ponente. È sita lungo la cinta muraria, ed è posta al centro di un complesso di altri notevoli edifici religiosi: la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, la Chiesa del Rosario e l’annesso Chiostro dei Domenicani.
Di fronte alla Chiesa del SS. Crocifisso è presente il bastione del Ceraro, uno degli attrattori più panoramici del borgo antico, con una vista unica della Baia di Gallipoli, proteso verso i due isolotti del Campo e dei Piccioni e con l’Isola di Sant’Andrea che fa bella mostra di sé e attende di replicare il rito quotidiano del tramonto mozzafiato.

La Chiesa è stata costruita a cura e spese dei maestri bottai, tra il 1742 ed il 1751, sul terreno ove sorgeva l’antico giardino dei Domenicani, concesso alla Confraternita affinché vi trasferisse la propria sede. La corporazione dei bottai, che aveva fondato la Confraternita nel 1642, era le più numerose della città, per via dell’ingente produzione dell’olio lampante, protrattasi fino alla fine dell’800. I bottai costruivano i grandi tini, nei quali veniva caricato l’olio da illuminazione (olio lampante), per essere imbarcato sui bastimenti che, quotidianamente, partivano dal porto di Gallipoli verso tutta Europa.

La Confraternita oggi, perso il carattere corporativo di un tempo, si contraddistingue principalmente per l’organizzazione della Processione Penitenziale del Venerdì Santo (denominata “Prucissione te l’Urnia” ossia dell’Urna, intesa come Sepolcro del Cristo), in cui decine e decine di confratelli incappucciati e centinaia di portatori (i “Caricatori”) accompagnano le cinque statue dei Misteri Dolorosi e la pesante rappresentazione della Tomba.
La processione trae certamente origine dai riti penitenziali medievali. I confratelli per l’occasione indossano sacco rosso, mozzetta turchina e cappuccio rosso calato sul volto e trattenuto da una corona di spine. Il sobrio prospetto dell’Oratorio, ripartito in due ordini, presenta semplici linee architettoniche ed elementi decorativi in carparo locale. L’ordine inferiore accoglie due piccoli portali, sormontati da una grande maiolica ottocentesca, raffigurante il miracolo della traslazione del quadro della Vergine del Buon Consiglio da Scutari a Genazzano. L’ordine superiore culmina con una cornice ad archetti. Al centro si apre una nicchia finemente scolpita con motivi floreali, in cui è ospitata una croce lignea, recante alla base l’iscrizione: IN HOC SIGNO VINCES, in ricordo della celeberrima visione di Costantino prima della battaglia di Ponte Milvio.

L’interno, ad unica navata riccamente decorata con stucchi, ospita un pregevole altare, nel quale è collocata l’antica scultura lignea del Cristo morto, portata in processione durante la Processione dell’Urnia, nella composizione della Tomba.
Decorano l’aula liturgica quattro imponenti tele raffiguranti le scene del ritrovamento della Santa Croce da parte di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, i bellissimi stalli confraternali del 1867, realizzati in noce locale e distribuiti lungo tutto il perimetro della chiesa e la statua lignea del XVIII Secolo, ritraente San Michele Arcangelo.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Con le GFP saremo proprio a ridosso della Settimana Santa 2022 ed avremo l’opportunità, eccezionalmente unica, di poter “vivere” gli ambienti dei confratelli e la fremente atmosfera preparatoria. Nelle settimane di Quaresima che precedono l’appuntamento dell’intera Città di Gallipoli con la Solenne Processione dell’Urnia, i locali della Confraternita sono pressoché inaccessibili, perché i confratelli sono molto occupati, non solo nelle pratiche religiose ma in tutte le attività necessarie per la buona riuscita dell’Evento, attesissimo dalla nostra gente. Avremo il privilegio di entrare in sacrestia, dove potremo ammirare le statue dei Misteri Dolorosi (venerate dai gallipolini) ed altre statue di pregevole fattura che dimostrano, in base agli anni di realizzazione, le varie scuole artistiche che si sono succedute nel tempo. Inoltre, ci sono stati annunciati dal Priore e dai confratelli altri momenti, al momento top secret, ma che certamente susciteranno grande interesse, curiosità e – siamo certi – anche tanta emozione.

Sabato 26 Marzo 2022 e Domenica 27 Marzo 2022, dalle 10:00 alle 13:00 (ultima visita alle 12:40) e dalle 15:00 alle 18:00 (ultima visita alle 17:40).
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni ICS Polo 2 di Gallipoli

CONFRATERNITA DELLA PURITA’ E CHIESA DI S. MARIA DELLA PURITA’

Gallipoli, Riviera Nazario Sauro

La Chiesa di Santa Maria della Purità, sede dell’omonima Confraternita, è ubicata all’interno della bellissima Isola del Centro Storico di Gallipoli.
Superato il seicentesco ponte che collega la città nuova a quella vecchia, si percorre l’extramurale, e, giunti al lato di ponente, proprio affacciato sull’unica e bellissima spiaggia esistente in questa parte di città, è situato l’Oratorio Confraternale di Santa Maria della Purità. Il panorama che apparirà agli occhi del visitatore, al cospetto di uno degli slarghi più affascinanti del borgo antico, è di rara bellezza, con l’Isola di Sant’Andrea che fa bella mostra di sé e attende di replicare il rito quotidiano di un tramonto mozzafiato.

Fu edificata tra il 1662 e il 1665 per volere della Confraternita dei Vastasi, ovvero degli scaricatori di porto. Era questo, infatti, il ceto cui appartenevano i confratelli della Chiesa di Santa Maria della Purità, i quali raggiunsero la maggiore prosperità economica dovuta al notevole incremento che, per tutto il 1700, ebbe il commercio dell’olio lampante, facendo sì che la piazza di Gallipoli divenisse l’emporio di tale attività dell’intero Regno Borbonico. Lo sviluppo commerciale della Città fu tale in quegli anni che il prezzo dell’olio lampante arrivò a essere quotato, addirittura, alla Borsa di Londra. Ecco spiegata la favillante bellezza di questa piccola ma preziosissima Chiesa, vanto dei suoi concittadini.

Varcata la porta di ingresso della Chiesa, dopo essere saliti per tre gradini, si rimane inaspettatamente estasiati e stupiti, in quanto è netta la contrapposizione tra la semplicità della facciata e la ricchezza del suo interno. Le bellissime tele che ricoprono le pareti e le volte della chiesa, gli intagli e i fregi lignei che la decorano, lo stupendo pavimento maiolicato settecentesco, gli stalli lignei sfavillanti di colori, gli affreschi, l’altare in marmo policromo, rendono questo sacro edificio una vera e propria Pinacoteca, riconosciuto dalle competenti autorità come uno dei monumenti più importanti della Puglia. Una menzione particolare, proprio per la sua grande rilevanza artistica è la grande tela collocata sull’altare ed eseguita dall’illustre pittore napoletano Luca Giordano, che volle raffigurare la Madonna con il Bambino Gesù sfolgoranti di grazia tra gli oranti S. Giuseppe e San Francesco di Assisi. La Chiesa di Santa Maria della Purità viene comunemente considerata dagli appassionati d’arte la “Cappella Sistina del Salento” proprio per il suo autentico fervore di opere, che non ha lasciato nudo un solo metro quadro delle pareti e delle volte della Chiesa.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Con le GFP saremo proprio a ridosso della Settimana Santa 2022 ed avremo l’opportunità unica di poter vivere gli ambienti dei confratelli e la fremente atmosfera preparatoria. Nelle settimane di Quaresima che precedono l’appuntamento dell’intera Città di Gallipoli con la Solenne ¿Processione di Cristo Morto e Maria Desolata, i locali della Confraternita sono pressoché inaccessibili, perché i devoti sono molto occupati, non solo nelle pratiche religiose ma in tutte le attività pratiche necessarie per la buona riuscita dell’Evento atteso dal popolo gallipolino. Avremo il grande privilegio di entrare in sacrestia, dove è allestito un piccolo ma ricchissimo museo. Inoltre, sono stati annunciati dal Priore e dai confratelli altri momenti, al momento top secret, ma che certamente susciteranno tra i nostri ospiti grande interesse, curiosità ed anche siamo certi – grande emozione.

Sabato 26 Marzo 2022 e Domenica 27 Marzo 2022, dalle 10:00 alle 13:00 (ultima visita alle 12:40) e dalle 15:00 alle 18:00 (ultima visita alle 17:40)
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni Liceo Quinto Ennio di Gallipoli

ABBAZIA DI S. MARIA DI CERRATE (BENE FAI)

S.P. 100 Squinzano – Casalabate, km. 5.900, LECCE

Immersa in un meraviglioso paesaggio di uliveti, alberi da frutto e aree coltivate, leggenda vuole che l’Abbazia sia stata fondata in seguito a una visione da parte del re Tancredi d’Altavilla, conte di Lecce, a cui apparve l’immagine della Madonna, dopo aver inseguito una cerbiatta in una grotta. Storicamente, invece, la fondazione è attestata tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, quando Boemondo d’Altavilla – figlio di Roberto il Guiscardo – insedia un cenobio di monaci greci, seguaci della regola di San Basilio Magno, che riparano in Salento per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste di Bisanzio.

Sorta in prossimità della strada romana che univa Brindisi con Lecce e Otranto, l’Abbazia viene ampliata fino a divenire uno dei più importanti centri monastici dell’Italia meridionale: nel 1531, quando passa sotto il controllo dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, il complesso comprende, oltre alla chiesa, stalle, alloggi per i contadini, un pozzo, un mulino, due frantoi ipogei.
Il saccheggio dei pirati turchi nel 1711 fa precipitare l’intero centro in uno stato di completo abbandono che prosegue nel corso del XIX secolo fino all’intervento della Provincia di Lecce, nel 1965, che affida i lavori di restauro all’architetto Franco Minissi. Grazie a un bando pubblico promosso dalla Provincia di Lecce, nel 2012 il complesso viene affidato al FAI.

Sabato 26 Marzo 2022 e Domenica 27 Marzo 2022, dalle 10:00 alle 18:00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura)
Visite CERRATE – ABBAZIA E MASSERIA: ogni 30 minuti, a cura degli Apprendisti Ciceroni IISS Ferraris – De Marco – Valzani di San Pietro Vernotico e dell’IC Elisa Springer di Surbo
Visite CERRATE ALL’APERTO: alle 12:15 a cura dello Staff FAI.
MESSA IN RITO BIZANTINO: Domenica 27 Marzo 2022, alle 18:00

PREVISTI ANCHE ALCUNI “FUORI PROGRAMMA”:

LE VIE DEL TABACCO
LECCE – ISTITUTO PRESTA COLUMELLA – Via San Pietro in Lama
Venerdì 25 Marzo 2022
dalle 09:00 alle 13:00 (partenza ultima visita alle 12:30), Visite riservate alle Classi Amiche FAI
dalle 16:00 alle 17:00 (partenza ultima visita alle 16:30), Visite su prenotazione
dalle 17:00 alle 20:00 gli Esperti raccontano Le Vie del tabacco, Incontri a numero chiuso e su prenotazione. Seguirà aperitivo offerto dall’Istituto Presta – Columella.
Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni IISS Presta Columella di Lecce
PER PRENOTAZIONI: 320 0689461 – lecce@delegazionefai.fondoambiente.it

LA SETTIMANA SANTA DI GALLIPOLI (a cura Gruppo FAI Salento Jonico)
GALLIPOLI – CHIESA DEL SS. ROSARIO – Riviera Nazaro Sauro – Isola Del Centro Storico Di Gallipoli
Domenica 26 Marzo 2022, ore 20:00, CONCERTO “Pietà Signore!”
I Riti della Settimana Santa tra musica e poesia
con il soprano Laura De Vita ed il baritono Francesco Faiulo, al violino Tommaso Passeri e al pianoforte Luigi Solidoro
PER PRENOTAZIONI (ENTRO 25.03.2022, RISERVATE AGLI ISCRITTI FAI, INGRESSO GRATUITO):
320 1434663 – salentojonico@gruppofai.fondoambiente.it

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