Jonvalli & Filistrucchi, Crudele è la notte, Giangiacomo Feltrinelli Editore S.r.l. 2025, pag. 400

di Marisa Cecchetti
Madrid, estate 1962, la Spagna sotto il regime di Francisco Franco. Una serie di morti violente si sussegue nell’arco di pochi giorni: una donna trovata morta in casa propria; un uomo nella sua villa con la testa rotta, arrestato un giovane gay ritenuto colpevole; un bambino di nove anni scivolato da una bassa roccia di un parco, che si è rialzato illeso e dopo venti minuti si è accasciato a terra, morto.
Florentino Abedes è un ispettore della brigata Indagini Criminali, che “aveva deciso di fare il poliziotto per mettere ordine, per proteggere le persone, per portare giustizia”. La morte del bambino lo colpisce profondamente, soprattutto quando l’amico anatomopatologo gli rivela in segreto che il piccolo è stato ucciso. Ma l’omicidio è archiviato come un banale incidente, i referti firmati non corrispondono alla verità. E anche il giovane gay in carcere è innocente, mentre il vero colpevole, un assassino che collabora con il potere, è a piede libero in quanto servitore dello stato, e la sua libertà non è in discussione perché “lo stato, a sua volta, serve Dio”. Del resto a chi può importare di quel giovane? Per gli omosessuali, nella Spagna di Franco, ci sono molti mesi di rieducazione ai lavori forzati.
In questo regime, dove “la maggior parte del lavoro […] lo svolge la polizia politica, tutto deve apparire in ordine, nella convinzione del governo che “nella Spagna cattolica Dio stesso ha fatto prevalere l’ordine sul caos”, dunque, se non si parla di crimini commessi, è come se non fossero accaduti, così si mantiene la tranquillità tra i cittadini. Si eliminano i sovversivi o ritenuti tali, non importa se innocenti, si allontanano dall’insegnamento i docenti le cui idee non si allineano col regime, non si parla di mostri assassini perché “nella Spagna che abbiamo ereditato, ispettore, questo mostro non può esistere. E quindi, semplicemente, non esiste”, si sente dire l’ispettore Abedes.
Forse, pensa l’ispettore, di ordine in Spagna ce n’è fin troppo, mantenuto al di sopra della legge, a costo di mentire, e un sistema che ha bisogno della menzogna, lui pensa, non deve sopravvivere. Non è un antigovernativo l’ispettore Abedes, ma ragiona con la propria testa, proprio perché è spinto dal senso di giustizia, e le ammonizioni del commissario capo non lo distolgono dai suoi obiettivi: così scopre che in otto anni e mezzo sono stati uccisi ventisei bambini, tutti casi archiviati come incidenti. Chi si aggira per il paese sfuggendo alla giustizia? Da chi è protetto?
Del resto ci sono persone “talmente in alto, nelle gerarchie del regime, che la legge, la morale, il sospetto, a loro semplicemente non si applicano. Il Caudillo, il nostro amato Generalissimo, potrebbe strangolare bambini un giorno sì e l’altro pure e nessuno muoverebbe un dito”; senza dimenticare che “alcuni camminano talmente in alto e col sole in fronte che l’ombra delle loro colpe li segue a una distanza incalcolabile”.
Un noir, quello di Jonvalli & Filistrucchi, di pulsioni sanguinose, ricco al tempo stesso di una umanità profonda, che accompagna in interni popolati da figure indimenticabili, che ci propone lo stupore di miracoli, ma anche le rapide trasformazioni nella edilizia cittadina, ci svela il linguaggio dei sogni, ci introduce alle prove dell’Orchestra Sinfonica di Madrid, ci stupisce e trascina con ogni personaggio, con ogni situazione, sempre dalla parte di Abedes, alla ricerca della verità.
Un romanzo che esce dalla sua collocazione temporale per assumere un significato più ampio, mai tramontato: quello della violenza del potere, della sua sbandierata e manifesta onnipotenza, della limitazione o negazione di libertà alle persone, degli obiettivi più o meno devastanti ben nascosti da segreti di stato, quei crimini su cui aveva già puntato il dito Machiavelli, “quel grande / che temprando lo scettro a’ regnatori / gli allor ne sfronda/ ed alle genti svela /di che lagrime grondi e di che sangue”, come lo ha immortalato Ugo Foscolo nei Sepolcri.