IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

La “Synergetic Art” di Marisa Grande a tò Kalòn tra pittura e scienza, tra visione e connessione, tra vita e storia in un incontro di vibrazioni uniche e irripetibili

eVENTO A Tò -kALON

di Anna Stomeo

Mercoledì 25 Giugno 2025 alle ore 19.30 a Martano (Lecce) in via Marconi 28 presso il Centro Culturale tò Kalòn dell’Associazione Itaca Min Fars Hus, diretto da Anna Stomeo e da Paolo Protopapa, nuovo incontro d’Arte di inizio estate, un incontro originale ricco di bellezza, di colori e luminosità, di visioni e di riflessioni, con Marisa Grande, un’artista raffinata di livello internazionale, autrice di opere pittoriche apprezzate in tutto il mondo, e anche una studiosa profonda di Arte e di paleo-archeo Astronomia, nota per i suoi saggi sulle origini paleolitiche del Salento e sui monumenti megalitici, sui linguaggi simbolici che precedono la scrittura, sulla geo-mitologia e la geo-morfologia.

Una serata di incontro e conoscenza che ci piace immaginare prodromica a futuri appuntamenti con una personalità complessa e affascinante, come quella di Marisa Grande, che ha saputo, nell’arco della sua carriera e della sua vita, non solo accumulare e perfezionare competenze scientifiche e artistiche, ma anche connetterle filosoficamente in una sintesi etico-conoscitiva di grande valore e originalità. Il delinearsi, per nulla peregrino, di un Nuovo Umanesimo che l’artista e la scienziata sente possibile nell’ambito di un’esperienza allargata che coinvolge i valori umani racchiusi inevitabilmente ed epistemicamente nella scienza.

Un vero e proprio “caso” conoscitivo e artistico, quello di Marisa Grande, nel cui bagaglio culturale si concentrano e agiscono le correnti di pensiero più intense e controverse del Novecento filosofico e artistico, tanto da stimolarne la visione creativa e teorica in un vero e proprio Movimento culturale e artistico denominato “Synergetic Art”, di cui è ideatrice e fondatrice dal 1990, teso a collegare dinamicamente, attraverso l’uso filosoficamente consapevole dei linguaggi artistici, campi diversi ed essenziali del sapere antico e contemporaneo, dalla teologia alla filosofia, dalla letteratura alla scienza, dall’archeologia alla paleoastronomia, dalla simbologia alla cosmologia, alla letteratura e alla pittura.

Un caso che appassiona ed ha appassionato la critica d’arte internazionale dell’Unione Critici d’Arte, che, con Thomas Ho-Kit, riconosce la «visione lirica delle sue percezioni cognitive» e la proficua ricerca artistica sinergica e propositiva.

Antesignana, in ambito contemporaneo, della stretta corrispondenza tra visione pittorica e parola poetica, Marisa Grande compie, sin dagli anni Settanta del Novecento, alcuni significativi esperimenti di corrispondenza non analogica tra poesia e pittura, punto di partenza e di arrivo per una sottesa argomentazione teoretica che muovendo dallo “slancio vitale” (“élan vital”) di Henri Bergson e dal “flusso di coscienza” di William James, si allarga ad una vera e propria filosofia della vita e dell’arte.
Quella stessa filosofia che attraversa il Novecento in molteplici e variegate determinazioni, incontrando il pragmatismo e l’esaltazione del dinamismo conoscitivo, inteso come unico efficace antidoto alle incrostazioni metafisiche, che avevano impedito all’arte di incontrare la scienza e i saperi “concreti”.
Un sapere filosofico in movimento e in evoluzione, che si nutre di alternative e di polarizzazioni tra arte e vita, tra coscienza e ragione e che aspira ad un ‘concretismo’ unificante dei dualismi della metafisica e al sinergico convergere di scienza ed esistenza.

Su questa scia novecentesca si colloca, a nostro avviso, nelle estreme risultanze teoriche degli anni’60/’70, l’importante sperimentazione artistico-conoscitiva di Marisa Grande, che rompe gli argini tradizionali del fare e pensare arte e fonda, con “Synergetic Art”, un movimento artistico-culturale di grande interesse empirico, un empirismo filosofico che coniuga, a monte, e sperimenta, a valle, forme avanzate di connessione sinergica tra esperienza scientifica ed esperienza spirituale, tra ragionamento scientifico e intuizione personale, tra desiderio del concreto e flusso di coscienza, come poli operativi di quello che Frédéric Worms ha definito «momento 1900» e che, anche con l’esperienza di Marisa Grande, si estende fino al nostro XXI secolo con esiti interessanti e di grande valore artistico-epistemico.

Un’attività artistica intensa, quella di Marisa Grande, cominciata in età giovanile e proseguita, con tenacia conoscitiva, fino alla maturità, in un susseguirsi di esperienze e di sperimentazioni, di progetti e di produzioni di opere pittoriche di grande valore, come quella che abbiamo scelto di riprodurre nella locandina di questo evento, intitolata “Salto dimensionale”, opera premiata con trofeo e mostra premio al “Premio Internazionale Città di New York” nel 2010, premiata a Montecarlo nel 2011 con il Premio “Oscar per le Arti visive” e attualmente selezionata per “Capolavori divini” Roma palazzo della Cancelleria vaticana dal 6 al 12 luglio 2025.

Una “visione cosmica” che riprende la” teoria del salto dimensionale”, salto di orbita degli elettroni che gravitano intorno al nucleo dell’atomo formando una ‘nuvola vibrante elettromagnetica’, senza mai occupare a lungo un unico preciso spazio orbitale. Un modello che, esteso e ripetuto in varie scale dimensionali, riproduce, nel macro e nel micro cosmo, l’instabilità e l’indeterminatezza, coerentemente con la ‘teoria del caos’, “modificando costantemente gli scenari a tutti i livelli”.

Una grande metafora dell’universo, un dire pittorico per affabulazione figurale cromatica, che richiama la parola poetica e la sollecita, alimentandola di significati nuovi, come avviene negli omonimi versi che accompagnano il quadro, in cui la pittrice si fa poeta del “periodico salto dimensionale (…) /oscillante nel proprio quantico vibrare”.

Studiosa e ricercatrice di astronomia, di astrofisica, di cosmologia e simbologia, con numerose e accreditate pubblicazioni in ambito scientifico e divulgativo, Marisa Grande ha contribuito in modo personale alla formulazione alcune teorie di archeoastronomia e dinamica sismica, come la ‘teoria delle celle geomorfologiche’ inerente la regolarità della dinamica sismo tettonica.
Autrice di studi sui monumenti megalitici con particolare riferimento al Salento preistorico (dalle pitture rupestri paleolitiche ai pittogrammi della Grotta dei cervi di Porto Badisco) e sulle linee energetiche e i campi magnetici che attraversano la Terra, Marisa Grande ha sviluppato ed elaborato sin da subito in chiave cosmologica le proprie competenze di docente di Disegno e Storia dell’Arte nel liceo Scientifico, un’attività didattica professionale, condotta con impegno e passione educativa

Ha condotto e pubblicato con regolarità studi scientifici, come l’apprezzata trilogia comprendente “L’orizzonte culturale del megalitismo”, 2008, “Dai simboli culturali alla scrittura”, 2010, e “La precaria armonia del cosmo” 2012.
Contemporaneamente ha creato ed elaborato opere pittoriche di grande significato artistico e scientifico, anticipando in modo analitico e formale, sin dagli anni Ottanta del Novecento, nei suoi quadri cromatici e intarsiati, alcune rappresentazioni grafiche di scoperte scientifiche, come le onde gravitazionali e i buchi neri, che solo in era digitale sarebbero state definitivamente rappresentate graficamente.
Così negli anni Settanta le “Visioni cosmiche” di Marisa, giovane e appassionata studiosa di paleo-astronomia, aprono agli attuali modelli dell’universo, ottenuti poi, vent’anni dopo, al computer tramite algoritmi e funzioni matematiche trasformati in immagini, sino alle attuali elaborazioni dell’Intelligenza Artificiale.

Una visione ‘prefigurante’ sul piano tecnico, grafico ed immaginativo, che conferma e corrobora la “Synergetic Art” di Marisa Grande, come risultato di una presa di coscienza etico-conoscitiva, di un ‘esserci’, nei punti di equilibrio e di vibrazione dell’universo, in una visione olistica che richiama tanto il pensiero orientale, quanto la meccanica quantistica e il concerto di vibrazioni/connessioni che attraversa e amalgama l’Universo.

Un processo di individuazione cosmica che coincide con l’idea di un Nuovo Umanesimo non palingenetico, ma armonicamente ‘legato’ alla complessità del reale, in una sintesi di creazione e razionalità, che impone all’artista, come allo scienziato, una costante consapevolezza etica.

Tantissimi i motivi e i contenuti che rendono eccezionale questo primo incontro di tò Kalòn con Marisa Grande, al quale speriamo ne seguiranno altri nei prossimi mesi, che sveglieranno le coscienze artistico-filosofiche di molti, per quanto apparentemente sopite negli angoli bui del conformismo e dell’indifferenza.

Una “Grande” Marisa, che ci sbalordirà per le sue competenze e che ci riempirà l’anima e la mente, lasciandoci in bilico tra arte e scienza, tra creare e sapere, “nell’universo che vibra per onde elettromagnetiche emesse già nel Big Bang” e declinato in articolate sinergie operative e in capolavori di altissimo livello.

Reduce da innumerevoli Rassegne d’Arte di prestigio e da premi ricevuti in tutto il mondo, Marisa Grande continua a mantenere relazioni quotidiane con il mondo dell’arte e della scienza, collaborando a riviste specialistiche sul Web e curando un blog personale. Parlare con lei, della sua Arte, a tò Kalòn, sarà una gioia ed un’opportunità di riflessione unica per tutti gli amici.

Sarà un incontro caldo e avvolgente con una personalità eccezionale, una possibilità di visione che la quotidianità ci nega e che Marisa ci restituirà per un attimo con la sua intelligenza, la sua genialità artistica, il suo grande “studium” scientifico messo a disposizione dell’Altro per vocazione pedagogica e coscienza umanistica.

In questi “tempi bui”, un’oasi di meditazione e di rigenerazione etica attraverso il sapere. Non mancate.
Anna Stomeo

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