IL PENSIERO MEDITERRANEO

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“La Tunguska misteriosa”, il libretto d’opera scritto dallo scienziato Emilio Spedicato e musicato dal maestro Vittorio Vedovato

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la Tunguska misteriosa

di Laura De Vita

Oggi desidero parlare ai lettori di questa rivista di un libretto d’opera che ho appena terminato di leggere e che mi è stato donato daI gentile prof. Emilio Spedicato, scienziato dalla mente eccelsa e brillante, appassionato di musica, dotato di straordinaria memoria e capacità di fare collegamenti, paragoni e analogie fra argomenti anche molto lontani fra loro, riuscendo a trovare similitudini inaspettate ed invisibili ai più.

Autore che è riuscito a catturare la mia attenzione e la mia stima perché uno dei pochi al mondo capace di decifrare in modo scientifico gli eventi narrati dalla Bibbia, generalmente giudicati come miracoli, allegorie o invenzioni letterarie, fornendo loro una spiegazione logica e matematica e realizzando così una meravigliosa relazione tra la religione, con il suo linguaggio simbolico e teologico, e le leggi del mondo della fisica.

Il libretto d’opera, dall’indecifrabile e oscuro titolo “La Tunguska misteriosa” ha una copertina affascinante: una cartina geografica raffigurante una parte della sconfinata Russia su elegante cartoncino color avorio dove si staglia, in tutta la sua austerità, una donna della stirpe dei Tungusi, o Evenki, un popolo della Siberia composto da sciamani e pastori di renne.

la Tunguska misteriosa

Il libretto d’opera nasce lentamente nella mente dell’autore, fino a quando, nel 2013, trovandosi egli in un albergo di Molveno e, alzandosi una mattina particolarmente ispirato, di getto e in meno di tre ore, ne scrisse tutto l’intero primo atto.

Successivamente, il prof. Spedicato parlò del libretto durante la presentazione del suo primo libro relativo ai suoi 108 incontri nel mondo della lirica, avvenuta a Monselice, dove era stato invitato dal tenore Maurizio Saltarin.

Tra il pubblico, il versatile pianista e compositore veronese Vittorio Vedovato che, affascinato dal soggetto dell’opera, si offrì di musicare il libretto, terminandolo nel giugno 2018.
Nasce così l’opera lirica in tre atti “La Tunguska misteriosa”.

Attualmente, l’opera attende il suo debutto in Russia, probabilmente a Mosca e, forse, con la partecipazione straordinaria di Gina Lollobrigida, alla quale è dedicato il Preludio del terzo atto.

Ma come è nata l’idea di questo libretto d’opera?

L’idea è nata nel prof. Spedicato mentre egli studiava le grandi catastrofi naturali avvenute nel corso della storia. Questi eventi, denominati appunto Tunguska, sono provocati dall’impatto di grandi oggetti (ad esempio asteroidi, meteoriti o comete) con la nostra atmosfera terrestre. Questi “oggetti”, una volta entrati nell’atmosfera, vengono attratti dalla forza di gravità e a volte impattano con la superficie terrestre con una violenza inimmaginabile, altre volte esplodono senza toccare terra, ma in entrambi i casi, a seconda della loro dimensione e potenza, provocano tsunami, terremoti e disastri capaci di cancellare interi stati.

Tra gli eventi di tipo Tunguska ricordiamo:
– l’esplosione avvenuta nel 10.500 A.C. sulla regione dei grandi laghi americani, causa della catastrofe narrata dalla tradizione maya e atzeca e denominata “del vento e del fuoco”;
– la prima delle 3 catastrofi platoniche, associata alla rapida fine dell’ultima glaciazione, al mito di Atlantide e avvenuta verso il 9.450 A.C.;
– l’eplosione di Tifone avvenuta nel 2.033 A.C. responsabile della fine della civiltà Indo-Sarasvati e dell’antico Regno Egizio;
– l’esplosione di Fetonte avvenuta nel 1.447 A.C. sulla Germania settentrionale, con conseguente diluvio di Deucalione ed episodio dell’Esodo.

E molti altri eventi che, chi interessato, può rintracciare tra le innumerevoli pubblicazioni del prof. Spedicato.

Trama e linguaggio dell’opera

Come già posto in evidenza dal M° Vittorio Vedovato, il tema del lavoro è molto interessante ed estremamente originale, molto lontano dagli argomenti trattati dai canonici libretti d’opera che siamo abituati a leggere. Qui di certo non si parla dell’amor cortese, né della vita di Enrico VIII e della sfortunata Anna Bolena, né tantomeno di prostitute parigine, di principesse etiopi o sacerdotesse celtiche.
Come si può facilmente intuire, l’opera è ispirata proprio ad un evento di tipo “tunguska”, più precisamente l’evento astronomico avvenuto nel 1908 in Siberia, nell’area abitata dagli antichi Tungusi.

Il linguaggio poetico utilizzato è espressivo, stilisticamente asciutto e realistico, mai ridondante. A tratti scientifico, a tratti sentimentale e passionale, a tratti aulico e poetico, rende perfettamente le scene che di volta in volta vengono narrate, esprimendo al meglio gli intenti dell’autore. Un autore dallo spirito profondamente classico che si esprime in forme libere e moderne. E diversamente non potrebbe essere, visto che stiamo parlando di uno scienziato, ancorato al pensiero logico-matematico, che però racchiude in sé tutte le più intense sfaccettature di un grande amore per la musica e per l’opera lirica.

Dal punto di vista musicale, non avendo ascoltato l’opera (che deve essere ancora rappresentata) ed avendo letto solo il commento del M° Vedovato relativo alla sua struttura, confesso che è nata in me una grande curiosità.
Ho avuto modo di ascoltare le composizioni del M° Vedovato, artista di grande esperienza, sul suo sito web e ne ho apprezzato la bellezza e l’eleganza delle melodie, nonché le complesse strutture armoniche ed il sapiente uso degli strumenti. Per questo immagino un’opera con suggestivi impasti sonori, misteriosa e maestosa, con picchi di dolcezza e di intenso lirismo nei punti ove la trama lo esiga.

I tre atti dell’opera

Suddivisa in tre atti, la storia si apre in una suggestiva libreria antiquaria nell’antica città di Kazan, dove il libraio Yuri (basso-baritono) attende la visita di un sufi dal nome Jibril (tenore), il quale ha promesso di vendergli un misterioso libro dove vengono descritte le catastrofi dell’antichità. Il libro è quello di Johann Gottlieb Radlof, pubblicato a inizio Ottocento.
Subito dopo, Yuri riceve anche la visita della donna amata, l’italiana Ludmila (soprano leggero di coloratura), dagli splendidi occhi verdi, che lo accusa, con dolcezza e una punta di malizia, di pensare poco a lei e di amare di più i suoi libri. L’atmosfera della scena è molto romantica (…“parlami a bassa voce, tienimi stretta al tepore del tuo cuore…”) e si conclude con un sognante duetto tra i due protagonisti rafforzato dall’intervento di un coro (concertato finale).

Il secondo atto si svolge nella taiga siberiana, vicino al fiume Tunguska Petrosa, dove due sciamane, madre (soprano) e figlia (contralto) parlano tra di loro di alcuni eventi catastrofici; in particolare, la madre ricorda quando assistette all’esplosione del vulcano Krakatoa, nel 1883. Le due donne contemplano il cielo e la foresta all’alba e l’atmosfera è impalpabile e surreale, nell’aria aleggia qualcosa di arcano, come se un evento terribile stesse per accadere (“…cielo pallido e grigio, le stelle quasi spente, nessuno dei pianeti brilla, assente è la dea Luna… strano è il silenzio di questa notte e brividi attraversano la schiena, il cuore batte in attesa…”).

È la mattina presto del 30 giugno 1908 e, infatti, la scena si conclude con l’arrivo di un oggetto misterioso e con una spaventosa esplosione che viene riprodotta dai suoni dell’orchestra.

La caratteristica peculiare di questo secondo atto è quella dell’utilizzo della lingua tungusa: verso la fine, infatti, i versi recitati dalle due donne sono tratti da un poema sciamanico scritto subito dopo l’evento e tradotto da Riccardo Bertani.

Il terzo atto si apre con un preludio durante il quale appare Gina Lollobrigida, regina delle arti, che ricorda l’adolescenza vissuta sotto le bombe nella zona di Montecassino, quando la sua vita si è intrecciata con quella del generale di cavalleria Alfred De Grazia.
Successivamente, in una casa della Toscana, vicino al lago Trasimeno, assistiamo a un dialogo tra tre persone sapienti: Nieves, studiosa di storia e figlia dello storico Salvador de Madariaga (mezzosoprano) e i coniugi De Grazia, Amy (mezzosoprano) e Alfred (basso), entrambi studiosi dell’evoluzione del sistema solare.

Siamo nel febbraio 2013 e il dialogo tra gli studiosi riguarda le catastrofi del passato e quelli di un imminente ma imprevedibile futuro: “…Nel Vangelo sta scritto che dal cielo i luminari sulla terra cadranno, ma quando questo avvenga solo noto al Padre è…” (qui si possono desumere dei riferimenti ad Apophis, asteroide scoperto nel 2004, che ha un’orbita non calcolabile con certezza e che, si è ipotizzato, passerà vicino alla terra nel 2029 e forse anche nel 2068. Apophis ha un diametro di 350 metri e un peso di 10 milioni di tonnellate, con una energia sprigionabile di 50.000 megatoni, pari a quella di 50.000 bombe atomiche. Lascio immaginare le possibili conseguenze di un impatto con la nostra atmosfera terrestre…)

Bellissima e commovente l’invocazione dei protagonisti per un futuro di pace e di prosperità “…che la pace benedica il nostro mondo, che la giustizia sia realizzata, che dei mondi le collisioni lontane siano dal pianeta nostro…”.

Dopo un lungo ed erudito scambio di opinioni, i tre personaggi decidono di abbandonare la seriosa tematica e di dedicarsi ai piaceri della vita “or lasciamo questi discorsi su eventi gravi e misteriosi, beviamo il vino di Toscana … e cantuccini nel vin imbeviamo… Lasciamo ora le cose antiche, accendiam la televisione e sentiamo cosa oggi avviene”.

Ma quando Nieves accende la tv, la voce di un giornalista taglia l’aria con una notizia terribile: un oggetto non identificato è esploso in Russia, nella regione degli Urali, proprio sopra la città di Celjabinsk, provocando danni e feriti.

Ma cosa avvenne in Siberia nel lontano 1908?

L’esplosione fu vista a 700 chilometri di distanza e lasciò, per i mesi a venire, un cielo insolitamente chiaro che permise perfino agli abitanti di Londra di vedere perfettamente anche a mezzanotte nelle strade della città.

Gli alberi presenti in un’area di 2000 km quadrati vennero completamente abbattuti, salvo quelli proprio sotto l’esplosione che rimasero misteriosamente dritti e che, ancora oggi, sono vivi e vegeti.

Il ritrovamento di sferule di niobio e iridio fece supporre l’esplosione di un oggetto extraterrestre.

Il rinvenimento di un piccolo cratere, poco profondo, diede la conferma che l’oggetto non era esploso per impatto sulla superficie, ma per impatto nell’atmosfera, forse a qualche chilometro di altezza dal suolo. Ancora oggi si osservano tracce radioattive nella zona colpita, con mutazioni genetiche nelle formiche e negli abeti che presentano un cambiamento nel numero di aghi.

Qui invece potete visionare alcuni video dell’evento del 2013 avvenuto a Celyabinsk:


Curriculum

Emilio Spedicato è nato a Milano il 15 aprile 1945. Di origini salentine (padre e nonno erano di Monteroni), si è laureato in Fisica all’Università Statale di Milano, ha svolto per sette anni ricerca presso il Centro di Calcolo del CISE – Centro Informazioni Studi ed Esperienze, nel 1976 ha cominciato ad insegnare all’Università degli Studi di Bergamo, dove è stato professore ordinario di ricerca operativa fino al pensionamento, avvenuto nel 2015. Ha svolto la sua intensa attività di ricerca anche all’estero, presso le prestigiose Università di Stanford (Stati Uniti), di Wuerzburg (Germania), di Essex e di Hertfordshire (Inghilterra), ed ha attivato ampi contatti con ricercatori dell’Europa dell’Est, della Cina e dell’Iran. È stato il primo straniero ad ottenere in Cina un dottorato in matematica computazionale.

Conoscitore di varie lingue, ha all’attivo più di 600 pubblicazioni, e le materie trattate non sono solo la matematica: egli è un appassionato studioso di geografia fisica e antropologica, di storia antica e di testi sacri, nonché un amante della musica e dell’opera lirica (è anche pianista dilettante).

Noto soprattutto per i suoi contributi all’algebra lineare numerica, nel cui ambito ha definito un metodo generale per risolvere il decimo problema di Hilbert lineare (non risolubile nel caso generale, leggi qui); ha anche analizzato le catastrofi descritte nei testi antichi (in particolare quelle di Deucalione-Fetonte, proponendo una spiegazione del biblico passaggio del Mar Rosso da parte di Mosè; di Atlantide e la prima della quattro catastrofi dei Maya); ha condotto uno studio matematico sull’inquinamento prodotto dalle auto e l’ottimizzazione dei consumi dei motori auto Fiat e Alfa Romeo; ha proposto una teoria per l’origine della Luna; è stato il primo a tradurre dal latino Cosmographia, l’opera del V secolo di Aethicus Ister; ha affrontato i problemi di identificazione di luoghi citati nei testi antichi (come Eden, Ofir, itinerario di Gilgamesh, Atlantide); ha trattato numerose questioni musicologiche relative ad Andrea Luchesi, Luciano Chailly, W. Amadeus Mozart, Arturo Toscanini, Magda Olivero e Cloe Elmo, e raccontato i suoi 108 incontri con musicisti e cantanti (come i volumi “Abbiamo amato Puccini” e “Non solo Malibran” ). Ha anche scritto un libro sulle memorie di famiglia, con nuove informazioni su Alessandro Manzoni e descrizione del salvataggio, da parte del prozio, don Antonio Regondi, di molti ebrei e di altre persone durante la Seconda Guerra mondiale.

Ulteriori informazioni sono rinvenibili sul sito www.emiliospedicato.it

Per chi volesse leggerli, la nostra rivista, ad oggi, ha ospitato questi suoi contributi:

Emilio Spedicato

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