IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

L’abito se italiano fa il monaco

Teatro romano di Merida in Spagna

Di Tiziana Leopizzi

Teatro romano di Merida (Spagna)

La granitica convinzione che un oggetto parli da sé perché è bello e tanto basti per evitare quelli che a Genova chiamano “fronzoli” valeva forse in tempi più austeri di quelli attuali. Oggi è indubbio che sia una politica addirittura controproducente.
I fronzoli sono ormai indispensabili forse più dell’oggetto stesso, perché in realtà sono l’immagine della cosa in sé, il suo completamento che peraltro dimostra anche la cura e l’attenzione nei confronti di chiunque ne sia fruitore.


Una bella confezione, e con questo intendo anche uno spot pubblicitario un master o un articolo o una bella scatola, è il veicolo per far comprendere il lessico dell’oggetto in questione, di qualunque epoca essa sia, e fa si che da spettatori si diventi attori.
Per questo è però necessario infrangere il muro dell’ignoranza e della superficialità, e finalmente scoprire e riappropriarci di ciò che abbiamo a portata di mano, da Positano, al Cervino, da Palazzo Pitti alla Reggia di Caserta, da Pietrasanta con le sue cave Michelangelo a via Garibaldi a Genova o gli Uffizi, il Colosseo come Piazza San Marco … l’elenco è assolutamente infinito.


Erasmo da Rotterdam nel suo sublime Elogio della Follia disegna il profilo dei diversi tipi di europei e a proposito degli Italiani li dipinge addirittura come superbi, insopportabili nella loro convinzione di detenere la leadership dell’arte e della bellezza.
Questa definizione poco simpatica ci dice però quanto gli italiani allora fossero consapevoli e orgogliosi di essere i depositari di una fortuna che tutto il mondo ci invidia e ama.


Cinquecento anni fa. Oggi direi che purtroppo siamo lontani anni luce da un simile convincimento.
Da una parte l’ignoranza procede a passi di lupo, e dall’altra manca quel minimo di umiltà che ci consentirebbe di imparare da chi, meno fortunato di noi, ha dovuto inventarsi sistemi per mettere in risalto i propri beni architettonici e artistici.


Basta scollinare da Ventimiglia in Francia per vedere svettare dalla Grand Corniche a La Turbie il Trofeo di Augusto innalzato nel 6 a.C. voluto dall’imperatore a segnare la pax romana delle Alpi Marittime.
Le imponenti rovine illuminate, anche nel vero senso del termine, dalla grandeur française sono di fatto identitarie della zona.
I Francesi son straordinari nel far risaltare al massimo tutto ciò che posseggono e che li può connotare, dal Louvre, all’Academie Française, allo Champagne, ai foulard d’Hermès, ma anche i formaggi e i vini… e così via. Abbiamo tanto da imparare dai nostri cugini primi.


L’amore, dice James Hillmann, viene dalla conoscenza, senza la quale prolifera il disinteresse prima, la sine cura poi, che sospingono inevitabilmente lo spirito dell’essere umano nel baratro… insieme all’economia.
Quindi diventa prioritario trasmettere questo messaggio, e non è mai troppo presto.
I bambini si sa sono una lavagna vergine sui cui il gessetto lascia subito il segno .


Le immagini che allego di ARTOUR-O il MUST 2014 a Merida in Extremadura Es, testimoniano l’attenzione e la cura con cui gli insegnanti si dedicano all’educazione dei bambini loro affidati.
All’esterno dello spazio antistante il museo archeologico, realizzato da Moneo, i piccoli fanno a gara a ricomporre il plastico, una sorta di puzzle tridimensionale, della Città romana orgoglio e vanto della Comunità.
Così imparano la storia dell’arte giocando e un domani saranno attenti custodi e comunicatori dell’ identità della propria Città.


Visto che l’arte non solo migliora la qualità della vita ma è anche fonte di economia e l’Italia è uno scrigno di bellezza con paesaggi, siti archeologici, fenici, messapi, ma anche liguri, etruschi, greci, romani, longobardi, la Chiesa, le grandi famiglie, i Doria i Medici, i Borbone, a cui oggi si sono affiancati imprenditori ed enti che ne hanno raccolto il testimone, tutti Committenti d’eccellenza CHE ASPETTIAMO ANCORA? a usarla a favore del turismo ma anche della ristorazione, il restauro, la salute con le nuove realtà delle neuroscienze, l’industria del divertimento e comunque tutto ciò che grazie a questa consapevolezza si può mettere in moto per affiancare queste prime voci testé elencate.


Il miracolo però nasce dalla conoscenza, dalla curiosità propedeutica a qualsiasi cosa di costruttivo, la chiave che apre infiniti mondi, che permette di creare una ribalta per comunicarne i contenuti.
Tutti noi stiamo correndo il rischio di interrompere quella fantastica catena che ci hanno trasmesso i nostri illustri Avi.
Non c’è più attenzione da parte della scuola a questa nostra straordinaria realtà, lingua compresa, di cui non siamo che i custodi temporanei, e l’intero patrimonio corre il rischio di diventare l’equivalente di una magnifica perla tenacemente chiusa tra le valve dell’ostrica.


Le lamentele sono sterili e non le amo e quindi lancio una proposta molto semplice: fare dell’Italia il contenuto di un gioco a premi e cioè concorsi TV lotterie per renderci consapevoli della realtà dei nostri tesori incommensurabili, facendo girare l’economia e contemporaneamente vivere respirando bellezza e armonia, e in più divertirci come ci hanno insegnato egregiamente Piero con Alberto Angela o Philippe Daverio che pur essendo solo dei privati cittadini hanno profuso a tutti noi cultura e passione e a piene mani.

Tiziana Leopizzi
Architetto, Giornalista, Scrittrice, Accademico ad Honorem dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, AGW Ambasciatore di Genova nel Mondo

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italiaefriends.wordpress.com


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