Laboratorio Hinamatsuri al Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone a Genova

di Antonio Luca Sorbello
Domenica 9 marzo si è tenuto, presso il nostro museo, il laboratorio per famiglie dedicato a Hinamatsuri !
Abbiamo avuto modo di conoscere passo per passo i componenti e la storia di questa felice ricorrenza, facendo un viaggio onirico tra i fiori di pesco e la primaverache ci ha fatto tornare tutti quanti un po’ al tempo dell’ infanzia.
Hinamatsuri è, infatti, soprattutto celebrazione delle bambine che si affacciano alla vita, augurando loro speranza e felicità, così come quelle che la stagione dei fiori porta con sé
.
I nostri partecipanti si sono cimentati nella realizzazione di origami per creare le proprie hina (雛) e hina-dan (雛壇), facendo anche sciogliere le hitogata (人型) nell’acqua, un rito che simbolicamente serve a eliminare la sfortuna.
Lasciando spazio alla creatività e alla fantasia dei più piccoli, si è cercato di far sentire loro lo spirito di Hinamatsuri con tutte le sue sfumature.
APPROFONDIMENTO HINAMATSURI
Originatasi nel periodo Heian (794-1185) come rito purificatore contro gli spiriti maligni, si è successivamente unita simbolicamente alla festa cinese della fioritura del pesco, tanto da essere anche conosciuta come “Festa dei fiori di pesco” (Momo no sekku 桃の節句).
L’importanza di questo fiore per Hinamatsuri, però, va oltre alla concomitanza temporale e riside nel significato che porta con sé, la cui spiegazione si trova nella tradizione cinese.
Prima di tutto il fiore di pesco (tao hua 桃花) in Cina è divenuto paradigma di una bellezza tenue ma tenace, proprio perché sboccia sui rami ancora spogli, mentre tutto il resto è ancora dormiente.
La loro fioritura segna, inoltre, l’avvicinarsi della primavera , del risveglio dei sensi e dell’amore, perciò è spesso usata come tema centrale nella poesia amorosa
fin dall’antichità.
Sempre in Cina il pesco, conosciuto anche come albero della longevità (shou tao 壽桃), presenta una natura divina ed è perciò in grado di fungere come protezione contro il male
.
Durante il periodo degli stati combattenti (453-221 a.C), rami di pesco venivano intagliati per i guardiani delle porte, Shenshu e Yulü, e posti a protezione contro le influenze maligne.
Inoltre, secondo un antico mito taoista, il pesco è presente come albero millenario nell’idillico giardino della Regina Madre d’Occidente, Xiwang Mu, come ricorda questa poesia di Lì Bo (702-762):
“Petali di pesco fluttuano via
verso un fiume remoto,
tra cieli e terre altri da questi”
Le stesse pesche e i loro semi sono considerati benefici dalla medicina tradizionale cinese, in quanto sfamano gli Immortali che abitano nel giardino di Xiwang Mu, donando loro la vita eterna
.
Il pesco viene dunque ad assumere un significato legato alla prosperità e alla longevità, tanto che oggetti a forma di petalo di pesco vengono donati come regalo nunziale
o per celebrare i 60 anni, con lo scopo di portare armonia matrimoniale e speranza di bellezza prolungata .
Lo stesso significato augurale si ritrova nell’ Hinamatsuri, dove rami di pesco vengono messi come addobbo fra le 15 bambole (hina ningyō 雛人形), disposte sull’altare a 6/7 gradini (hina-dan 雛壇), e vengono mangiati dei dolci di riso a tre strati
(hishimochi 菱餅ひしもち), i cui colori (rosa, bianco, verde) rimandano a questi fiori.
Beneficiarie di tale rito sono le bambine, vere protagoniste di questa festa insieme alle bambole che, tramandate in famiglia per generazioni, divengono simulacro contro la sfortuna.
Secondo la tradizione, infatti, questa usanza risale al 3 marzo 1644 quando un membro del seguito dello shōgun Tokugawa Yemitsu regalò un corredo di bambole alla figlia di quest’ultimo Chiyo-hime per i suoi 7 anni.
Ben presto questo gesto fu imitato alla corte shōgunale e divenne comune regalare alle proprie figlie femmine corredi di hatsuhina (lett. “prime bambole”) il terzo giorno del terzo mese, come segno di ben augurio per il futuro.
Hinamatsuri è dunque frutto di un sincretismo che vede nel fiore di pesco il simbolo utile per coronare questa usanza, dove si prega per il benessere e la felicità delle proprie bimbe
.
