Le passioni e la tragica esistenza di Antoine de Saint-Exupery
di Angelo Piemontese
“Rubare la notte” un libro di Romana Petri (fra i dodici finalisti del Premio Strega 2023)
Il romanzo è narrato in terza persona dall’Autrice, che lascia spesso la parola al Protagonista nelle numerose lettere e per gran parte dell’ultimo dei venti capitoli, intitolato Madre, posso offrirvi una rosa? Basandosi sul significato doppio in francese “voler”, che indica tanto volare che rubare, il titolo evidenzia la gioia di volare di notte, come ripete de Saint-Exupery alla moglie Consuelo: “Sono sempre più convinto che la notte non sia fatta per volare. Ma è un gioco di parole… Quando volo di notte penso: Veloce, veloce … Rubare la notte”. Il racconto copre un arco di tempo di oltre 25 anni: dal 1908 al 1944, sullo sfondo è rappresentato degli avvenimenti decisivi della prima metà del ‘900: il colonialismo e le due guerre mondiali, inframezzate da quella civile spagnola.
Partendo dall’infanzia fine alla tragica scomparsa in mare, la narrazione ripercorre l’esistenza controversa eppure lineare di Antoine de Saint-Exupery, secondo di cinque figli di una nobile famiglia. Orfano di padre, Tonio vive un’adolescenza felice, segnata però dall’immatura morte del fratello François prima e di una sorella poi. Li porterà sempre nel cuore, come scrive anni dopo alla mamma: parlando dei defunti, a un suo amico di scuola diceva che “quando si venera la loro memoria sono più presenti e potenti di chi è vivo” (p. 156).
Precoce la sua passione per i motori e per gli aerei, che segnerà tutta la sua vita, così come l’amore per la madre, a cui scrive lunghe e appassionate lettere da ogni parte del mondo. Tonio, infatti, vive fra Francia, Africa, U.S.A., Canada e Italia, sempre dietro alla sua passione per l’aviazione, che fa il pari con quella per le donne. Inseguendo l’ideale compagna di vita, egli intreccia innumerevoli storie d’amore, ma finisce per sposare Consuelo, che aveva già avuto due mariti, con la quale ha un rapporto travagliato, caratterizzato più da distacchi che da momenti condivisi e che lui sintetizza così in una lettera: “Consuelo mia, io e te ci siamo amati, ma questo sanno farlo in molti. Noi due, purtroppo, non siamo stati capaci di guardare nella stessa direzione. Eravamo compagni, ma di due cordate diverse. Mi piacerebbe poterti dire che la verità di un uomo è ciò che fa di lui un uomo, e che la verità tra un uomo e una donna sta nella comunicazione dei loro cuori.” (p. 189). Terza passione, per la quale è universalmente conosciuto, riguarda la letteratura: Tonio scrive dappertutto, persino quando è in volo, pubblicando libri di grande successo, fra cui spicca Il piccolo principe, uscito il 6 aprile del 1943 a New York, dove ha vissuto due anni nella speranza di spingere gli U.S.A. a combattere il nazi-fascismo. La storia, infatti, entra di prepotenza nella vita di Tonio solo a seguito dell’occupazione nazista della Francia, spingendolo a muoversi in difesa della patria. A New York, però, s’accorge soprattutto della grande divisione esistente tra i francesi, che gli riservano critiche per la sua posizione neutrale. Entrati gli americani in guerra, Tonio torna in Europa e in Africa e, valendosi delle conoscenze nell’aereonautica e della propria fama di scrittore, si fa mandare in missione contro i divieti dovuti alla sua età. In un ultimo solitario volo, si inabissa in mare il 31 luglio 1944, a 44 anni.
Romana Petri segue dall’interno l’esistenza entusiasmante e insieme tragica di Tonio, marcandone le costanti: l’amore per la mamma, la nostalgia per l’infanzia, vista come il paradiso perduto, la passione per il volo, le donne e la letteratura, che lascia tuttavia sullo sfondo, dedicandole rapidi accenni, stante la fama di de Saint-Exupery, del quale le interessano di più i sentimenti contrastanti e le aspirazioni a volte frustrate, come quello, ricorrente di non essere riuscito a creare una famiglia, per cui “guardare i figli degli altri gli dava la profonda gioia di chi si trova davanti a un atto compiuto che lui aveva mancato” (p. 135).
La scelta di tale prospettiva porta la Petri a dare un tono prevalentemente elegiaco-memoriale alla narrazione, che fa risaltare la duplice personalità di Tonio, introversa e aperta agli altri. Largo spazio dà, perciò, alla sua crisi esistenziale, esplosa negli U.S.A., per l’inazione e per l’incapacità di uscire definitivamente dal suo mondo infantile: “Se ne sarebbe fatto una malattia, di quel passato impossibile da riesumare” (p. 62). L’insoddisfazione derivante dall’inazione è la molla che lo porta a chiedere di tornare a combattere, nonostante l’età e le condizioni di salute lo sconsiglierebbero.
Giunta all’epilogo, per gran parte dell’ultimo capitolo la Petri fa parlare direttamente Tonio, che fornisce un resoconto amaramente pessimistico della sua vita, finita tragicamente e misteriosamente, come conclude la Scrittrice, riprendendo la narrazione e facendo trasparire il dubbio su un possibile suicidio, frutto della sua continua scontentezza e dei problemi di salute sempre più pressanti.
Per una storia eminentemente psicologica, la Petri adotta un linguaggio limpido e lirico, testimoniato soprattutto dalle lettere che Tonio scrive alla mamma lungo tutto l’arco della sua vita e che aprono e chiudono il romanzo, caratterizzato spesso da ripetitività, coerentemente con la caratteristica tipica del Protagonista, che coltiva varie manie e che torna continuamente sulle sue passioni dominanti, senza mai risolverle definitivamente, perché incapace di vincere le sue naturali predisposizioni, evidenti fin dall’infanzia.
Angelo Piemontese
Romana Petri Rubare la notte, Mondadori, 2023, 260 pagine, € 19,00