IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Le Vene Aperte dell’America Latina è un saggio pubblicato nel 1971 dallo scrittore e giornalista uruguaiano Eduardo Galeano.

immagine di Eduardo Galeano

di Francesco Abate

Sin dalla scoperta dell’America a opera di Cristoforo Colombo, la storia per l’America del Sud ha preso una strada dissestata e sporca di sangue. I conquistadores sterminarono le popolazioni locali con le violenze e le malattie, resero quelle terre libere delle colonie utili a inondare Spagna e Portogallo prima, e Inghilterra poi, di risorse.

Dal 1492 le Americhe hanno regalato uno sviluppo economico formidabile all’Europa, ma questo arricchimento europeo è andato di pari passo con il progressivo impoverimento di quelle che a tutti gli effetti erano nazioni conquistate. Dopo l’egemonia europea è sorta quella statunitense, e alle armi si sono sostituite le regole del mercato libero, ma il destino dell’America Latina è rimasto lo stesso: miseria e morte.

Quando la coscienza di classe ha poi spinto le popolazioni locali a ribellarsi al gioco imposto loro dai paesi colonizzatori, alle armi economiche si sono affiancate quelle politiche, con l’installazione di dittature sanguinarie il cui unico scopo è sempre stato la salvaguardia dello status quo.

Quello che ho scritto sopra lo sa chiunque abbia studiato un po’ di storia al liceo, Galeano però entra più in profondità nei meccanismi e attraverso le vicende del continente getta una luce limpida e spietata su un intero sistema economico.

Lo scopo di questo saggio non è insegnarci che il popolo sudamericano è oppresso, ma usarlo come esempio per farci comprendere come nel nostro attuale sistema economico il benessere di alcune nazioni necessiti della schiavitù di altre.

Leggendo queste pagine inoltre si impara anche a diffidare di ricette semplici come le nazionalizzazioni, che non sempre possono essere la risposta perché, prima di tutto, quando uno Stato prende possesso di una risorsa diventa fondamentale capire chi possiede lo Stato.

Galeano scrive con uno stile semplice, giornalistico, creando un saggio che può essere letto da chiunque sia interessato all’argomento, senza richiedere una preparazione specifica. Così chiunque può scoprire i meccanismi attraverso cui il libero mercato diventa la catena che blocca intere nazioni, scoprendo che le guerre di conquista ormai si combattono a suon di dollari e non con le armi (anche se, quando i dollari non bastano, i conquistatori non esitano ad armare i propri complici).

L’America Latina raccontata da Galeano è un continente violato in ogni modo, sottomesso e tenuto nella miseria, una terra in cui si coltiva ciò che serve agli altri e si lasciano i contadini morire di fame. Chi detiene il potere economico ha condannato quelle popolazioni a un’esistenza senza speranza, fatta di sfruttamento e degrado. 

Le Vene Aperte dell’America Latina è un romanzo che permette di capire a fondo non solo la storia di un continente umiliato e depredato, ma anche i meccanismi economici che muovono il libero mercato. Quello che noi vediamo come un mondo di liberi scambi, attraverso la politica è stato trasformato in un’efficace arma di conquista, che trasforma nazioni libere in colonie e sottomette qualsiasi ragione morale e umanitaria.

Leggere questo libro permette di capire come il nostro sistema economico, quindi il nostro intero stile di vita, sia interamente basato sullo sfruttamento, perché il nostro smisurato benessere può essere figlio solo dello sfruttamento e del malessere di altri popoli. Finché non ci sarà un reale cambiamento delle logiche economiche che reggono il mondo, per le superpotenze sarà necessaria l’esistenza delle favelas e degli schiavi.

Consiglio di leggere questo libro perché storicamente importante, sia per quanto racconta che per l’effetto avuto sull’opinione pubblica sudamericana, e perché con semplicità ci spiega come mai non si riesca in alcun modo ad estirpare la piaga della misera in alcune parti del mondo. 

Questo è un libro che parla alla coscienza di noi popoli occidentali: siamo davvero bravi e buoni come crediamo di essere? O ci nascondiamo dietro un po’ di carità e volutamente ignoriamo le stragi e la schiavitù che portiamo in altre parti del mondo?


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