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L’estetica dell’effimero tra petali e luce: l’Infiorata di Noto e la mostra Noto in Festa di Andrea Chisesi

Di Simona Mazza

Tra l’eco millenario del barocco siciliano e la fragilità luminosa dell’esistenza contemporanea, Noto si offre — dal 17 al 20 maggio 2025 — come palcoscenico dell’effimero e della rigenerazione, accogliendo la celebre Infiorata lungo via Nicolaci e, in una perfetta coerenza poetica, la mostra “Noto in Festa” (fino all’11 giugno) dell’artista Andrea Chisesi. Un progetto che unisce memoria, visione e contemplazione, orchestrato dalla sapiente regia culturale di Vincenzo Medica

Un palinsesto di bellezza: Noto e la tradizione dell’Infiorata 

L’Infiorata di Noto non è una semplice festa: è una scrittura vegetale, una mappa rituale in cui la città, ogni anno, si racconta attraverso il linguaggio dei petali. Nata nel 1980 da un dialogo con maestri infioratori romani, la manifestazione si è da allora evoluta in uno degli appuntamenti più scenografici d’Europa, trasformando la pendenza monumentale di via Nicolaci in un tappeto iconografico effimero, dove l’arte barocca si rigenera in forme temporanee.

L’edizione 2025 — che si svolge dal 17 al 20 maggio —  intitolata “Omaggio al Genio Italiano”, celebra le eccellenze del nostro patrimonio culturale e scientifico. I “quadri floreali”, realizzati con milioni di petali freschi, rappresentano quest’anno figure emblematiche del genio creativo nazionale, dal Rinascimento all’arte contemporanea, dalla scienza all’opera lirica, con una particolare attenzione alla trasmissione intergenerazionale della memoria e alla tutela del paesaggio.

L’esplosione del tempo: la mostra di Andrea Chisesi

La mostra dell’artista milanese Andrea Chisesi “Noto in Festa”

Anticipando l’Infiorata, l’11 maggio 2025 si è inaugura ti nei bassi del Palazzo Nicolaci — uno dei capolavori assoluti dell’architettura nobiliare settecentesca — la mostra “Noto in Festa” di Andrea Chisesi, artista milanese dalla vocazione alchemica, in grado di fondere pittura e fotografia, segno e materia, eros e tempo.

L’esposizine, curata da Marcella Damigella e inserita nella rassegna “Percorsi di NOTOrietà 2025” promossa da StudioBarnum contemporary e patrocinata dal Comune di Noto, si configura come un’opera in sé: un’installazione esperienziale che dialoga con l’Infiorata, ne anticipa i temi e ne dilata il significato.

Chisesi trasforma la pittura in rito e in riflessione: le sue immagini, ispirate ai fuochi d’artificio delle feste siciliane, evocano l’attimo estremo e sublime dell’esistenza. L’artificio pirotecnico diventa pertanto metafora della vita, che nel momento del suo massimo splendore già annuncia la sua dissoluzione. Ed è proprio in questa consapevolezza — di una bellezza che vive solo nel suo tramonto — che le sue opere trovano la loro energia poetica.

Il tempo dell’arte e l’arte del tempo: una riflessione estetica

Il progetto “Noto in Festa” non è solo un tributo visivo: è un pensiero filosofico. Nell’intreccio tra la mostra e l’Infiorata, tra i petali che marciscono e le tele che esplodono di colore, si cela una riflessione profonda sul tempo, sulla fragilità, sul ruolo dell’arte come testimone dell’istante e come strumento di resistenza contro l’oblio.

La presenza delle minuscole figure umane, delle coppie, dei bambini, che assistono all’evento della luce, riporta l’osservatore al proprio ruolo: non dominatore, ma parte di un ciclo cosmico. La bellezza, nella poetica di Chisesi, non è un possesso, bensì un fenomeno transitorio da accogliere con stupore. Ma conosciamo il “deus ex machina” della personale.

Vincenzo Medica: l’architetto del dialogo tra passato e presente

Non si può comprendere la ricchezza di questo progetto senza menzionare la figura di Vincenzo Medica, coordinatore per NotArte associati e mente progettuale capace di trasformare gli eventi culturali in tessiture complesse di significati. Da anni l’architetto lavora a una visione integrata del patrimonio, dove la valorizzazione dei luoghi storici non avviene per sovrapposizione, ma per interazione profonda.

In “Noto in Festa”, il suo ruolo Medica è nevralgico: è lui a costruire l’architettura culturale che permette alla mostra di Chisesi di respirare insieme all’Infiorata, evitando ogni spettacolarizzazione e favorendo invece una riflessione stratificata sul valore dell’effimero nella società contemporanea. Grazie al suo lavoro, la festa diventa pensiero visivo, il decoro diventa interrogazione antropologica, la tradizione si fa coscienza estetica e civile.

L’estetica dell’instabile a Noto

I due eventi sono dispositivi di senso che costringono a riflettere sull’identità collettiva, sul paesaggio emotivo, sul tempo storico. Nell’epoca della velocità e dell’immagine infinita, questa celebrazione della bellezza che svanisce assume un valore politico: ci ricorda che ciò che è fragile non è meno importante, ma spesso è la chiave per comprendere l’essenziale.

E così Noto, città-palinsesto, dove il barocco diventa ornamento del pensiero, si offre ancora una volta non solo come scenario, ma come soggetto pensante della cultura italiana. Una cultura che non teme la fugacità, ma la trasforma in luce.

Visita all'infiorata di Noto