Messaggio per una vita felice e sana attraverso tre precetti filosofici

di Fabrizio Manco
Leggendo e studiando le opere di Sinesio di Cirene ( 370 – 413 / 421 D. C. ) filosofo, politico , scrittore e vescovo vissuto tra la fine del quarto secolo e i primi dieci / venti anni del Quinto, ho meditato su alcuni consigli che il filosofo Egiziano scrive in una delle sue numerose e importanti lettere. ( Sinesio di Cirene: Tutte le Opere ; testo greco a fronte, a cura di Francesco Monticini, Edizioni Bompiani ).
Sinesio è un autore molto importante non soltanto per le sue opere filosofiche ma anche perché è l’unica fonte diretta per quanto riguarda la filosofa Ipazia ( 355 – 415 D. C. ) che fu anche una prestigiosa astronoma e una matematica di lingua greca ma Egiziana di origine. Ipazia nasce e vive ad Alessandria d’ Egitto, figlia del matematico e filosofo Teone di Alessandria ( 335 – 405 D. C. ) , studioso di Euclide e capo del prestigioso Museo di Alessandria dove Teone insegnava, fu una ragazza molto stimata per la sua cultura e per la sua capacità filosofica. Tuttavia di Ipazia abbiamo scarse notizie contenute in alcune opere Cristiane come il settimo libro della Storia Ecclesiastica di Socrate Scolastico ( 380 / 390 – 439 / 450 ) . Come testimoniano le lettere di Sinesio alla filosofa infatti, egli è stato molto probabilmente un suo allievo e la filosofa Ipazia è considerata da lui una grande guida filosofica oltre che una preziosa mentore.
Sinesio di Cirene , autore di operette filosofiche molto originali come Il libro dei sogni, in una di queste lettere indirizzate a familiari, amici e alla filosofa Ipazia raccomanda di seguire innanzitutto tre precetti filosofici : 1 : estrapolare l’occhio interiore per osservare e studiare il mondo ; 2 : seguire il cammino non soltanto per la meta che esso può condurre ma soprattutto per il cammino stesso; e 3 : coltivare la filosofia e lo studio per un maggiore equilibrio e benessere interiore.
Questi tre precetti filosofici li ho elaborati e cerco di spiegarli attraverso le mie personali considerazioni.
1 : Estrapolare l’occhio interiore per osservare e studiare il mondo.
La vita per essere compresa appieno deve essere osservata e guardata con un altro occhio: quello interiore. Se i due occhi posizionati sulla fronte servono per guardare i fenomeni fisici ed esterni, l’occhio interiore serve per osservare il mondo , in particolare il mondo interno, che è molto più complesso di quello esterno . Gli occhi esterni arrivano fino ad un certo punto e si fermano ai fenomeni atmosferici e fisici, L’occhio interno o Occhio di Horus come viene chiamato nelle Tradizioni spirituali Esoteriche osserva ciò che sfugge al mondo ordinario. È lui il vero occhio di un essere umano, perché aiuta nelle intuizioni più profonde. Nella sapienza Orientale non si guarda soltanto con gli occhi fisici ma soprattutto con gli occhi spirituali, che sono gli occhi dell’ intuito e della saggezza profonda. Se ci si ferma soltanto alla vista degli occhi fisici si rischia di essere travolti dalle intemperie del mondo, ma se ci si affida allo sguardo profondo e intuitivo dell’ Occhio interiore che tutto osserva e tutto guarda. Tuttavia, sarebbe lecito fare una distinzione tra il semplice Guardare e l’ Osservare. Guardare è semplicemente un atto fisico e riguarda principalmente i due occhi fisici. Osservare è invece un qualcosa di più profondo, analitico e di interiore legato infatti all’ Occhio interno , il quale nelle rappresentazioni simboliche è spesso rappresentato all’interno di un triangolo con dei raggi. Inoltre lo Sguardo interiore è raffigurato anche dalla Ghiandola Pineale , la parte più profonda del cervello considerata dalla Conoscenza Esoterica e filosofica la dimora dello Spirito.
L’occhio di Horus o La pupilla divina è l’occhio interno universale che per gli antichi Egizi è sempre aperto e lucido.
2 : Seguire il cammino non soltanto se esso porta ad una meta ma soprattutto per il cammino in sé.
Nella nostra società consumistica e utilitaristica siamo programmati fin dall’inizio della nostra vita a proseguire soltanto percorsi che portano ad un risultato. Andiamo a scuola, all’università e ci inseriamo nel mondo del lavoro soltanto se tutto questo porta ad una meta. Molta gente, per non dire la maggior parte agisce soltanto se le sue azioni portano ad un risultato: economico, lavorativo o di riconoscimento sociale. Ma io penso che tutto questo sia sbagliato. Si deve seguire il cammino per la passione e l’amore per il percorso in sé , non badando al risultato. Il risultato infatti arriverà da sé. Noi dobbiamo seguire il cammino che la nostra anima ci segnala ogni giorno e non essere scoraggiati se non arriva subito a dei risultati. È il viaggio il vero percorso e non la meta. Durante il viaggio nel nostro cammino ci accorgiamo di particolari e di piccole meraviglie che altrimenti sfuggono se siamo ossessionati dalla meta e dal risultato. La vita è una valle nella quale l’anima cresce ogni giorno nutrendosi del nettare della meraviglia che incontriamo quotidianamente nel nostro cammino. La meta e il risultato non sono altro che delle conseguenze del percorrere un sereno cammino.
3 : Coltivare la filosofia, lo studio e la Conoscenza per un maggiore equilibrio e benessere interiore.
La nostra cultura consumista e impregnata di materialismo imperante ma effimero alleva gli esseri umani attraverso il cibo spazzatura rovinando il benessere del corpo e dell’ equilibrio biopsichico. Una società come la nostra, nella quale la industrie alimentari inseriscono lo zucchero in ogni tipologia di alimenti industriali per crescere intere generazioni di dipendenti dallo zucchero e dai piaceri alimentari e dove ogni giorno stordisce intere popolazioni stuzzicando i desideri più bassi attraverso musica commerciale, sesso spinto fino agli estremi visto come un gioco, amore per il denaro , piaceri effimeri, Mass – media, Social Network e notizie negative dei telegiornali, è una società nella quale non c’è spazio per il benessere interiore e psichico. Una società così fatta stuzzica la emozioni primarie ( gioia , rabbia, tristezza, noia, paura , disgusto e ansia ) ma non permette di costruire nulla di concreto perché si basa sulle emozioni che sono effimere e passeggere anche se utili e non permette ai sentimenti di creare dei veri legami forti con le cose e con le persone. Ecco quindi che il terzo precetto filosofico è un invito a seguire il benessere interiore attraverso lo studio della filosofia e della Conoscenza attraverso la lettura, lo studio e l’apprendimento continuo. In un mondo dove tutto è ormai Smart e a portata di un click, in una società basata sulle apparenze e sulla posizione sociale non sembra esserci posto per l’ interiorità e per la Conoscenza. La filosofia e il Sapere meritano lentezza e meditazione, caratteristiche oramai dimenticate dalla nostra epoca incentrata sulla velocità, sull’efficienza e sui divertimenti del Weekend. Tuttavia l’occhio interiore se attentamente percepito può guidarci alla vera essenza del cammino su questa terra: un cammino nel quale la Conoscenza e il Sapere devono essere posizionati al primo posto in quanto sono le uniche armi che possono creare una vita fatta da radici forti e robuste che non gelano alla prima brezza invernale.
Fabrizio Manco