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Mondo interiore. 13 Autoritratti fuori di testa

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locandina mostra

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MONDO INTERIORE. 13 AUTORITRATTI FUORI DI TESTA
Evento sociale e culturale

Flow Bar & Bistrot, Via Libertini – Lecce
domenica 10 aprile 2022

“Mondo interiore. 13 autoritratti fuori di testa” è il titolo della mostra che vede come protagonisti, ancora una volta, gli ospiti della Casa per la Vita Artemide di Racale, struttura residenziale socio sanitaria che si occupa di soggetti con fragilità psichica. 

Domenica 10 aprile al “Flow Bar & Bistrot” di via Libertini a Lecce saranno esposti i disegni realizzati durante la “residenza artistica” dell’outsider della ceramica Giorgio di Palma, celebre a livello internazionale per i suoi “oggetti inutili” – come ama definire le sue opere. Il fine della residenza, che si è svolta nel febbraio 2020, era quello di creare, con l’aiuto dell’artista grottagliese, delle “opere” che fossero in grado di “raccontare” il mondo intimo, emotivo, lo spirito di comunità, il “disagio mentale”, con l’intento di metterle in mostra, un modo affatto originale per attirare l’attenzione verso la “patologia psichica” al fine di sensibilizzare – attraverso l’arte – l’opinione pubblica verso la tematica, contribuendo così alla lotta allo stigma, stimolare la partecipazione collettiva e l’inclusione sociale.

Quando uno si disegna, quando disegna se stesso, il suo volto, lo fa guardandosi da dentro. L’autoritratto, quando non è fatto specchiandosi, come in questo caso, parte dal proprio IO, da quel “mondo interiore” che ci abita, fatto di emozioni, di pensieri, di sogni, di illusioni.

L’autoritratto è come ci vediamo, ma è anche come vorremmo che gli altri ci vedessero. Il bisogno di farsi vedere di questi 13 “autoritrattisti” non è legato alla loro semplice immagine. Vuole più essere tracciare una parte di sé, un’affermazione di esistenza, di resistenza.

Questi disegni, questi volti, vogliono attivare una connessione tra “il dentro”, la Casa per la Vita “Artemide” in cui vivono, e “il fuori”: la città, gli altri. Una connessione necessaria. Un voler vivere insieme senza soluzione di continuità: senza muri, senza distanze, senza paure reciproche infondate.

«Volti grandi, imponenti, occupano la quasi totalità dell’immagine. Mi colpisce – scrive la salernitana Roberta Zunno, Psicologa della Salute ed esperta di Psicosomatica – la pressione sul foglio, indice di un alto livello di energia, intensità, così come linee grosse e pesanti, che raccontano di emozioni prepotenti che chiedono voce, che vogliono urlare al mondo “Io Sono”.  Il tratto circolare, sembra indicare dipendenza, bisogno di libera espressione. Mi colpisce il modo in cui è rappresentata la parte bassa del volto: Gianni, Giovanni, Luigi, Donatella, Luigi (l’altro) disegnano i loro volti con linee spesse e annerite verso il mento, come a voler delimitare in maniera marcata il proprio spazio, agendo una separazione netta tra le parti. Cosimo, Anna, Alessandro, Anna Maria, invece, mettono in ombra la stessa parte, con un tocco della matita leggero, sfumato, in alcuni casi del tutto assente. Le orecchie sono assenti, le bocche sono chiuse, sembrano raccontare un vissuto di fragilità, se non di impotenza una condizione di non ascolto e non condivisione. Gli occhi sono piccoli, e spiazzano in un volto così grande e marcato, le pupille sono evidenti, ti guardano energicamente, si connettono con l’altro in maniera ipnotica e lo portano a sentire in tutto il corpo il dramma della non visibilità. Occhi che chiedono di essere visti, non solo guardati».

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