IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

More One, un’ impresa e i suoi legami con il territorio

Campagna salentina

di Enrico Conte

Alessandro Memmi, fondatore e Amministratore di More One, srl., lo incontro nella sede collocata lungo la “via vecchia Lizzanello”. E’ una strada che sembra sempre uguale, se non fosse per gli ulivi colpiti dalla Xylella, ha in fondo un campanile, a fianco, oltre il bordo, campagne semi abbandonate.

Entro in un grande capannone all’interno del quale si trovano gli uffici e il magazzino dove sono in lavorazione  i  nuovi Bancomat, da installare presso le filiali bancarie  e uffici postali.

Il loro principale committente è Poste italiane del quale sono sia fornitori principali che subappaltatori. La società ha 40 dipendenti.

Lo spirito imprenditoriale – mi dice  Alessandro – l’ho preso da mio padre, che aveva una gran voglia di fare. In  Belgio, da emigrante, crea un’azienda che si occupava di servizi globali. A 15 anni raggiunse il padre, mio nonno.

Mentre Alessandro mi fa questo racconto mi torna in mente, in un dialogo interiore ma ad alta voce, quello che mi disse mia nonna piemontese quando, nella sua casa torinese, mi fece vedere un’inserzione uscita su la Stampa e con la quale società  carbonifere del Belgio,cercavano minatori in Italia….sai, mi disse mia nonna Maria, conosco un tale che faceva il minatore e ora abita vicino al Lingotto…un giorno mi riferiì che, quando il figlio decise di andargli incontro all’uscita dal turno della miniera, dopo averlo aspettato inutilmente e tornato a casa deluso, lui diede un sonoro ceffone al figlio.:”Non ti azzardare più di venire in quel posto”, gli disse.

Uscito dalla miniera, era talmente ricoperto di fuligine tanto da non poter essere riconosciuto.Nel mentre tutti i minatori gli erano passati davanti, restava solo il silenzio dell’ora serale e l’odore del carbone nell’umido misto dei corpi avvolti nella tuta da lavoro, di un nero misto a grigio e marrone, il colore della miniera di carbone.

Non so esattamente cosa si celasse dietro quel ceffone, commenta Alessandro, forse la preoccupazione per aver saputo dell’iniziativa del figlio ancora ragazzo, forse la necessità di proteggere la vergogna di poter essere visto con abiti sudici e  abbrutito, solitario, con la sua dignità.

Una educazione, quella del padre  di Alessandro, e di tutti quei padri e figli di quel periodo di boom economico, che si è fondata sulla voglia di fare, di creare e di migliorare la propria condizione, certo anche per sottrarsi ad un destino fatto di lavoro durissimo e ad una condizione sociale, quella di  minatore, che nelle gerarchie si poteva certo collocare in fondo alla scala.

Ognuno può dare un proprio contributo usando la creatività – mi ripete Alessandro-  e in questo tratto riconosco una postura, un atteggiamento mentale che avevano anche mio padre e mia madre, e che ho ereditato anch’io, sviluppandolo nel mio lavoro.

Un destino comune, mi viene da dire, per chi è nato nel Mezzogiorno, nel Salento, che ha sentito e credo senta tuttora, la necessità di sottrarsi all’isolamento e anche ad una certa arretratezza sociale.

La società More One nasce nel 2003  e fa i primi passi con i prodotti informatici, quando le  schede perforate vengono sostituite dai PC. Inizialmente allestisce la parte tecnologica delle nuove sedi bancarie e affianca la Banca del Salento che, in quegli anni è una vera e propria fucina di idee. Le soluzioni  di quella banca faranno scuola e verranno prese in prestito da anche da altre compagini.

 “Così scegliemmo di concentrare la nostra attività sul settore del “cash management”, lo stesso che trattiamo ancora oggi, unitamente all’inserimento di nuove Business Unit nel  settore sicurezza informatica per la protezione intelligente delle apparecchiature Bancomat”

Quando nel 2008 arriva la crisi dei subprime il settore bancario, precipitato nell’incertezza, si chiude a riccio, e rinuncia a investire, fatto che causerà un’ importante crisi della mia azienda con ripercussioni sulla sua tenuta in equilibrio economico.

Adesso le cose vanno meglio, ma avendo scelto di restare su questo territorio, in Salento, risentiamo del fatto di essere distanti, molto distanti, dai nostri competitor e dai clienti. Tuttavia oltre ad espandersi con la presenza a Roma e Torino, e diversificato anche in altri settori come la sicurezza fisica e sicurezza informatica  io resto legato alla mia terra, sempre alla ricerca di un equilibrio che richiede cura dei valori economici dell’azienda, sana gestione e rispetto delle sue risorse più importanti, i suoi uomini e donne.

Cosa si aspetta dai Governi territoriali? Gli chiedo.

Resta in silenzio per alcuni secondi, poi mi risponde: nulla, ho imparato a fare da solo. Semmai, quanto al piano regolatorio, mi aspetterei che le misure previste fossero più aderenti ai bisogni, meno astratte.

Devo anche dire che gli unici amministratori che sono venuti a trovarmi sono un Assessore regionale, che entrato in azienda ha detto…non immaginavo ci fosse un’azienda così su questo territorio, e un candidato Sindaco. Ma è la visita del nuovo capo della stazione dei Carabinieri di Lizzanello che mi ha colpito molto…sono appena arrivato, mi disse, per qualsiasi necessità sono qui .

Quanto al PNRR ritengo che abbia dato una grossa accelerata alla realizzazione di infrastrutture strategiche e della quale beneficiano le grandi stazioni appaltanti, Ferrovie, Poste, Enel, tuttavia penso anche che questa grande quantità di denaro ( ndr 194 miliardi da spendere entro il 2026) abbia drogato il mercato, creando una bolla che sta influenzando tutti i settori. Quando è partito il Bonus 110 tutti i professionisti si sono buttati a capofitto, e le aziende hanno dovuto arrangiarsi.

Sui giovani la cosa che mi colpisce di più è il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, dovuta ad un disallineamento tra le necessità delle aziende e la formazione dei lavoratori.

Peraltro questi ragazzi sono doppiamente disorientati, da una parte per un sistema scolastico e universitario ancora molto lontano dal mondo delle imprese e del lavoro, dall’altra da una quantità esagerata di canali di ricerca, società interinali, Linkedin, Social, con il settore delle PMI che viene tagliato fuori perché troppo diversificato, con l’aggravante, che sta diventando una prassi ricorrente, che è quella di leggere a distanza i curriculum vitae facendo seguire l’operazione da colloqui con l’IA.

Abbiamo alcuni contatti con alcune Università: Roma 3, Politecnico di Milano, per progetti curriculari, Politecnico di Torino e l’Università del Salento, ma devo constatare che c’è molto da lavorare per colmare lo spazio tra università e impresa, e costruire percorsi più strutturati, e duraturi, sul versante ricerca e sviluppo.

Non so se il PNRR riuscirà in uno dei suoi più importati obiettivi, quello di colmare i divari territoriali, di genere e generazionali. Noi, quanto alle politiche di welfare aziendale diamo il massimo per trattenere i nostri dipendenti presenti in ogni sede.

Conclusasi questa chiacchierata, mentre ripercorro in senso inverso la “via vecchia Lizzanello, lasciandomi alle spalle il Campanile e il capannone industriale delle More-One, penso che nel disordine mondiale di questi tempi sono saltate tutte  le regole della pacifica convivenza degli ultimi 80 anni in occidente. Ma penso anche alla vita di questo imprenditore. Dovrà continuare a fare i conti con l’incertezza dei mercati e degli scambi, e con una concorrenza che gode di benefici geografici e di servizi più sviluppati, ma potendo fare affidamento su quelle che mi sembrano essere le sue più grandi qualità, l’orgoglio e la consapevolezza, delle sue origini e dei caratteri del territorio.

Alessandro ci consegna un racconto nel quale si sono mescolati ricordi personali, ma credo sia dovuto al fatto che in quelle parole è presente un messaggio universale, per chi abbia voglia di collegare il filo delle storie, nelle quali potersi riconoscere.

Trieste-Lecce  5 febbraio 2025

Enrico Conte

Redazione di Trieste

de Il Pensiero Mediterraneo


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