“Poesia col contagocce” di Vincenzo Fiaschitello

Vincenzo Fiaschitello
Rombo di guerra
Recinto del mondo, ove più
non si ode belato d’agnello
né richiamo misericordioso,
ogni giorno ti restringi
e il mio sguardo limiti.
Al di là di esso un rombo
di guerra sale a raggelare il sangue:
già scorgi come il kit di soccorso
che i politici con intelligente
prevenzione e cura dei cittadini
ordinano di distribuire, sia ben
confezionato e di tutto fornito
perché ciascuno possa fare da sé,
aiutare il fratello a ricoprirsi
il petto forato, a trattenere le viscere
fuoriuscenti dal loro nido squarciato.
Vanità
Vanità delle vanità!
Nulla è vero di ciò che è stato ed è?
C’è il tramonto, c’è l’assenza
lunga o breve come l’eclissi,
ma tu anima sai discernere
e l’essenza ritrovare di ogni umano
vivente, che anche per un attimo
ha goduto la luce del sole,
ha udito il muto suono di una notte
di cielo stellato, ha varcato la soglia
di un’alba intrisa di mistero e di speranza.
Oh anima celeste, tu che sei pronta
a rivestirti di eterna luce, concedimi
di liberarmi della mia, così fioca
e povera di umanità.
Vincenzo Fiaschitello