Poeti in dialogo a Martano a tò Kalòn per celebrare la Poesia, con Carlo A. Augieri, Maurizio Nocera e Alessandro Zaffarano.

Lunedì 24 marzo 2025, alle ore 18.30, a Martano (Lecce), in via Marconi 28, presso il Centro Culturale tò Kalòn dell’Associazione Itaca Min Fars Hus, condotto da Anna Stomeo e da Paolo Protopapa, si celebrerà, come ogni anno, anche se con qualche giorno di ritardo, la Giornata Mondiale della Poesia con un incontro inedito ed originale: un libro che raccoglie le prose autobiografiche e critiche di quattordici poeti pugliesi, nati nella generazione che ha conosciuto il Sessantotto, i quali, prendendo spunto da quella data fatidica, nella quale più o meno tutti hanno esordito in poesia, si raccontano con testi critici e autocritici inediti e inattesi, prima in un Seminario di poesia, che si è svolto a Lecce, in una sola giornata, il 12 maggio 2023, e, poi, in questa bella antologia critica, che ne raccoglie gli Atti, dal titolo Nella Puglia dal ’68 ad oggi: poeti in dialogo… si raccontano, a cura di Lino Angiuli e Carlo Alberto Augieri, Milella 2024, in un progetto editoriale voluto e promosso dalla Editrice Milella di Lecce insieme alla rivista «incroci» (Adda, Bari).
I curatori dell’iniziativa e della pubblicazione, poeti loro volta, ma non solo, Carlo Alberto Augieri, già ordinario di Critica letteraria di Letterature comparate presso l’Università del Salento, autore di numerose sillogi poetiche pubblicate sin dalla prima giovinezza, e Lino Angiuli, poeta e scrittore, intellettuale pugliese di lungo corso, già direttore del CRSEC, Centro servizi culturali della Regione Puglia, con all’attivo molte pubblicazioni di raccolte poetiche, non nascondono l’obiettivo di volersi fare promotori di poesia per le nuove generazioni in «una sorta di lascito ereditario accumulato da chi ha creduto e crede nelle capacità della poesia di partecipare attivamente allo sviluppo delle sorti umane», come affermano nell’introduzione.
Di fatto offrono ai lettori, con questo testo, singolare nei contenuti e ben curato nei dettagli, l’occasione per un percorso conoscitivo unico, che alterna analisi razionale e partecipazione emotiva, descrizione e riflessione, autoanalisi e consapevolezza sociale e storica, ermeneutica e strutturalismo e persino psicanalisi.
Un testo davvero intrigante dunque, da cui si impara molto e attraverso il quale soprattutto si conoscono i poeti da un altro punto di vista, attraverso le loro autoanalisi e le loro autocritiche. Una visita nel camerino degli attori, alla scoperta del critico implacabile, dell’osservatore attento, del narciso incorreggibile, del sincero cultore, del visionario impenitente, del poeta autentico e inesplorato. Un inno al poetare e ai suoi cultori, Il tutto filtrato da una leggerezza e da una sapienza critica ed espositiva, che esorcizza completamente il rischio inevitabile del “parlarsi addosso” e stimola, invece, domande e riflessioni, complicità e curiosità, suggestioni conoscitive e sollecitazioni etiche. Una chiamata generazionale che si traduce in una assunzione di responsabilità etica per il presente, sempre più disadorno di poesia, così come di relazionalità e di autentica comunicazione. L’indicazione di un terreno comune da cui ricominciare il cammino della poesia come esperienza di conoscenza e di relazione.
Come notano i curatori, tutti i partecipanti sono accomunati, sin dall’esordio, dalla volontà di «uscire dall’epigonismo ermetico» per «misurarsi con crescente responsabilità di rappresentazione con i postumi del realismo e del simbolismo e, soprattutto, superare frustranti sensi di inferiorità nei confronti di proposte poetiche sovraregionali con cui confrontarsi con atteggiamento consapevole e paritetico».
Uno scatto di reni, un deciso riscatto intellettuale e artistico che, però, ciascuno degli autori avverte e descrive in modo personale e variamente articolato, con narrazioni e autonarrazioni spesso dotte e ricercate e con una consapevolezza certa, che la poesia racchiude in sé molto di più di ciò che le si può attribuire fermandosi ai suoi versi.
In ordine rigorosamente alfabetico gli autori dell’incontro seminariale, che ha reso possibile questa antologia poetico-biografica, sono quattordici: Lino Angiuli, Carlo Alberto Augieri, Pierfranco Bruni, Nadia Cavalera, Vittorino Curci, Sergio D’Amaro, Annamaria Ferramosca, Daniele Giancane, Pino Mariano, Mauro Marino, Maurizio Nocera, Anna Santoliquido, Gerardo Trisolino, Alessandro Zaffarano.
Un numero giustamente consistente che fa di per sé testimonianza di una realtà significativa e storicamente determinata, in cui si è espressa e si esprime, a vario titolo e a vario grado, l’essenza stessa della cultura poetica pugliese degli ultimi sessant’anni. Un mondo che si allarga a tante visioni e a tante esperienze e con il quale ci si stupisce di aver convissuto e di convivere in un rapporto di reciproco nutrimento etico ed estetico.
Solo tre di questi poeti saranno a Martano lunedì 24 marzo a dialogare con gli amici di tò Kalòn: Carlo Alberto Augieri, Maurizio Nocera e Alessandro Zaffarano. Ognuno di loro ha ripercorso il proprio vissuto poetico in modo intenso e in pensieri affidati alle parole che sono proprie delle domande esistenziali, dello scavo interiore, della ricerca delle motivazioni più intime.
Carlo Alberto Augieri si narra nell’esperienza profonda dell’emergere della poesia come «pittografia fonica e grammaticale», come «azione spirituale-poetica della mente», in una ricerca che si manifesta «come ‘inondazione’ nell’identità del linguaggio» e che si nutre di percezioni e di incontri. Con l’eleganza discorsiva, carica di teoria, che lo contraddistingue, Augieri ripercorre questa ricerca nelle numerose pubblicazioni che l’hanno costellata, cogliendo per ognuna il significato e il segno, prima ancora del senso, affidato quest’ultimo, ‘al dentro e al fuori dell’umano’, a quel rovello di un nuovo umanesimo, che da sempre abita la sua affascinante erranza poetica, fino all’ultima silloge, Da un silenzio che non tace, dove si raccolgono le fila di un percorso poetico avvertito come ineludibile e necessario, come incontro costante con l’altro e con il suo passo.
Maurizio Nocera si interroga sul suo essere poeta («Io non so se sono un poeta», si chiede) e si rispecchia nelle parole di tutti coloro che ha incontrato e che lo hanno incontrato, lungo un percorso di vita intrecciato al dire e al fare poetico. Tanti i nomi significativi che attraversano questo percorso, che hanno letto e commentato il Compianto dedicato alla madre morente, che Nocera ha composto con l’ispirazione autentica del poeta, capace di cogliere nella sofferenza il nucleo dell’umano. Un lamento sofferto che si fa grido di dolore e canto, raggiungendo livelli altissimi di poesia.
Alessandro Zaffarano, psicanalista e psichiatra, poeta dello smascheramento del potere in tutte le sue forme, riprende da lontano il filo del proprio poetare, trovandolo nel “non finito” di michelangiolesca memoria, laddove il vago e l’indistinto aprono percorsi di senso. Una poesia “passaporto per l’indicibile”,quella di Zaffarano, che si fa strada nel sentire dell’altro per aprire nuovi orizzonti di comunicazione, come «parola che recupera il suo destino, quello di cum-unicare». Una poesia sospesa tra evocazione e riconoscimento, carica di suggestioni e verità.
Con ognuno di questi tre poeti, come con tutti gli altri presenti nell’antologia, la prima in assoluto che raccoglie le riflessioni dei poeti di Puglia, ci vorrebbe un dialogo esclusivo e personale, da includere poi in un confronto collettivo, per essere certi di non aver sprecato l’attimo dello sguardo e del passaggio, l’intuizione del legame e delle tracce lasciate all’incrocio dei versi.
Non sarà possibile farlo in una sola serata, ma certamente sarà possibile ascoltare, nel loro dialogo, le diverse armonie che aprono spiragli alla luce della poesia e rivelano il senso di un incontro tanto estemporaneo quanto essenziale.
Gli amici di tò Kalòn, e specialmente i poeti, e sono tanti, che a tò Kalòn hanno presentato e presenteranno le proprie poesie, non potranno mancare ad un incontro così unico e coinvolgente, con autori di grande qualità umana, oltre che estetica e artistica.
Sarà una serata molto particolare, non solo per la specificità dei dialoghi, dei discorsi e degli argomenti e per la disponibilità di ospiti tanto profondi quanto affabili, ma anche perché tò Kalòn intende dedicarla alla memoria del poeta Cesare Fuso, scomparso due anni fa e sempre presente nei nostri pensieri e nei nostri incontri.
A lui dedichiamo, anche quest’anno, la nostra Giornata Mondiale della Poesia, la terza a cui non ha potuto partecipare.
Vi aspettiamo.
Anna Stomeo