Posidonia oceanica, pianta del Mediterraneo
di Stefania Carofalo
D’inverno le spiagge, tornano allo stato naturale e spesso le rive sono coperte dalla Posidonia Oceanica: un cumulo di foglie secche che comunemente chiamiamo alghe.
La giudichiamo antiestetica e di odore sgradevole e in alcuni casi costituisce un rifiuto da portare direttamente in discarica.

Forse è meglio fare un po’ di chiarezza e cambierà sicuramente la nostra comune opinione.
Pianta
La Posidonia è una delle piante più antiche e pare che sia passata dalla vita terreste alla vita sul fondo marino.
La Posidonia oceanica, a differenza del nome, si trova nel Mar Mediterraneo, cresce molto lentamente, appena due centimetri all’anno.
Le sue radici si ancorano in profondità e lateralmente nella sabbia formando una rete che stabilizza il fondale.
Dalla sommità del fusto dipartono ciuffi di foglie verdi a nastro dalle estremità arrotondate e possono raggiungere la lunghezza di un metro.
In autunno fiorisce e in primavera da frutti chiamati olive di mare che staccandosi dalla pianta e trasportati dalle onde, rilasciano il seme dando vita a nuove piante.

Tra settembre e ottobre, le foglie seccano, si staccano dal fusto e arrivano a depositarsi sulle coste.
I resti delle foglie e del fusto filamentoso si aggrovigliano tra loro e assumono la forma delle palline di mare.

Le banquettes, il morbido e alto strato di foglie secche sulle spiagge, danno riparo a piccole forme di vita e proteggono le coste dall’erosione causato dalle onde.
Le praterie di Posidonia sono indispensabili alla vita marina perché, proprio come le piante in superficie, sono fonte di ossigeno, mentre assorbono anidride carbonica.
Crescono ad una profondità da un metro sino ai quaranta, e sono indicatori della “buona salute” del mare che abitano.
Tra le lunghe foglie trovano riparo i pesciolini appena nati e lì crescono sicuri prima di affrontare il mare aperto.

Minacce
La Posidonia, così importante per l’ecosistema è in pericolo a causa dell’inquinamento marino, dalla presenza di piante non autoctone molto aggressive, dalle reti per la pesca a strascico, dal surriscaldamento del pianeta e dalla costruzione selvaggia ai danni delle coste.
I greci avevano già capito l’importanza di questa pianta, tanto da darle un nome riferita a Poseidone il dio del mare.

Tutela
L’importanza della Posidonia è tutelata dalla Direttiva 2000/60/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo 152 del 2006
Al riguardo, si premette che le praterie di posidonia sono classificate habitat prioritario di conservazione dalla Direttiva 92/43/CEE “Direttiva Habitat” recepita in Italia con il decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357.
Inoltre le medesime sono salvaguardate dal “Protocollo per le aree specialmente protette e la biodiversità del mediterraneo (ASPIM)” sottoscritto nell’ambito della “Convenzione per la protezione del Mar Mediterraneo dall’inquinamento” (Convenzione di Barcellona 1995), recepiti in Italia con la legge 27 maggio 1999, n. 175.
Quanto è utile questa posidonia!
Fonti:
Circolare del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare a firma di Mariano Grillo Ministro dell’ambiente dirigente generale Rin 20/05/2019
Tuffiamoci nelle acque protette dalla Posidonia.