“Premio Nazionale Minturnae Ornella Valerio” PREMIO SPECIALE DELLA PRESIDENZA Al dottor Michele Marino
Una vita nel Palazzo. Autobiografia. Reportage di un “inviato speciale”, (Gangemi ed., 2022).
Legge la motivazione il presidente: “Che un funzionario assunto nel 1982, nei ruoli della Pubblica Amministrazione (Ministero della Difesa, quale vincitore di concorso pubblico, “comandato” poi, per volontà del ministro pro tempore, Giovanni Spadolini, alla Presidenza del Consiglio, collaborando negli anni direttamente con ben 5 autorità governative), (con successive funzioni di dirigente di prima fascia presso il Dipartimento della Protezione civile), potesse conservare, fino al suo ultimo giorno di lavoro, la passione, l’entusiasmo, la coerenza nello svolgere la sua esperienza a servizio dello Stato, è testimonianza di grande forza d’animo, di convinzione, di una sorta di autentico possesso di religione civile.
Il dottor Marino Michele ha cadenzato, in brevi ma puntuali riferimenti, le sequenze del suo lungo lavoro (fino al 2020), e, nello scorrere fluido delle pagine, ha potuto registrare le varie incombenze vissute nei Palazzi del potere, quando vi è stato chiamato.
Egli, nella sua Autobiografia, di funzionario, racconta e ricorda i personaggi che ha incontrato nel lungo e nutrito iter burocratico-politico-istituzionale, accompagnando il lettore in una sorta di labirinti del potere decisionale, ove si definiscono le sorti degli enti locali e delle proposte legislative. E il lettore rimane colpito della discrezione narrativa, del lento scorrere degli aneddoti, dei tratteggi concisi ed improvvisi su figure istituzionali del livello di un Ciampi, di un Andreotti, di un Tatarella, ma anche di un Craxi, di un Berlusconi, di un Conte. Di alcuni di essi si segnalano, a più riprese, le qualità umane, lo spirito collaborativo, l’eleganza burocratica, la bonomia per risolvere faccende intricate.
La scrittura di Michele Marino è sempre rasserenante, tranne in alcuni casi, in cui il sismografo degli interessi locali è messo in ambasce. Quello che ha più coinvolto, è stata la capacità dell’Autore, (già avvezzo a redigere copiose relazioni, spaziando dall’amministrativo al parlamentare, dalla comunicazione istituzionale ai temi afferenti il lobbying ed il drafting), a comprendere, in quei contesti ingessati, la necessità e l’opportunità di creare strumenti di difesa e di promozione, fondando il sindacato autonomo dei funzionari, capace di determinare quel ruolo organico di risorse umane all’altezza del prestigioso servizio per l’apparato di Governo. Il Palazzo insomma cominciava a essere abitato da una volontà che rappresentava la base sulle cui spalle gravava il lavoro e che spesso non era apprezzata nella giusta misura. Non mancano pagine di diffuso umorismo, come per spiegare ai novelli impiegati il significato della “pratica banana” (p. 46). Infine, il dottor Marino, a buon diritto, può essere considerato un valido operatore culturale, in quanto ha svolto il ruolo di direttore artistico, di presidente del Comitato scientifico di importanti Premi della cultura (tra cui, “Premio Bonifacio VIII” Anagni, “Piermarini” di Foligno, “Bisanum” San Giovanni Rotondo, “Bellezza mediterranea” a Manfredonia, ecc.). L’ Autore ha descritto con giovanile entusiasmo il suo testo, ma dietro o sotto quell’entusiasmo vi abbiamo letto la cultura dell’onestà ed il senso alto del proprio dovere.
