IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Silloge Galestro, del prolifico poeta, accademico e docente di creative writing Bruce Hunter

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Silloge Galestro

Silloge Galestro

di Annelisa Addolorato

Il poeta canadese percorre luoghi della propria memoria, delle proprie origini europee (nordiche) e, per contrasto, anche luoghi italiani, con uno sguardo che si sofferma sulla descrizione di varie vestigia romane presenti in Italia e poi indulge sulla zona del Chianti, patria del vino a lui caro – e che ha a che vedere col titolo apparentemente alchemico del libro, che si riferisce piuttosto a questioni tecniche collegate alla viticoltura, più nello specifico, al temine dato a un particolare terreno, ricco di minerali, che favorisce la viticoltura del Chianti – e sulla Toscana tutta. A rendere appunto accattivante per un pubblico italiano questo testo, c’è senza dubbio lo sguardo di un sensibile scrittore anglofono sul nostro paese, filtrato da una luminosità cangiante, nel e del verso, dovuta anche alle latitudini delle sue origini. Come esergo, troviamo a cifra del testo, una citazione da Cosmo (di Carl Sagan), che ci ricorda la nostra microcosmica, per così dire, parentela col macrocosmo, e la nostra natura di ‘polvere di stelle’.

Una terra sia prosaica sia sacra, fonte di amori sotto forma di vitigni, tralci, grappoli, viene descritta e percorsa da lui, dalla moglie, in viaggio. E anche, molto in linea con una descrizione ahimè anche troppo attuale, c’è un chiaro cenno alla siccità, che rende anche più arduo il lavoro così ben descritto, di chi muta l’uva in vino.

“… qualcosa di mezzo tra alchimia e preghiera”

(p. 79)

E il poeta chiede in modo retorico, memore di mitologiche etimologie classiche, collegate alla cultura enologica:

“Sangiovese, il sangue di Giove?”

(ibi.)

Il suo entusiasmo nel viaggio italiano è palese, come l’apprezzamento di essere in un territorio così differente dal proprio di provenienza, che è spesso confrontato, ricordato, citato:

“Luoghi storici che per tutta la vita ho desiderato visitare.

I romani conservavano il loro vino nelle grotte e pure gli etruschi, le loro tombe in rovina dietro di noi. L’antico è recente qui e intorno a noi”

(p. 81)

“Stiamo attenti a non schiacciarli”, dice Francesco prima di masticare. “Strappa la pelle e rovina il vino. Ancora qualche giorno e sarà pronto”, si volge alla sua Jeep. E le foglie assetate lo inseguono. Lo scisto mi crepita sotto i piedi. O forse sono i detriti di un antico fiume.

(…) Sensitivi, il plurale delle anime che trovano l’acqua, fanno il vino e la poesia. Sensitiva, la donna che insegna al cuore, che mi legge gli occhi, che calma gli animali, guarisce gli amati. Tantissimi qui, in questo paese appassionato raggiungendo un fiume profondo che ci scorre dentro.”

(p. 81)

Forse come traccia di letture mistiche (anche orientali, ormai topiche) il vino e la poesia vengono associati per similitudine.

“Papaveri liguri In alto, sopra le antiche strade romane, i rocciatori, sospesi verso il mare, boe rosse salutano i pescatori da secoli. Sopra i cinque borghi delle Cinque Terre, i terrazzamenti coltivati nel calcareo Appennino e i corti treni smistati da Rapallo. La Riviera italiana, dicono le guide, con le palme nella regione del pesto e del Pigato. Ciao, arrivederci, le gallerie tra i monti lampeggiano, nel buio, poi luce. Scendiamo a Riomaggiore, ma la via dell’Amore è chiusa per una frana. Così riprendiamo il treno per Monterosso al Mare. presso il Mar Ligure si trova un Nettuno malconcio, il Gigante, bersaglio una volta dei caccia tedeschi. La guerra è troppo recente e vera, qui.”

(p.87)

La storia antica e quella più recente, si intersecano, fronteggiano.

“Qui, nella storica Cortona, madre di Troia, nonna di Roma, nella provincia d’Arezzo nella regione Toscana. Il calore primaverile sale dal lago Trasimeno dai campi di grano e di girasoli in via di maturazione. Su una collina polverosa, l’antica città etrusca cinta di mura, narra la leggenda di Dardano, l’eroico figlio di Giove ed Elettra, che una volta smarrì l’elmo in battaglia in Val di Chiana, anch’io ho perduto un cappello o due. Più di una volta, mia moglie me lo ricorda, mentre varchiamo le porte che danno sulle strette strade acciottolate di Cortona  (…).”

“Come ci dice il grande poeta latino Virgilio,

(p. 91)

l’Oracolo consigliò a Dardano di costruire mura e torrette per proteggere come un tempo il suo elmo, (…) Alla porta accanto c’è la Scuola Tecnica, osservo. Solo a un secondo ascolto. Frivole risate tra i banchi di scuola. Suoni che arrivano dolci in ogni lingua. Il sole di mezzogiorno già caldo alle finestre aperte della scuola Mi rivolgo a mia moglie, le loro risate mi mancheranno.”

(p. 93)

“In Canada mi chiamano il colono, l’europeo. Qui ci sono molti nomi.”

L’identità del poeta, le sue origini e i suoi ricordi rimangono a fare da sfondo di questo paesaggio naturale italiano, tutto mediterraneo, in primo piano, e canadese e poi scozzese, subito dietro, visto in trasparenza, scolpito a suon di versi.

(p. 99)

“Sai cosa significa il nome Scozia, gli ho detto. Celti irlandesi, dottore. Siamo tutti Celti. E Pitti. Gli abitanti delle longhouse che indossano pellicce, chiamati così dai Romani per i volti dipinti. (…) Il villaggio più vicino Watten, parola vichinga per acqua. La mia linea di sangue è un affluente fangoso. (…) Chi siamo, si chiede qualcuno. Chi lo sa, risponde un altro. Mi chiedo se abbia importanza. Più rimango qui, i nomi che ci sono cari si perdono e si disperdono. Qui l’antico passato è ieri. La Grande Guerra un minuto fa”.

(p. 101)

Il poeta, conscio delle penombre del vivere, trova sempre un cardine luminoso nella natura umana e naturale, che nella crescita consapevole resiste imperterrito e va ad emanare bellezza, come leggiamo nel verso che brilla dal libro:

“So che c’è una volontà negli alberi e in noi di raggiungere la luce.”

(p. 105)

Se la storia personale del poeta è segnata da riscatto, grande dignità umana e costante dedizione, la sua poesia è morbida e, pur toccando spesso temi dolorosi, trova nella rievocazione di musiche – spesso americane, con calde note di Jazz e Blues, con cenni e gusti musicali affini a quelli presenti nel libro della statunitense Maria Bennett Because You Love – o paesaggi, spesso italiani, con la Toscana e anche la Liguria in evidenza, una dimensione sospesa che consente di vivere ed amplificare la gioia del momento e del ricordo.

(I edizione, i Quaderni del Bardo editore, Lecce 2022, ora in ristampa; traduzione italiana di A. Sirotti).

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