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Soprani non più in carriera. Capitolo 10: MIRELLA FRENI

di Emilio Spedicato

Il soprano Mirella Freni è stato fra i sommi soprani della generazione dopo quella della Callas,  Tebaldi,  Olivero,  Zeani… contribuendo a mantenere l’Italia ai vertici della lirica con pochi altri. Durante uno dei miei incontri con Magda Olivero, lei telefonò a Mirella per un chiarimento su qualcosa. Fui emozionato a sentire parlare fra di loro i due soprani. Magda mi diede il numero di telefono di Mirella, ma passò parecchio tempo prima di un incontro, per gli impegni di Mirella, in particolare nell’insegnamento. Sono passati oltre due anni dall’incontro con lei, avvenuto a Modena,  il 23 luglio 2014, durante una mia sosta nel solito viaggio estivo verso il Salento. L’anno successivo lei avrebbe compiuto ottanta anni,  io, minore di lei di dieci anni, avrei lasciato l’università, entrambi continuando a lavorare anche se in modo diverso.

Mirella viveva a Modena, città di stelle della lirica come Pavarotti e la Kabaivanska. La sua casa, poco fuori il centro città, sembrava una fortezza, circondata da alte mura.

Suonai e il cancello si aprì. Lo studio di Mirella era spartano, lei giovanile, sorridente, cordiale, disponibile alle domande, il nostro colloquio durò un’oretta e fui consapevole di aver solo sfiorato la ricchezza della sua vita artistica, durata oltre mezzo secolo, con presenze e successi in gran parte del mondo.

Mirella era nata a Modena, prima di quattro figli. La madre aveva diciassette anni alla sua nascita, che avvenne poco dopo aver assistito ad un’opera. In breve tempo perse i genitori e una sorella. Si sposò giovane, a venti anni, con il maestro pianista accompagnatore Leone Magiera, da cui ha avuto la figlia Micaela. Nacque poi un figlio, avvocato a Modena, da cui ebbe un nipote ed una nipote, Gaia, entrambi avvocati a Londra. Figlio e nipoti sono appassionati di lirica.

Non sono molti i cantanti di grande carriera che hanno avuto figli, e specialmente più di un figlio, anche se il soprano Giovanna Casolla ne ha avuti tre. Spesso i cantanti rinunciano ai figli, temendo di non potersene occupare bene, per le frequenti assenze e i viaggi. Fedora Barbieri ha avuto due figli allevati da una istitutrice (usando questo termine desueto…), senza problemi. Anche Mirella mi disse i suoi due figli non le avevan dato problema alcuno e che spesso l’avevano accompagnata nei viaggi, in Europa e in America.

I genitori di Mirella non erano musicali. La nonna aveva una cugina soprano che cantò alla Scala, Valentina Bortolamesi, donna molto bella; di lei non ho trovato notizia su internet. Bella anche la voce della nonna e di uno zio materno.

Mirella ha desiderato cantare nel teatro d’opera già all’età di cinque anni, dopo aver ascoltato alla radio a casa della nonna dei brani d’opera, ed anche affascinata dalle voci sentite nei dischi.  Secondo papà non era la sua strada, anche perché era troppo magra… allora i soprani erano spesso di generose dimensioni, ricordiamo Lina Pagliughi, temuta dalle poltrone in scena…, ma dalla voce meravigliosa.

La madre di Mirella lavorava nella manifattura di tabacchi, come la madre di Luciano Pavarotti. Mirella iniziò a lavorare nel reparto bambini della fabbrica, dove lavorava anche Luciano. Fu l’inizio di una condivisione di vita e d’arte che durò per tutta la vita di Luciano, loro due si consideravano fratello e sorella.

Il suo ingresso nel mondo della musica iniziò con lo studio del pianoforte, su uno strumento comperato da mamma; lo zio materno le aveva insegnato a leggere le note. Ma anche le piaceva molto cantare le arie d’opera popolari, provava una vera gioia. Aveva 10 anni quando Gigli la sentì cantare, in un concorso RAI, nell’aria Un bel dì vedremo; Gigli giudicò che nella sua voce c’era qualcosa di importante, e che se avesse mantenuto la voce dopo lo sviluppo poteva divenire una grande cantante. Iniziò a studiare canto, dopo aver vinto il concorso RAI citato, studiando non al conservatorio, ma con lezioni private. Primo maestro fu il baritono Gigi Bertazzone, accompagnato al pianoforte da Leone Magiera; Leone fu poi primo marito di Mirella (separatisi, Mirella sposò nel 1981 il basso Nicolai Ghiaurov). Poi maestro fu il grande Ettore Campogalliani, maestro anche di Pavarotti, e di molti altri.  Ettore, morto nel 1992, insegnante, musicista e compositore, era figlio d’arte. Suo padre Francesco, l’ultimo di una dinastia di burattinai, aveva diffuso i burattini nei teatri, come vera forma d’arte. Al padre Francesco era dedicata l’Accademia Teatrale fondata da Ettore nel 1946. Ettore consigliò a Mirella di lasciare da parte lo studio del pianoforte.

Mirella ricordava che l’auto del maestro aveva spesso bisogno di una spinta per avviarsi, alla quale provvedevano lei e Luciano.

Mirella era dotata di intonazione naturale, era soprano lirico, aveva orecchio assoluto, senza provare quel fastidio che altri come lei dotati di orecchio assoluto avvertono sentendo note non perfette. Orecchio assoluto al quale si avvicinava Pavarotti, pur non possedendolo in grado pieno, e che hanno figlio e nipoti di Mirella. Raggiungeva il mi bemolle. Memorizzava facilmente. Come altri cantanti, ricordo ad esempio Magda Olivero, non ha mai voluto riascoltarsi nelle registrazioni… anche se Magda sentì se stessa cantare quando, portandola io in auto per un pranzo a casa mia, attivai una musicassetta del sistema audio, dove lei cantava brani di Traviata e di Rigoletto… fu sorpresa, e riconobbe subito le voci degli altri.

Il debutto di Mirella in opera è avvenuto nel 1955, quando aveva 19 anni, come Micaela nella Carmen, al Teatro Comunale di Modena.  Nel 1962 esordì a 26 anni alla Scala in Falstaff. Il grande successo venne l’anno successivo sempre alla Scala in Bohème, regia di Zeffirelli, diretta da Karajan con cui non si era mai incontrata. Precedentemente a Madrid aveva cantato  la Bohème, opera con cui è stata identificata e da lei cantata moltissime volte.  Era presente un’amica di Karajan che, sapendo dell’impegno prossimo a Milano, le disse che alla Scala non avrebbe avuto problemi con lui,  e che lui non l’avrebbe lasciata più.  Fu sentita da Karajan solo nel camerino. Lui era al pianoforte e le chiese di cantare l’ultimo atto di Bohème… e gli vennero le lacrime agli occhi.  Alla fine, Karajan la abbracciò piangendo, dicendole che era la prima volta che piangeva dopo la morte della madre.

Ha chiuso la carriera sulle scene a Washington nel 2005, cantando la Pulzella d’Orléans,  dell’amato Tchaikovsky.

Per il suo vasto repertorio con presenza in tutto il mondo, si rinvia all’ampia letteratura a lei dedicata, in libri e su internet.

Ha cantato per 54 anni. Nonostante l’intensissima attività, non solo per il gran numero di recite effettuate ma anche per i viaggi occorrenti, a casa è stata madre di famiglia.

Ha scritto un libro di memorie, nel 1990, Mio caro teatro, che resta fra quelli che ancora devo leggere… molto è stato scritto su di lei, fra cui la biografia Mirella Freni, di Leone Magiera, editore Casa Ricordi, 1990.

Ha adorato fra i compositori in particolare Verdi, Puccini e Tchaikovsky.

Fra i colleghi uomini ha citato a primo ricordo Di Stefano, Corelli, Saldari, Raimondi, Siepi, e Bergonzi con cui non ha mai cantato in opera… non le ho chiesto delle colleghe.

Mirella è apparsa nel libro di Enrico Stinchelli, Stelle della lirica, del 2002, libro che per me è stata la prima introduzione al mondo della lirica. Qui gli oltre quarant’anni di carriera sembrano un sogno, erano divenuti 54 al mio incontro. Stinchelli parla della sua solida tecnica e non comune intelligenza interpretativa, con un rispetto quasi puntiglioso della partitura e dei suoi segni espressivi, senza eccessi ed esuberanze fuori luogo… un particolare feeling con la Fedora, Eugenio Onegin e la Madame Sans-Gêne di Giordano, opera in cui la Freni si è letteralmente identificata negli ultimi anni… perfetta respirazione, condotta di vita tranquilla e morigerata, hanno garantito alla Freni una insolita longevità vocale e il quasi completo mantenimento delle proprie innate caratteristiche vocali: la bellezza del timbro, i pianissimi, l’eleganza del legato… una curiosità, si è sempre rifiutata di cantare all’aperto.

In internet il motore di esplorazione Google da 372.000 risultati alla voce Mirella Freni. Per curiosità guardo i numeri di altri soprani e trovo: 162.000 per Renata Scotto, 165.000 per Magda Olivero, 501.000 per Montserrat de Caballé; 503.000 per Joan Sutherland; 69.300.000 per Victoria de Los Angeles, 11.000.000 per Maria Callas; 237.000 per Maria Malibran, 13.400 per Lucrezia Agujari, 2.090.000 per Anna Netrebko, l’unica attiva fra i citati. Sono numeri letti in data 28-12-2016, curioso e inatteso l’elevatissimo numero per la certo grandissima Victoria Los Angeles, la cui voce è quella che preferisco, forse dovuto ad un maggiore interesse per la lirica nei paesi di lingua spagnola.

A Mirella non interessavano le statistiche, ma  Wikipedia la elenca in una quarantina di ruoli. Per le sue registrazioni elenca una quarantina di CD e una dozzina di DVD.

La biografia è tratta dal volume Abbiamo amato Puccini. 108 incontri tra un matematico e il mondo della lirica, di Emilio Spedicato, Aracne, 2013.


Mirella Freni