Una riflessione sulla poesia: Il bambino palestinese con la bandiera di Maurizio Nocera
Di Pompeo Maritati
Maurizio Nocera, con questa poesia intensa e visivamente incorniciata da fiori rossi e foglie verdi, ci consegna non solo un testo lirico, ma un manifesto etico. Il bambino palestinese diventa simbolo universale di innocenza violata e di speranza resistente, in un mondo lacerato dalla guerra.
La poesia si colloca nel solco della letteratura civile, quella che non si limita a osservare il dolore ma lo trasforma in coscienza collettiva. Nocera non indulge nel pietismo, ma costruisce un’immagine potente: un bambino che, dopo la distruzione, guarda Gaza con occhi che non dimenticano, ma che sognano. Il verso “Palestina risorgerà” non è solo una dichiarazione, è un atto di fede democratica, un grido che sfida la rassegnazione.
Il poeta si fa testimone e portavoce di una memoria attiva, che non si limita a commemorare ma invita all’azione. Il riferimento alla manifestazione “L’Italia fuori dalla guerra” del 17 agosto 2024 dove è stata letta alla presenza di numerosi artisti palestinesi, rafforza il legame tra poesia e militanza pacifista. Qui la parola poetica si intreccia con l’impegno pubblico, diventando strumento di resistenza culturale.
Il bambino con la bandiera è un’immagine archetipica: fragile ma fiera, ferita ma non spezzata. Nocera riesce a condensare in pochi versi una visione di mondo dove la bellezza e la dignità sopravvivono alla barbarie. Il tono è sobrio, ma la carica emotiva è profonda, e il messaggio è chiaro: la pace non è un’utopia, ma una necessità urgente.
Questa poesia è un esempio di come l’arte possa farsi coscienza democratica, cura del mondo, e ponte tra le generazioni.
IL BAMBINO PALESTINESE CON LA BANDIERA di Maurizio Nocera
Quando tutto sarà finito e il silenzio tornerà a Gaza,
un bambino palestinese guarderà la sua terra con occhi pieni di lacrime e sogni.
Camminerà tra le rovine con la bandiera stretta tra le mani,
ricorderà i suoi fratelli caduti,
le madri che hanno pianto,
i padri che hanno lottato.
Scriverà su un muro distrutto: “Palestina risorgerà”
e il vento porterà lontano il suo grido di speranza.
Quel bambino sarà il futuro,
la voce di chi non ha voce,
la luce in mezzo alle tenebre.
