IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Un incontro immaginario con Platone, Socrate e Aristotile

Incontri filosofici

di Lunetta Milù

Qualche giorno fa ho avuto modo di partecipare ad una conferenza immaginaria su  come governare un paese, dove partecipavano tre dei più grandi filosofi della storia: Platone, Aristotele e Socrate. Un interessante scambio di opinioni, che qui di seguito cerco di riportarne un riassunto. E’ stato, credetemi, un incontro straordinario, con non pochi spunti taglienti, ironici e per certi versi anche divertenti. Eccovi il loro scambio di idee.

Platone: Salve, amici miei. Sono lieto di avervi qui per discutere di un tema tanto importante quanto delicato: come governare un paese in modo saggio e giusto.

Aristotele: Salve, maestro. Sono onorato di partecipare a questo dialogo, anche se temo che le nostre opinioni possano divergere su alcuni punti fondamentali.

Socrate: Salve, Platone. Salve, Aristotele. Sono curioso di ascoltare le vostre argomentazioni, anche se so già che non sarò d’accordo con nessuno dei due.

Platone: Come mai, Socrate? Non credi che sia possibile trovare una forma di governo ideale, basata sulla ragione e sulla virtù?

Socrate: No, Platone. Credo che sia una chimera, una fantasia irrealizzabile. La ragione e la virtù sono concetti astratti, che non corrispondono alla realtà umana. Gli uomini sono guidati dalle passioni, dagli interessi, dalle convenzioni. Non esiste un modello universale di giustizia, ma solo opinioni soggettive e relative.

Scultura di testa in marmo di uomo stempiato con barba e baffi
Socrate
Platone
Platone
Aristotile

Aristotele: Su questo punto sono d’accordo con Socrate. La forma di governo migliore dipende dalle circostanze storiche, geografiche, culturali di ogni popolo. Non si può applicare lo stesso schema a tutti i paesi, senza tener conto delle loro differenze e peculiarità.

Platone: Mi sembrate dei relativisti, miei cari. Come potete negare l’esistenza di principi eterni e immutabili, che regolano l’ordine del cosmo e della società? Come potete ignorare la distinzione tra il mondo sensibile e il mondo intelligibile, tra le apparenze e le idee?

Socrate: Platone, tu sei un visionario, un sognatore. Ti perdi in speculazioni metafisiche, che non hanno alcun riscontro nella pratica. Il mondo sensibile è l’unico che conosciamo, l’unico che possiamo esplorare con il metodo dialettico. Le idee sono solo ipotesi, che vanno sempre messe alla prova del confronto critico.

Aristotele: Socrate, tu sei un scettico, un sofista. Ti limiti a demolire le opinioni altrui, senza mai proporre una soluzione positiva. Il metodo dialettico è utile per stimolare il dubbio e la ricerca, ma non basta per costruire una scienza. Le idee sono realtà oggettive, che possiamo conoscere con l’osservazione e la logica.

Platone: Aristotele, tu sei un empirista, un materialista. Ti accontenti di studiare i fenomeni naturali, senza elevarsi al livello delle cause prime e delle finalità ultime. L’osservazione e la logica sono strumenti validi, ma non sufficienti per raggiungere la sapienza. Le idee sono modelli perfetti, che possiamo intuire con la ragione e l’amore.

Socrate: Basta così, amici miei. Mi sembra che abbiamo esposto le nostre posizioni con chiarezza e onestà. Ora lasciamo che sia il lettore a giudicare chi ha ragione e chi ha torto.

Aristotele: Sì, Socrate. Ma prima di concludere, vorrei fare una domanda a te e a Platone. Se doveste scegliere un governante per il vostro paese, chi scegliereste?

Platone: Io sceglierei un filosofo-re, ovvero un uomo che abbia la capacità di contemplare le idee e di tradurle in leggi e istituzioni. Un uomo che sia al di sopra delle passioni e dei conflitti, che sia guidato solo dalla ragione e dalla giustizia.

Aristotele: Io sceglierei un uomo politico, ovvero un uomo che abbia la capacità di governare con prudenza e moderazione, tenendo conto delle esigenze e delle aspirazioni di tutti i cittadini. Un uomo che sappia armonizzare gli opposti e conciliare gli interessi, che sia guidato dal senso comune e dalla virtù.

Socrate: Io non sceglierei nessuno, perché non credo che esista un uomo capace di governare bene un paese. Preferirei una democrazia, ovvero un sistema in cui il potere sia condiviso tra tutti i cittadini, che possano esprimere liberamente le loro opinioni e partecipare alle decisioni. Un sistema in cui nessuno sia superiore o inferiore agli altri, ma tutti siano responsabili e consapevoli.

Platone: Socrate, tu sei un utopista, un anarchico. La democrazia è la forma di governo peggiore, perché lascia il potere alla massa ignorante e corrotta, che si lascia sedurre dai demagoghi e dai tiranni. La democrazia è il regime che ti ha condannato a morte, per aver osato difendere la verità e la libertà.

Aristotele: Socrate, tu sei un idealista, un eroe. La democrazia è la forma di governo migliore, perché garantisce il rispetto dei diritti e delle libertà di tutti gli individui, che possono sviluppare le loro potenzialità e contribuire al bene comune. La democrazia è il regime che ti ha reso immortale, per aver insegnato a pensare e a vivere.

Socrate: Platone, Aristotele, vi ringrazio per questo dialogo stimolante e appassionante. Spero che anche il lettore abbia apprezzato la nostra conversazione, e che possa trarne qualche spunto di riflessione. E ora, se mi scusate, vado a bere la cicuta.

Spero di aver riportato fedelmente quanto espresso dai tre grandi filosofi. Se posso esprimere un mio giudizio personale, ritengo Platone il cervello più sublime che l’umanità abbia mai saputo generare.

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