IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

PRIMA L’ISTRUZIONE DELL’EDUCAZIONE ECOLOGICA

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L'Ofanto

L'Ofanto

di Michele Marino

Qualche anno fa Monsignor Nunzio Galantino, fine intellettuale e accademico oltre che esponente di spicco della Chiesa cattolica, ebbe la bontà di donarmi copia del suo libro “Sul confine”, ove – tra l’altro – formulava un’efficace critica ai tanti (troppi) progetti in tema ambientale che vengono svolti in ambito scolastico superiore, e non, a danno del tempo che si dovrebbe dedicare con maggior impegno e migliori risultati all’insegnamento didattico.              Da tale premessa parte il mio ragionamento sull’argomento che sottopongo all’attenzione generale e degli “addetti ai lavori”, ecologisti o naturalisti o ambientalisti qualsivoglia. Si tratta di un pensiero che é essenzialmente empirico nel senso che si fonda sull’esperienza di responsabile, legalmente, del Consorzio sviluppo sostenibile della Valle dell’Ofanto, fondato nel 2011, tuttora operativo (abbiamo partecipato attivamente al Contratto di fiume presso l’Ente Parco regionale, Provincia B. A. T.) e da cui è nata, alla fine del ’23, l’APS “ASSAI” per la Salvaguardia e lo Sviluppo delle Acque interne.

Ebbene, in questi lunghi anni d’attività – vds www.consorzioproofanto.it – il fiume Ofanto, l’unico della regione Puglia (gli altri sono torrenti o canali), è stato da noi promosso, propagandato, valorizzato e divulgato in eventi di rilievo locale, regionale e nazionale con la passione e la sensibilità di chi ama la natura e la propria terra d’origine e il Mezzogiorno. Ed a parte i differenti modi d’approccio tra le comunità dalle tre regioni e quattro province che sono attraversate dal corso dell’Aufidus di oraziana memoria, una caratteristica è decisamente prevalente e costante, soprattutto a partire dai baresi fino ai salentini: un’elevata ignoranza, in senso tecnico cioè che ignorano i nostri corregionali l’esistenza dell’Ofanto, tant’è che spesso lo confondono con Otranto al momento in cui lo pronunci!

Che dire?! Siffatta carenza, più marcata negli under ’60, denota una scadente preparazione in geografia oltre che scarso legame o inesistente identità territoriale che rappresenta un punto di debolezza, ma anche un aspetto che definirei socio-culturalmente insostenibile, inaccettabile. Anche per un motivo concreto e tangibile che attiene alla cura, tutela patrimoniale e alla valorizzazione turistica di una valle che potrebbe significare possibilità di lavoro, sempre in termini di sviluppo sostenibile per le giovani generazioni, dall’agroalimentare di qualità e certificato, alla promozione e al marketing turistico culturale, agli itinerari ciclopedonali, all’utilizzo delle masserie (Valle d’Itria docet), eccetera.

Dunque, l’appello/invito è rivolto alle istituzioni pubbliche: università, istituti scolastici, fondazioni e associazioni culturali e ambientaliste, addetti all’informazione e operatori culturali ed esperti d’arte e di archeologia, affinché riconducano la conoscenza geografica al primo posto, com’è doveroso e giusto, rispetto alle regole civiche o legali dell’ecologia e della resilienza.                           

Michele Marino


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