IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Stelle della lirica di grande longevità. Capitolo 3: LICIA ALBANESE

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Licia Albanese

Decana delle stelle della lirica, cantava Puccini con Puccini ancora in vita

di Emilio Spedicato

Per leggere il primo capitolo:
https://www.ilpensieromediterraneo.it/stelle-della-lirica-di-grande-longevita-capitolo-1-magda-olivero/

Per leggere il secondo capitolo:
https://www.ilpensieromediterraneo.it/stelle-della-lirica-di-grande-longevita-capitolo-2-arturo-toscanini/

Il nome di Licia Albanese è per me speciale per vari motivi. Come soprano la ricordo nei dischi a 45 giri dei tempi del liceo, spesso in duetti con Tito Schipa, quindi associata ai mitici cantanti di almeno una generazione prima della mia. Il nome Licia, classico e non comune, mi ricorda una carissima zia, e il cognome Albanese suggerisce i tempi in cui la Puglia fu rifugio di albanesi che fuggivano l’invasione turca. Licia Albanese, nativa di Bari e quindi pugliese come chi scrive, ha forse nel sangue geni del popolo albanese, cui appartenne Alessandro Magno, figlio di Olimpia, nata in Epiro.

Quando iniziai ad interessarmi di stelle della lirica, alla mia domanda se la Albanese fosse ancora in vita alcuni negavano, altri, come Virginia Zeani, dicevano che non solo era in vita, ma era ancora assai attiva e sul piano mondano e soprattutto sul piano artistico. La sicurezza che Licia fosse viva la ebbi da Carlo Bergonzi quando mi disse che il suo amico Nello Santi,  direttore orchestrale dalla straordinaria memoria, l’aveva da poco incontrata a New York ed era stato a cena con lei; eravamo nel 2007. Si apriva quindi la possibilità di contattare uno straordinario soprano, dalla inusuale longevità, ma soprattutto dalla meravigliosa voce, speciale per le opere pucciniane.
Licia aveva affascinato Toscanini, e come lui aveva lasciato l’ Italia per gli Stati Uniti. Voce quella di Licia che per me ha un colore specialissimo, non il dorato della voce di Antonietta Stella o Maria Laura Martorana, o il luminoso argenteo della voce di Mirella Freni o di Renata Scotto, o il fumée della voce di Magda Olivero,  o il trascolorare delle voci di Maria Callas o Victoria de Los Angeles, o lo scuro blu violaceo della voce di Franca Fabbri, ma….. uno speciale azzurro, quello forse del cielo e del mare della Puglia.  Associazioni suono-colore che non tutti hanno e che sono molto soggettive. Un colore speciale, quello della voce di Licia. Una voce unica, come afferma il soprano Eugenia Ratti, anche lei una grande voce, e che ama ascoltare Licia Albanese la notte prima di addormentarsi….

Una ricerca su internet mi fece scoprire una Licia Albanese – Puccini Foundation. La contattai esprimendo il desiderio di una intervista con Licia Albanese.  Inviai alcuni miei scritti musicali come presentazione e dopo qualche tempo, nel gennaio 2009, mi arrivò il seguente email da un collaboratore della Fondazione, Luigi Boccia.


Gentile Sig. Spedicato,
Le scrivo in nome della Sig.ra Albanese in relazione  alla lettera da Lei inviata in data 01/28/08. Il 2008, in quanto anno pucciniano, ha visto la Puccini Foundation alle prese con l’organizzazione di innumerevoli eventi musicali, la preparazione dei quali ha richiesto un’enorme quantità  di tempo e di risorse. Questo è l’unico motivo per cui non siamo stati in grado di risponderLe a breve giro di posta.
Dalla Sua lettera si evince la genuinità della Sua idea. La Sig.ra Albanese, dopo aver attentamente letto e considerato il contenuto della Sua lettera, si è resa generosamente disponibile ad incontrarla per un’intervista. Se Le fosse conveniente venire a NY a Sue spese, le riserveremmo l’onore di trascorrere un pomeriggio con la Sig.ra Albanese, a cui potrà  rivolgere domande a piacimento.
Escludendo la modalità  telefonica – a cui la Albanese non è affatto incline – resta una sola alternativa, quella di mandarci la lista delle domande. La Puccini Foundation in quel caso si incaricherebbe di farLe pervenire le risposte per iscritto nel più breve tempo possibile. Se ci fossero dubbi o necessitasse di ulteriori chiarimenti, non esiti a contattarci. Trattandosi di una fondazione, per scopi d’archivio preferiamo comunicare via lettera o via e-mail. Più in là, se sarà necessario per definire dettagli relativi alla sua venuta, potremmo usare il più immediato mezzo telefonico.
A nome della Sig.ra Albanese e della Puccini Foundation, La ringrazio cordialmente per l’interesse mostrato e Le inoltro i migliori auguri per il nuovo anno e per il successo della Sua iniziativa editoriale.
Distinti saluti, Luigi Boccia

Ricevuto il messaggio, inviai subito una lista di domande, ma la risposta mancò causa una caduta, di non gravi conseguenze, in cui incorse la Albanese.
In data 13 settembre 2009 fui informato di un previsto ritardo.

Gentile Spedicato,
purtroppo la Sig.ra Albanese, data l’età, sta recuperando molto lentamente dalla caduta di qualche mese fa e sia i medici sia il figlio preferiscono che non si affatichi troppo. Ho provato ad inoltrare la Sua richiesta già 3 volte al segretario della Licia, ma la risposta é stata sempre la stessa: bisogna aspettare ancora un po’. Capisco la sua fretta, ma questi sono gli ordini di scuderia per il momento. Non esiterò a contattarLa qualora la Signora fosse in condizione di rispondere al Suo questionario.
Cordiali saluti, Luigi Boccia

I contatti successivi non ebbero esito finché, parlandone con la contessa Emanuela Castelbarco, figlia di Wally Toscanini,  lei mi suggerì di contattare suo cugino Walfredo Toscanini, che viveva a New York e che era in ottimi rapporti con la fondazione della Albanese.  Entrai così in contatto telefonico e per email con Steven De Maio (amico della Albanese e suo assistente da molti anni) e ricevetti quindi dopo qualche tempo, anche grazie all’aiuto di Luigi Boccia, le risposte al questionario che avevo inviato e che qui segue. Non correggo alcuni stilemi frutto della lunga permanenza di Licia in USA.

1)
Lei è originaria della Puglia.
Dopo tanti anni in America, sente ancora forte il legame con l’Italia?

Si, sono sempre stata orgogliosa di essere di Bari, della bella Puglia e Italiana.

2)
Viene da una famiglia con interessi musicali?

Nella mia famiglia, tutti amavano la musica, ma nessuno era un musicista di professione.
Io sono stata la prima e tutti mi hanno incoraggiato a intraprendere questo tipo di carriera.

3)
Quando e come ha scoperto le sue doti canore?

All’inizio il mio sogno era di diventare una ballerina, ma un grande maestro di Bari
mi ha sentito cantare ad un concerto e mi si é avvicinato e mi ha detto:
Signorina, lei deve studiare, perché ha una voce straordinaria.

4)
Chi sono stati i suoi insegnanti? Che ricordo ne ha?

L’insegnante a cui va il credito maggiore é la Signora Giuseppina Baldessari-Tedeschi,
cantante di chiara fama e insegnante tra le più’ rinomate.
Sotto la sua guida ho studiato molti anni e mi sono perfezionata nella tecnica e nello stile.
Devo però ricordare anche un pianista, un maestro di spartito fenomenale di stanza a NY,
ma Italiano di origine, il mio caro amico Nicola Palombo.

5)
Quando ha debuttato?

Ero a Milano e il soprano della Butterfly si è ammalata,
per cui l’ho sostituita all’ultimo minuto.
Correva l’anno 1934.
Fu un grandissimo trionfo che garantì’ fortuna e prosperità alla mia carriera.

6)
Qual è il suo repertorio?

Sono sempre stata un soprano lirico,
ma nel mezzo della mia carriera ho cominciato a cantare anche ruoli da lirico-spinto.

7)
Quando il suo incontro con Toscanini? Che ricordo ha di questo gigante?

L’ho incontrato la prima volta quando dovevo fare il broadcast di Bohème per la NBC.
In quell’occasione Toscanini scelse me e poi l’onore mi fu rinnovato
quando fui chiamata anche a registrare la Traviata con il Maestro, Merrill e Pierce.
Era un musicista molto esigente e voleva che tutto fosse preciso e perfetto
e secondo la sua volontà.
Se qualcuno non faceva come diceva lui, erano guai.
Devo ammettere però che per me non c’è mai stato un altro direttore come Toscanini.
Lui era unico.

8)
Che ricordi ha di Schipa?

Schipa è’ forse uno dei più’ grandi tenori che il repertorio lirico-leggero abbia mai avuto.
Aveva una voce bellissima ed era un collega straordinario con cui condividere il palcoscenico.

9)
Come descrive la sua vocalità?

Per descrivere la mia vocalità bisogna fare una piccola premessa.
Durante tutto l’arco della mia carriera,
ho sempre dato la massima importanza alle parole e al significato delle parole.
Non mi sono mai preoccupata dei suoni o delle note, perché se tu hai una buona tecnica,
non devi preoccuparti dei suoni ma devi pensare alle parole che canti.
Questo ti rende un artista completo.

10)
Cosa pensa di Puccini? E quali opere preferisce?

Puccini, come Toscanini, è un gigante, tra i compositori.
Mi piacciono davvero tutte le opera che Puccini ha scritto
e il mio unico rimorso è di averle cantate tutte, tranne la Fanciulla del West.
Mi sarebbe piaciuto moltissimo cantare e interpretare Minnie sul palcoscenico.
Ho sempre abbracciato le partiture di Puccini con tutta la mia anima e con tutto il mio cuore.

11)
Fra i colleghi uomini, chi è stato più’ significativo per lei?

Naturalmente Schipa, Gigli, Björling, Corelli, Bergonzi, Di Stefano, Del Monaco e Tucker
sono quelli che porto più caramente nel cuore,
ma devo ammettere che ho avuto tantissimi colleghi:
bassi, baritoni etc. e ho sempre voluto bene a tutti,
perché è un mestiere difficile e bisogna essere generosi nell’incoraggiarsi a vicenda.

12)
E fra le colleghe?

Ero molto vicino alla Callas, alla Tebaldi, alla Sayao e a Stella Roman.
Renata una volta venne a trovarmi subito dopo la nascita del mio figlio Joseph
e volle dedicare a lui ancora nella culla una dolcissima ninna nanna.
Quel momento fu riportato dai giornali locali.
Anche in questo caso,
non si possono menzionare tutte le colleghe a cui ho voluto bene e che stimavo,
perché la lista sarebbe troppo lunga.

13)
E chi stima di più dei cantanti che erano attivi quando lei iniziò?

Gigli e Schipa per quanto riguarda le voci maschili
e Lucrezia Bori e Lily Pons per quanto le voci femminili.

14)
Quali direttori ha preferito, a parte Toscanini?

Ho sempre trovato estremamente piacevole lavorare con direttori come
Serafin, Marinuzzi, Pellettier, Cleva, Stokowski, Reiner.
Questi direttori conoscevano bene la tradizione e sapevano come accompagnare i cantanti
senza farli stancare.
Ci sono senza dubbio altri nomi che mi sfuggono al momento,
questi sono solo alcuni dei grandi con cui ho lavorato.

15)
Come giudica di non essere stata invitata all’inaugurazione del ricostruito Petruzzelli, lei che è in assoluto, con Schipa, la gloria massima della lirica pugliese?

La verità è che mi hanno invitato molto gentilmente,
ma non ero nella condizione di accettare l’invito.
Alla mia età bisogna riposarsi molto.

16)
Cosa pensa del  futuro della musica lirica? Si sposterà in oriente?

Il problema sono i registi che stanno cambiando la vera natura dell’opera
e il significato originario del dramma per musica.
L’attenzione ai miei tempi era sul canto e sulla musica.
Oggi l’attenzione è più spostata verso la recitazione,
a danno della musica e della qualità del canto. 
I cantanti giovani e con talento ci sono.
Per esempio, a NY, il mio carissimo amico e assistente di lungo corso, Steven De Maio,
è responsabile artistico della “Licia Albanese- Puccini International Vocal Competition”,
che è uno dei concorsi di canto più importanti nel mondo dell’opera statunitense.

Ogni anno più di 200 cantanti fanno domanda di ammissione
e una giuria di esperti sceglie una decina di vincitori
che si esibiscono in un concerto al Lincoln Center.

Sono contenta, anno dopo anno,
di vedere che tutto quello che ho trasmesso a Stefano in questi anni,
lui adesso cerca di trasmetterlo alle nuove generazioni di talenti,
incoraggiandoli con borse di studio e consigli per la carriera.
In questo modo sono sicura che l’opera è in buone mani e avrà un futuro prospero.

Faremo ora alcune aggiunte basate sulla letteratura.
Innanzitutto abbiamo visto dall’intervista come Licia abbia rinunciato ad essere presente alla riapertura del Petruzzelli per ragioni di età. L’età delle dive è spesso un piccolo segreto. Ad esempio pare certo che sia la Pagliughi che la Simionato abbassarono la loro vera età di 4 anni. Le date di nascita che appaiono nelle enciclopedie o nelle biografie sono ballerine (come le date dei re assiri e sumeri, mi dice Silvia Chiodi, allieva del grande sumerologo Giovanni Pettinato, da poco scomparso…). 

Ad esempio, per quanto riguarda Licia Albanese, nell’enciclopedia Il mondo della musica, della Garzanti, l’anno di nascita è il 1913; il soprano è qui definito come un raro usignolo, con voce di naturale purezza e soave lucentezza…. Nel libro Stelle della lirica di Stinchelli l’ anno di nascita è il 1909, e Licia è definita mitica Violetta e Butterfly al Metropolitan. Ancora il 1913 è l’anno di nascita stando a Le grandi voci di Celletti, dove la voce della Albanese è giudicata anche di grande resa discografica; e dove Eugenio Gara la dice capace di esprimere compiutamente quella vita del canto connessa con la vita dell’ anima, che è la prima ragione d’essere d’ogni autentica interpretazione.

Se l’anno di nascita di Licia, che non ho voluto chiedere esplicitamente, fosse il 1909, sarebbe lei la decana dei cantanti al momento in cui scrivo, avendo un anno più di Magda Olivero, ed essendo da poco scomparso il tenore Hughes Cuénod, alla mitica età di 108 anni. Ma se quanto mi è stato detto da un grande soprano che non voglio nominare è corretto, ovvero che quando lei conobbe Licia questa le disse di avere 25 anni più di lei, allora Licia avrebbe la veneranda età di 108 anni…… tanti anni quante le stelle in questo libro! Licia, spero di incontrarti prima che compi 120 anni!

Dopo avere ricevuto le risposte all’ intervista, trovo in una libreria un bellissimo libro sugli ambienti frequentati da Puccini, con foto di grande formato, e scopro che non è in possesso della fondazione Albanese-Puccini. Lo invio quindi alla decana delle stelle della lirica a New York, e ricevo per email il seguente commento.

Gentilissimo Prof. Spedicato,
Ci tengo a farLe sapere che il libro sui luoghi e le memorie pucciniane e’ stato sfogliato per la Sig.ra Albanese ieri pomeriggio e gli occhi della leggendaria interprete pucciniana si sono riempiti di commozione ad ogni pagina, immagine o foto.
Grazie per aver regalato alla Sig.ra dei momenti di nostalgica gioia e commozione.
Molto cordialmente, Luigi Boccia

Poco prima di chiudere questo libro ricevo dall’ amico pianista e compositore Riccardo Giavina, studente di pianoforte di Lidia Kirpischeff (sorella della mia insegnante), e cofondatore del Riva Festival, l’informazione che un suo amico, Pino Lella, aveva da poco incontrato Licia Albanese a New York. 
Telefono a Lella, anni 86. Mi dice di essere cugino di Licia che era per lui bambinello a Bari come una madre, prendendolo spesso in braccio. Licia era spesso chiamata Cetta, da Licetta. Ricorda anche quando Licia si trasferì da Bari, loro città natale dove vivono ancora lontani parenti, a Milano, vivendo in centro e portandolo spesso in via Durini a trovare le figlie di Toscanini. Ricorda l’aiuto che Toscanini diede agli ebrei, anche con frequenti interventi presso il Papa ed il Cardinal Schuster (da cui ebbi la prima comunione…).
Licia ora vive a New York in Park Avenue; ha un figlio che vive a Washington con un  lavoro dei servizi governativi. Licia è in buona salute ed ha registrato per lui un breve brano musicale.

NOTA: Ovviamente, il presente articolo è stato scritto prima che la grande soprano, nata effettivamente nel 1909, morisse, nel 2014, all’età di 105 anni.

La foto che segue è di repertorio.

Licia Albanese

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