IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

Le identità archeologiche delle minoranze storiche nel Mediterraneo

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minoranze etnico-linguistiche

di Pierfranco Bruni

Le minoranze etniche-linguistiche hanno una loro etnie di origine (non tutte le minoranze classificate possono essere considerate, comunque, sotto dei parametri etnici originari perché accanto a modus storici vi sono anche modus linguistici che non sono certamente da rapportare a dei dialetti) in quanto sono portatori di interessi culturali primigenei e, proprio in virtù di ciò, i territori sono i veri luoghi di una comprensione che non può prescindere da una rappresentazione che deve avere una sua specificità nel dato archeologico e nella lettura archeologica dei territori stessi.    

Oggi più che mai bisogna penetrare quelle realtà storiche nel cui interno insistono dimensioni etno – archeologiche. La cultura degli Arbëreshë o dei Catalani o degli Occitani Provenzali Grecanici ha una sua sistematicità in una temperie territoriale e non solo storica. Ecco perché il rapporto tra i luoghi reali e i non luoghi di una metafora viva nell’antropologia moderna va oggi riscontrata sia sul piano di una metodologia storica sia attraverso uno scavo che possa mettere in relazione i popoli che hanno abitato un determinato territorio sia come insediamento vergine sia come insediamento sopraggiunto.

E’ su questo profilo che i popoli si interpretano e vanno riconosciuti in una geo-politica che possa abbracciare, certamente, il loro destino ma anche la loro conflittualità storica. Non so se affermando che le presenze minoritarie in Italia sono il risultato di un conflitto esistente nei popoli di appartenenza nei quali si è creata una frattura e quindi una successiva diaspora, sia errato o meno. Ma è naturale che queste etnie costituitesi tali nel contesto italiano provengono o da una diaspora o da un ripopolamento coatto di un territorio o da una tradizione di viaggiatori che hanno lasciato le loro terre e che hanno trovato una loro terra simile a quella abbandonata.

      La loro presenza nell’attuale situazione geografica e storica è frutto di una persistenza e di un credo  che non è soltanto la fedeltà ad una etnia ma forse è qualcosa di più  che si trova nel valore di difesa di una identità e di una tradizione. Soprattutto in quei popoli provenienti da una storia mediterranea, il valore di etnia rapportato a quello di tradizione si impone e si impone anche come trasposizione di elementi che hanno come riferimento il mare. La metafora e la realtà del mare non sono trascurabili perché in essi ci sono, antropologicamente, il luogo e il non luogo, il viaggio e la diaspora, la fuga e il ritorno. Sentimenti che sono alla base di una consapevolezza “etnica” delle minoranze.

      Si pensi appunto agli Arbëreshë ai Catalani ai Grecanici. Popolazioni ben delineate all’interno di una dimensione geografica che è storia del Mediterraneo. Non si può eludere il fatto che queste tre etnie (come d’altronde anche quella Occitana) sono nate all’interno di una cultura che è quella del Mediterraneo non soltanto in un incidere che è storico ma è profondamente archeologico, in quanto le culture della Magna Grecia, la cultura dei Fenici, e più tardi la cultura Ispanica sono state al centro di un progressivo modello letterario.

      Dove è presente una forte letteratura l’archeologia ha contribuito a trasformare i non luoghi della memoria e della metafora in luoghi della coscienza e della storia. Queste etnie citate si sono ben integrate nel territorio di accoglienza e molte loro istanze etniche sono diventate testimonianze importanti e modelli di confronto con le realtà territoriali esistenti. Ma è proprio sulla versione di una lettura archeologica che queste etnie possono maggiormente provare una loro capacità di sintesi. In fondo sono il portato di quella chiave di volta che pone come tensione culturale l’idea di occidente ed oriente. Il bacino del Mediterraneo è l’espressione di un essere e di un sentire che si tramanda tra popoli.

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