IL PENSIERO MEDITERRANEO

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Un futuro che sa molto di presente in Cane 51 di Laurent Gaudé Dove può arrivare la violenza del potere

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di Angelo Piemontese

In 40 capitoli titolati, il romanzo è narrato dall’Autore, che in cinque casi lascia la parola a Ira Cuprack e in altre quattro a Mafran. Il titolo si riferisce al protagonista, Zem Sparak, che diventa un cane, un poliziotto in servizio da venti anni nella Zona 3, anche se lo era già trent’anni anni prima ad Atene, quando aveva tradito i compagni, divenendo il numero 51 della lista, come “ausiliario del reclutatore Skyros. In tal modo, la storia copre un trentennio della vita di Zem

In un futuro imprecisato, nella degradata Zona 3 di Magnapoli, caratterizzata da piogge acide e caldo afoso,  svolge il suo lavoro di poliziotto Zem Sparak, che di notte si rifugia nel Dreamshop del quartiere RedQ, dove Miki gli vende delle pastiglie di Okios, una droga tecnologica che dà dipendenza come l’oppio. Grazie ad essa, Zem ritrova la sua Atene, che ormai non c’è più: dopo il fallimento, la Grecia è stata acquistata da GoldTex, un potente consorzio che acquista i paesi in bancarotta. Fallito ogni tentativo di conservare l’indipendenza, per la quale si è battuto, Zem è espatriato, divenendo un cane poliziotto. Una mattina nella Zona 3 viene abbandonato il corpo di Malek Pamouk, sventrato, per asportagli un impianto che diminuisce il rischio di malattie e allunga la vita, che GoldTex assegna agli uomini più in vista. Dopo anni di ignavia, Zem giura al cadavere che troverà l’assassino. Per l’indagine, è assegnato a Salia Malberg, ambiziosa ispettrice della Zona 2, con cui inizialmente Zem entra in contrasto. Ben presto, entrati in sintonia, dopo il ritrovamento del corpo di Ira Cuprack, ugualmente sventrata, i due iniziano a comprendere che i delitti fanno parte della lotta di potere fra Kanaka e Barsok, candidati a entrare nella potente commissione che gestisce il potere. Compreso il movente e i responsabili, non avendo potuto riferire a Zem, Salia si muove dal sola, ma viene rapita, violentata e lasciata incosciente per strada. In ospedale, dove è stata portata, Zem la sente ripetere ossessivamente parole sconnesse, che lo mettono sulla giusta strada. Non facendosi più scrupoli, anche per vendicare Salia, Sparak giunge alla verità sui due omicidi, ma anche sul proprio passato in Grecia. Pur prostrato dalle verità, si dedica alla guarigione di Salia, che aveva portato nella propria casa.

Ci troviamo di fronte a un giallo fantascientifico ed esistenziale, che ha alla base la violenza del potere assoluto di GoldTex, affermatosi a livello globale in un futuro prossimo, non definito a livello temporale. Fino al Capitolo 12, l’indagine poliziesca resta sullo sfondo, mentre in primo piano c’è la realtà socio-economica di Magnapoli, dove, a causa della politica segrazionista di GoldTex, che ha diviso la città in tre zone con check-point agli ingressi, il potere sembra incrinarsi, dopo la denuncia fatta da Mafran, alto dirigente del regime, che rinuncia a ogni prerogativa personale per legittimare la sua opposizione a tutti i privilegi. Dal suo gesto in poi, Zem e Salia indagano singolarmente e, seppure con esiti diversi, giungono alle stesse conclusioni: si trovano in mezzo a una violenta guerra politica, senza esclusione di colpi.  

Nella storia principale si inserisce quella personale di Zem Sparak, che col ricordo va continuamente alla sua gioventù ad Atene e alle inutili lotte per evitare il fallimento della Grecia, in cui ora regna la desertificazione indotta da GoldTex, che nei suoi crepacci fa scaricare i rifiuti di tutto il mondo. A seguito di questa situazione,  Zem, costretto a lasciare la sua patria, senza potervi ritornare, vive come anestetizzato: “Forse in fondo era quello che voleva GoldTex, una dissoluzione totale dell’individuo nel grande progetto comune. Nient’altro che un corpo che lavora” (p. 40). Da questa apatia totale, Sparak esce per scoprire gli autori del feroce assassinio di Malek Pamouk e Ira Cuprack, finendo per fare chiarezza sul suo passato in Grecia, il cui disastro è una ferita sempre aperta. Conosciuta, però, la verità, egli decide di non essere più il guardiano del passato (p. 224) e di vivere, dedicandosi a Salia.

Sulla copertina del libro campeggia la scritta Noir, un genere letterario caratterizzato da assassini crudeli, che devono portare alla sgradevole reazione da parte del lettore di essere spettatore in un’avventura di sangue. Nel thriller conta soprattutto l’ambientazione nei luoghi malfamati di una metropoli violenta, con una scrittura particolarmente realistica nelle descrizioni di un delitto, o con la sgradevole reazione da parte del lettore di essere trascinato come spettatore in un’avventura di sangue. Che la struttura testuale sia del poliziesco, o la morfologia identica a un thriller di investigazione sono aspetti secondari. Anche nel romanzo di Laurent Gaudé contano soprattutto gli smarrimenti del protagonista e l’ambiente sociale e politico determinati da una vera e propria dittatura, che divide rigidamente i cittadini in classi diversificate e li controlla per mezzo dei più sofisticati congegni elettronici. In questo ambito anche la lotta politica degenera fino al punto di uccidere ferocemente, per danneggiare l’avversario. Anche se la vicenda è immaginata nel futuro, il libro è in realtà una riflessione sul presente e un atto di accusa sui modi con cui gli interessi economici delle grandi multinazionali opprimono stati e popoli, seppure oggi non in maniera così aperta come a Magnapoli, per la presenza di contropoteri a tutela dei cittadini.

Per descrivere queto futuro immaginario, ma non irreale, Gaudé usa tutta la sua maestria di grande scrittore, dando spazio alla sua inesauribile vena fantastica e alle sue capacità di analisi psicologica, che tengono il lettore attento e partecipe, e perciò portato a riflettere sulle degenerazioni di una società non democratica e basata sulle discriminazioni.


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