Una società aperta ai disabili: percorso possibile o utopia?

di Maurizio De Giglio

Navigando sul web e leggendo i giornali è possibile trovare centinaia di progetti che possono risolvere i problemi creati dalla disabilità, che è affrontata in tutte le sue sfumature, come ad esempio l’abbattimento delle barriere architettoniche o l’inclusione scolastica.

La realtà è molto diversa. I problemi restano e le famiglie delle persone con disabilità sono lasciate sole, soprattutto dopo che questi ragazzi concludono il percorso scolastico.

Sradicare quella convinzione che sia inutile rendere il meno dolorosa possibile la loro esistenza, è impresa ardua.

Eppure ci sono Associazioni, come il Centro Zenith di Andria, che sono diventate un punto di riferimento per le famiglie dei disabili in questo territorio e che svolgono una funzione sociale di fondamentale importanza, sopperendo alla mancanza di finanziamenti per aprire strutture adeguate da parte delle Istituzioni, che continuano a non investire in questo settore.

Una comunità che ha il senso della solidarietà, è sicuramente una comunità che cammina verso il progresso.

Non voglio dilungarmi oltre e lascio lo spazio a questa videointervista con il prof. Antonello Fortunato, che dirige il Centro Zenith di Andria.