IL PENSIERO MEDITERRANEO

Incontri di Culture sulle sponde del mediterraneo – Rivista Culturale online

”UNKNOWN UKRAINIAN ART. Dal Costruttivismo al Realismo Socialista” fino al 30 aprile al MUST

Mania Mavra, Cowering nude, olio su cartone, 33,5x48 cm, 1930

Mania Mavra, Cowering nude, olio su cartone, 33,5x48 cm, 1930

di Antonella Buttazzo

Introduzione

Tra gli ingredienti essenziali della storia culturale e civile di un Paese, figura certamente la componente artistica, la quale assume un ruolo di straordinaria rilevanza nelle specifiche parabole storiche che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo tuttora.
La singolarità della funzione dell’arte risiede in ciò che racchiude: ovvero, l’ambiguità della sua stessa natura. Un Giano bifronte che, da un lato, incarna i valori di cultura e di libertà (troppo spesso violati nel corso della storia) e dall’altro, si fa suggello di integrazione e di identità tra i popoli (come difesa contro ogni tipologia di espressione bellica).
Un aspetto il secondo, che potrebbe adattarsi all’attuale contesto culturale sociale dell’Ucraina, nazione protagonista della mostra esposta al MUST fino al 30 aprile, intitolata “UNKNOWN UKRAINIAN ART. DAL COSTRUTTIVISMO AL REALISMO SOCIALISTA”, curata da Snejanka Bauer.

La mostra.

La collezione proveniente dalla Soibelmann Art Collection (SAC) in esposizione presso le sale del Museo Storico della città di Lecce, ripercorre attraverso una cospicua ricognizione la storia artistica dell’Ucraina dal primo Novecento agli anni Trenta, con l’intento di sensibilizzare all’importanza di un patrimonio culturale molto vicino a noi e che rischia di andare perso per sempre tra i bellici egoismi umani.
Passeggiare tra le opere di una delle più grandi collezioni d’arte europee, significa perdersi tra le ramificazioni del tempo, osservando di scrupolosi tocchi impressionisti, i magici deliri surrealisti, gli austeri cromatismi costruttivisti e suprematisti, le denunce del Realismo socialista e le disubbidienze espressive non conformiste e propagandiste.

Mania Mavra, Cowering nude, olio su cartone, 33,5x48 cm, 1930
Mania Mavra, Cowering nude, olio su cartone, 33,5×48 cm, 1930
David Petrovič Šterenberg, Fish, olio su legno, 25,10x32,90 cm, 1918
Dorothea Charol, Speed skater, bronzo, h 28,5 cm, 1920
David Petrovič Šterenberg, Fish, olio su legno, 25,10×32,90 cm, 1918
Dorothea Charol, Speed skater, bronzo, h 28,5 cm, 1920

Un’eredità indiscutibile.

Ciò che offre l’esperienza espositiva del MUST, è sicuramente un viaggio multidisciplinare improntato sul ruolo dell’Ucraina nel cuore pulsante dell’Europa. Inoltre, avviare un discorso sulle avanguardie artistiche, potrebbe aiutare a contestualizzare il ruolo svolto anche dai pittori e scultori ucraini, i quali attendono ancora un inquadramento nella storia della cultura europea del Novecento, che come afferma il critico Mario De Micheli nel suo saggio proprio sulle avanguardie, essi contribuirebbero alla “validità storica e verità oltre i mille travestimenti del gusto”.
Una indiscutibile eredità, una storia che prende forma nella mostra del MUST; luogo in cui appunto, va a concretizzarsi quel lavoro di valorizzazione della tradizione artistica ucraina, assimilandone la mutata sensibilità contemporanea. Infatti, nel corso della storia, si è continuato a fare, oltre alla storia stessa, anche l’arte, in maniera adeguata i tempi, facendosi come collante, l’immagine di un’Ucraina fulcro europeo e della tradizione europea, dimostrando così, quanto quell’attenta sensibilità fosse in realtà, un richiamo antico e per nulla ovvio e scontato.

Olexandr Vasil'ovič Ševčenko, Distributor of Leaflets, olio su tela, 49,5x35 cm,1926
Olexandr Vasil’ovič Ševčenko, Distributor of Leaflets, olio su tela, 49,5×35 cm,1926
Alexandre Magaram, Paris le parc Monceau, olio su tela, 46x55 cm, ca 1930
Alexandre Magaram, Paris le parc Monceau, olio su tela, 46×55 cm, ca 1930

Conclusioni.

Per concludere il resoconto storico-artistico di un contesto dove si intrecciano da secoli storia, politica e cultura, è importante sottolineare, ancora una volta, quanto l’indagine svolta dal MUST, sia volta ad analizzare le singole sfaccettature di ogni singolo artista presente nell’esposizione da una parte e l’unicum artistico ricco e variegato dall’altra, i cui contributi hanno dato origine a nuove strade di ricerca espressiva. Un antidoto che mette a tacere un pregiudizio assai retrogrado, ossia quello che vede l’Ucraina solo uno stato satellite di quello russo.

Ecco che la mostra del Museo Storico della città di Lecce offre inoltre, un nuovo modo di interpretare l’arte, progettandone la sua salvaguardia. Un’operazione in cui si svela il significato della forza dell’arte che ne evidenzia la libertà creatrice del pensiero ”artigiano”, come una rinnovata capacità di muoversi da protagonista in uno scenario europeo dilaniato ormai dalla guerra.

Nonostante la distanza storica presentata nell’esposizione del MUST, tale evento rappresenta un successo evidente che si fa ponte, incontro, tra passato, presente e futuro, regalando prospettive rinnovate nei confronti delle proprie radici. Una visione che dovrebbe condurre tutti per mano, fronteggiando un avvenire storico culturale pieno di fiducia e volontà; elementi imprescindibili per una società europea volta alla cooperazione fra i popoli, che potrebbero guidarci verso una soluzione concreta e pacifica.

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