IL PENSIERO MEDITERRANEO

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“Viva le Donne capaci di fare, viva gli uomini capaci di capire”

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di Riccardo Rescio

Complimenti a tutte le Donne che hanno avuto, hanno e avranno il coraggio di palesare il disagio della discriminazione, l’inaccettabilita dell’esclusione, l’assurdità della emarginazione, in tutti i campi e in tutti i settori, del lavoro, del divertimento e dello sport.

I proclami, tantomeno gli slogan, non raggiungono l’obiettivo desiderato, il rispetto, la considerazione, non sono vestiti da indossare o oggetti da ostentare, sono invece consapevolezze da acquisire.

Bisogna agire, compiere azioni atte a sradicare ataviche convinzioni di cui tutti noi, pur conoscendone la genesi, restiamo inerti incapaci di compiere quelle scelte necessarie a cambiare lo stato dei fatti e purtroppo convinti della enettabilita di un possibile cambiamento, accettiamo passivamente il reiterarsi di comportamenti inaccettabili.

La prevaricazione, l’ostracismo, la violenza, sono effettivamente già insite in alcune parole che fanno male, che appesantiscono un bagaglio da cui bisogna liberarsi, un retaggio assolutamente da sradicare.

È vero le parole sono importanti, a loro è affidato il difficile compito di esplicitate il pensiero.

Bisognerebbe riflettere e considerare quanto sia effettivamente straordinario il pensiero e come a volte possa essere travisato o perversamente utilizzato proprio dalle parole.

In alcuni casi le parole non riescono a esplicitare completamente il pensiero nella sua essenza, in altri casi invece possono divenire strumento per imbonire, far ritenere vero, giusto, perseguibile, ciò che invece sarebbe assolutamente inaccettabile per il vivere civile.

Parole, parole, parole, miliardi di parole che a volte pesano come macigni che ci appesantiscono tanto da non permetterci più di restare a galla, spingendoci giù negli abissi più profondi del nostro io pensante, quello dei mille perché, a cui molto spesso non riusciamo a trovare risposte.

A volte invece le parole possono essere più leggere dell’aria che si respira spingendoci in alto sempre più alto, la dove tutto è diverso.

Le parole sono importanti, hanno sempre una valenza, un peso e causano comunque effetti, sta a noi, solo a noi, avere la capacità di poterle e saperle ponderare nel dire e oculatamente valutarle nell’ascoltare.

Non basta cambiare le desinenze alle cariche, alle mansioni, ai ruoli, che paradossalmente marcando maggiormente le differenze di genere, possono anche determinare l’effetto contrario a quello auspicato.

Pur nel massimo rispetto di tali differenze di genere tutte le persone devono avere pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali per divenire nei fatti e non nelle parole detentori di pari dignità, rispetto e considerazione.

Per rendere concreto e non solo enunciato tutto ciò dobbiamo cambiare modo di pensare e di agire, dobbiamo acquisire quella capacità prospettica necessaria a progredire e non a regredire.

Un lungo cammino che deve iniziare dal momento del concepimento per continuare senza soluzione di continuità tutta la vita di generazione in generazione.

Viva le Donne capaci di fare, viva gli uomini capaci di capire.


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